Pensieri gonfiati sul weekend calcistico #1

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
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12 min readJan 4, 2021

Un elenco numerato di pensieri e considerazioni sulle gesta calcistiche del weekend, una rubrica settimanale — o non solo, chi lo sa. Non c’è ordine cronologico, non c’è raggruppamento di campionati, è solo un banale elenco delle cose che mi sono balzate in testa guardando le partite o anche solo i resoconti, gonfiando idee e considerazioni. Comincio il 4 gennaio, un periodo un po’ strano di solito, perché è sempre pieno di partite quotidianamente, in particolare grazie alla Premier League che ci tiene sempre a riempire il vuoto dello sport nel periodo di feste di fine/inizio anno. Liga e Serie A negli anni hanno cercato di imitare le abitudini inglesi. Quest’anno al palinsesto si è unita la Bundesliga, di solito in pausa per tutto gennaio, ma che si è dovuta adeguare al fitto calendario imposto dalla pandemia. Ok, mente sgombra e cominciamo.

  1. Il primo gol del weekend lo ha segnato Thomas Soucek, del West Ham, dopo una sequenza degna delle migliori partite a flipper. Passaggio, contrasto, rimpallo, tiro, parata, tiro da fuori area, deviazione difensiva di tacco, deviazione, gol. Soucek è un giocatore ceco, biondo, occhi azzurri, alto 1.92, un fisico longilineo, più adatto ad un giocatore di tennis o pallavolo che ad un calciatore. Era il capitano di quello Slavia Praga che due stagioni fa ha fatto sognare in Europa League. Arrivato a Londra un mese prima che il mondo venisse divorato da una pandemia, in 30 partite con il West Ham ha già segnato 8 gol. È un centrocampista difensivo in una squadra piena di centrocampisti offensivi, ma segna più di loro, nonostante sembri più inadeguato al calcio di loro.
  2. Il gol di Soucek ha permesso al West Ham di battere l’Everton. Questa è stata la prima vittoria di David Moyes a Goodison Park, alla quinta visita in tutte le competizioni, da quando non è più l’allenatore dei Toffees. Moyes ha allenato l’Everton dal 2002 al 2013, senza mai vincere un trofeo.
    Però ha portato nel Merseyside Tim Cahill, consacrandone il talento, una cosa che potrebbe valere più di tante coppe.
“Normalmente in questo periodo ho 3 settimane libere in cui mangio insalata di patate in Repubblica Ceca”

3. Restando in Inghilterra, sabato sera l’Arsenal ha battuto 4–0 il WBA. Bukayo Saka ha segnato il 2–0 rendendo questo articolo già vecchio, ma molto profetico. OK, basta spam.

4. Matt Doherty del Tottenham si è fatto espellere nella vittoria dei suoi per
3–0 sul Leeds, certificando una prestazione personale decisamente sottotono. Subito dopo, a bordo campo ha detto qualcosa a Mourinho, che non lo ha guardato benissimo.

5. A Glasgow si è giocato l’Old Firm, ovvero il derby tra Celtic e Rangers. Lo hanno vinto i secondi, allenati da Steven Gerrard, per 1–0. Il Celtic è rimasto in 10 al 62esimo per un cartellino rosso al difensore centrale Bitton, il quale, in un attimo di follia, ha creduto che stesse giocando a rugby invece che a calcio, fermando da ultimo uomo Alfredo Morelos lanciato a meta, pardon… rete, con un placcaggio degno del miglior Castrogiovanni. Il gol che ha deciso la partita è stato in realtà un autogol di McGregor. Su calcio d’angolo per gli avversari, salta per colpire di testa, ma ha gli occhi chiusi e il pallone gli sbatte sulla spalla sinistra insaccandosi in rete con una traiettoria che tutti guardano inermi. E’ un autogol buffo, ma McGregor è il capitano del Celtic, quindi è più giusto dire che è un autogol malincomico, ovvero che unisce tratti di malinconia a una vena di comicità.

6. Nel Celtic in attacco giocava Odsonne Edouard. In questi giorni di prime trattative per il mercato di riparazione alcune testate lo hanno associato al Milan (!) e alla Juventus (!!!). Se queste indiscrezioni che lo vorrebbero in una pretendente per lo scudetto si avverassero sarebbe una clamorosa svolta nella carriera di questo attaccante francese, che quando giocava in prestito al Tolosa è stato condannato a quattro mesi di reclusione, con sospensione della pena, per aver sparato con un arma ad aria compressa ad un passante.

7. Passiamo in Germania. Se pensate che il vostro 2020 sia stato un anno molto brutto, difficilmente è stato peggio di quello dello Schalke 04. La squadra di Gelsenkirchen non vince in Bundesliga dal 17 gennaio, un 2–0 al Borussia Mönchengladbach. Ora è ultimo in classifica a 4 punti e con la sconfitta per 3–0 conto l’Hertha Berlino di questo sabato fanno 30 partite consecutive in campionato senza un vittoria. Questo significa che sono ad una sola sconfitta dal record del Tasmania Berlino 1965/66, che non vinse per 31 giornate consecutive. Per fortuna, o purtroppo, il pubblico di Gelsenkirchen non ha potuto assistere a tale spettacolo. Settimana prossima la partita alla Veltins Arena contro l’Hoffenheim potrebbe entrare nella storia. Ah, se ve lo steste chiedendo il Tasmania Berlino non esiste più. Peccato. Taz dei Looney Tunes sarebbe stata una bella mascotte.

Il Tasmania Berlino 1965/66 — imago images / Horstmüller

8. Tra l’altro contro l’Hertha esordiva sulla panchina dello Schalke Christian Gross, allenatore svizzero ex Tottenham e Stoccarda tra le altre. È il quarto allenatore stagionale dei Knappen, il settimo in due anni. Ma sopratutto era l’allenatore del Basilea negli anni 2000, in grado di battere la Juventus per 2–1 in Champions League nel 2003. I più attenti di voi ricorderanno sicuramente la sua telefonata con Davide De Zan dove gli si chiedevano dettagli sul presunto tesseramento da parte del Basilea di Francesco Gullo, difensore del Cervia, durante le riprese del reality “Campioni-Il sogno”.

9. A proposito di Italia. Vincenzo Grifo, nel 3–1 del suo Friburgo contro l’Hoffenheim, ha segnato il suo settimo gol stagione. È il suo record personale in una stagione di Bundesliga. Dopo il gol ha mimato il gesto di una telefonata. Continuasse così, chissà che Mancini non lo chiami davvero.

10. Andiamo definitivamente in Italia a questo punto. Qualcuno sa spiegarmi cosa sta succedendo ad Arturo Vidal? Il suo primo tempo con il Crotone è stato molto negativo, caratterizzato dagli errori individuali nei gol subiti dai suoi. Il Vidal versione Inter è la brutta copia di quello che giocava alla Juventus. Il giocatore grintoso, cinico e estroso di allora ha fatto posto ad uno impacciato, statico e particolarmente nervoso. Persino Conte ne aveva viste abbastanza dopo 45 minuti e lo ha sostituito.

Chiaro Arturito?

11. Il rigorista del Crotone Simy era in panchina quindi il rigore lo ha tirato il difensore centrale Golemić. Golemìc non sarebbe un cognome più adatto per un attaccante?

12. A proposito di nomi, quelli originari dei Paesi Baschi sono sempre molto belli. Ecco quali preferisco tra quelli dei giocatori che militano in squadre basche di Liga.
1 - Ander Barrenetxea — Real Sociedad
2 - Martín Merquelanz — Real Sociedad
3 - Martín Aguirregabiria — Deportivo Alavés
4 - Unai Vencedor — Athletic Bilbao
5 - Gaizka Ayesa — Real Sociedad
L’Eibar non ha giocatori provenienti dai Paesi Baschi. Che delusione.

13. Per dovere di cronaca ecco i risultati delle squadre basche nell’ultima giornata di Liga: Athletic Bilbao-Elche 1–0; Alavés-Atletico Madrid 1–2; Real Sociedad-Osasuna 1–1; Eibar-Granada 2–0.

14. Avevo scritto basta spam, e invece. L’altro giorno vi parlavo di Saka, giusto? Eccovi un altro 19enne interessante. Bryan Gil dell’Eibar.

Non ha neanche un brutto nome per non essere basco.

15. Torniamo in Germania, perché c’è stata la partita Borussia Dortmund-Wolfsburg, ovvero l’interessantissima sfida tra i due attaccanti più grossi della Bundesliga. Erving Haaland contro Wout Weghorst. 1.94 metri x 88 chili x 10 gol in Bundes il norvegese, 1.97 x 84 x 9 l’olandese. Chi ha vinto? Sul campo il Dortmund 2–0, provando a scacciare la crisi. Ma Haaland non ha fatto gol, nonostante i 4 tentativi a rete.

16. Nel frattempo Lewandowski ha allungato sui due giganti, portando a 19 il suo bottino di gol stagionali in Bundesliga, anche se il Bayern se l’è vista brutta, essendo andata sotto di 2–0 nel primo tempo in casa contro il Mainz. Alla fine ha vinto 5–2, quindi in realtà non se l’è vista poi tanto brutta. Il Mainz schierava persino un portiere esordiente, Finn Dahmen, a cui bisogna augurare giornate più tranquille tra i pali.

17. Tornando a Dortmund, la partita l’ha decisa Jadon Sancho con un gol e un assist. Il dribbling con qui elude il recupero del difensore prima di segnare è una delle cose più belle della giornata. E il talento inglese ha rischiato di non giocare questa gara. Poco più di una settimana fa si trovava al party di Natale a casa di Kyle Walker, terzino del Manchester City. Oltre a loro c’erano diversi altri giocatori di Premier League, che ha dovuto rinviare alcune partite per un alto numero di casi di atleti positivi al Covid. Ora io mi chiedo: ma perché con tutto il mondo in quarantena e capi di stato che dicono 24 ore su 24 alla TV che a Natale e Capodanno si può stare massimo in 5 in casa, tu calciatore con milioni di follower metti la foto del tuo party clandestino dove sei con 20 persone? Perché lo fai? Tralasciando tutti i discorsi sulla responsabilità di organizzare feste con tanti invitati e quindi ASSEMBRAMENTI in un momento del genere, che non mi competono, perché posti la foto? Ci tieni a farti beccare? Non hai voglia di evitare tutto quel teatrino fatto di scuse, comunicati stampa, discorsi sul buon esempio, magari multe, a cui sai di andare incontro? Non è una seccatura evitabile pur sgarrando? Cioè, magari ti beccano lo stesso, però c’è modo e modo. Ma poi, non perde anche di fascino il tuo secret party cosi? È evidente che questa generazione di calciatori avrebbe dovuto imparare qualcosa dal Berghain, famoso club di Berlino. Foto vietate = picchi di coolness. Mi rivolgo a te, calciatore. Ascolta il mio consiglio. Finché c’è il virus in giro non postare foto che ti ritraggono con tante persone e magari lontano da casa. Purtroppo nessun calciatore di Serie A o simili leggerà questo pensiero. Amen.

18. Walker per questo motivo non ha giocato questa settimana. Poco male per il City, che ha battuto il Chelsea 3–1, facendo piombare l’ombra dell’esonero di Lampard sulla panchina del Chelsea. Se mai un vostro amico, mentre disquisite di tattica al pub, vi dicesse che la vostra squadra deve comprare un attaccante d’area, mostrategli questa foto.

E vi ricordo che falso nueve non vuol dire attaccante basso

19. A proposito di squadre senza attaccanti d’area, il Milan ha vinto ancora nonostante l’assenza di Zlatan. Protagonista è stato Rafa Leao autore di un gol a pallonetto da posizione non banale, che rende irrilevante l’uscita sbagliata del portiere del Benevento. Questa è la sua decima rete in Serie A, e diventa così il più giovane straniero a raggiungere la doppia cifra di gol nel campionato italiano dopo Alexandre Pato, cosa che può fare sbizzarrire in paragoni, per quanto il talento del brasiliano era decisamente più folgorante. Il portoghese ha cambiato la sua esultanza. Invece di mimare una telefonata, ha indicato ripetutamente al polso, come fosse giunta la sua ora. Un pallone gonfiato che manco Damian Lillard... Vedremo.

20. Il gol dell’1–0 di Zapata al Sassuolo è stato il 200esimo gol consecutivo dell’Atalanta non realizzato da un italiano. Dopo quello di Mancini, nel gennaio 2019, i bergamaschi hanno distribuito i loro gol tra altri 19 giocatori, tutti stranieri. Ovviamente il 2–0 lo ha segnato Matteo Pessina, da Monza. Del resto 200 era proprio un bel numero. Ora il conto è ripartito, arrivando fino a 3, ma non credo arriverà a tantissimi numeri oltre.

21. Ma che acqua ha fatto a Roma? E nonostante il campo pesante uno dei protagonisti è stato il suo giovane più tecnico palla a terra, Gonzalo Villar. Il talentino di Murcia dopo appena un anno sta prendendo sempre più fiducia.

22. All’89esimo di Parma-Torino, Armando Izzo sigla di testa il raddoppio dei granata, che poi arrotonderanno il risultato finale con Gojak. Il difensore del Torino sta vivendo un momento di rinascita, due gol consecutivi dopo essere stato messo ai margini della rosa a lungo. L’esultanza di Izzo è un momento di gioia folle, con lui che più che volersi togliere la maglietta sembra volersela strappare di dosso, sommerso dall’entusiasmo dei suoi compagni. A un certo punto le telecamere non lo trovano più. Ed eccolo infine emergere con il corpo quasi completamente coperto di nero, su cui puoi scorgere qualche figura. Ho guardato i disegni neri sul corpo di Izzo, e vi ho trovato: almeno 3 croci; almeno 2 volti di tigri, di cui uno grande tutta la schiena; 2 felini imprecisati che lottano/giocano; un imprecisato numero di rose; due stelle; la scritta “Aurora”; la scritta “Gaetano”; dei pipistrelli; una corona; almeno 2 paia di ali d’angelo; un leone; il numero 17; i numeri 5–10–14; altri numeri che non distinguo; il volto di Gesù; la scritta “Dio esiste” grande tutto il petto; un altro volto dentro ad un colletto enorme; altre cose che non riesco a distinguere; un bambino seduto su un pallone che guarda le Vele, il complesso residenziale di Scampia.

Alessandro Sabattini / Stringer

23. Ho dato uno sguardo al campionato portoghese. A calendario c’era Sporting Libona-Braga. Lo Sporting ha vinto 2–0 ed è in testa alla classifica. Tra gli highlights ad un certo punto è apparso Joao Mario in conduzione, me lo ero dimenticato.

24. Da pensare a Joao Mario a pensare a Christian Eriksen è un attimo. Il danese dell’Inter lo avevo visto scaldarsi nel secondo tempo, mentre i suoi compagni ne facevano 6 al Crotone. Alla fine si è solo scaldato, senza entrare. Io non lo dimenticherò mai Eriksen, perché gli ho sempre voluto un gran bene. Mi chiedo se altri appassionati della Serie A se lo dimenticheranno come io ho dimenticato Joao Mario.

25. Il Lipsia è secondo in classifica di Bundesliga, 2 punti dietro al Bayern Monaco. Ha la miglior difesa, 9 gol subiti in 14 partite. Ma davanti sono dei gran spreconi. Effettuano più tiri del Bayern Monaco — 306 contro 282 — ma ne hanno convertiti in gol solo l’8,2%. Contro lo Stoccarda basta l’1–0, ma di occasioni se ne sono mangiate parecchie, anche un rigore. E il portiere Gulacsi li ha salvati con un miracolo sull’unico tiro in porta degli avversari.
Quanto manca Timo Werner da quelle parti.

Mi sa che dopo aver visto questa cosa, gli mancherà un po’ di meno.

26. Passiamo a chi invece la reta l’ha gonfiata. Come il Napoli a Cagliari, vincitore per 4–1, 34 tiri e una grande prova offensiva in termini di qualità di occasioni create, con ben 4.8 di Expected Goals. La rete del 2–1 di Zielinski è una perla. Tre tocchi pregevolissimi con cui manda al bar tutta la difesa del Cagliari, appoggiando di giustezza il pallone in rete.

27. Purtroppo per Zielinski, è di Zaccagni la rete più memorabile del turno di Serie A. Al centrocampista del Verona riesce la rovesciata che chiunque abbia giocato almeno una volta sogna di fare in partita. Quella giocata su cui tendenzialmente ci si esercita d’estate al mare. Ma il plauso va fatto anche ai suoi compagni che gli apparecchiano la rete con un azione da manuale. Una squadra che tendenzialmente associamo di più alla fase di interdizione arcigna che a certe esecuzioni.

28. Se invece delle grandi giocate nello stretto o alle acrobazie in aria preferite i gol costruiti in solitaria, magari dopo una grande galoppata, la rete di Eberechi Eze del Crystal Palace fa al caso vostro. Partito dalla sua trequarti, dopo aver saltato due avversari arriva fino al limite dell’area, approfittando delle grandi incertezze della difesa dello Sheffield United piazzando il pallone con il piatto sul palo scoperto esattamente dove il portiere non può arrivare. Un tocco delicato. Un colpo da biliardo degno di O’Sullivan.

29. Ma nessuna di queste giocate ha la classe del gol di Amiri del Bayer Leverkusen.

Calma Menez vale? E che palla di Wirtz.

30. Il mio ultimo pensiero — nella prima tornata di pensieri — riguarda Lionel Messi. A Barcellona il 2020 è stato molto tumultuoso, anche se i tumulti erano cominciati ben prima da quelle parti. Un tifoso del Barcellona che seguo sosteneva tempo fa che la fine del ciclo e conseguente rifondazione dovevano arrivare il giorno dell’eliminazione ai quarti di Champions per mano della Juventus nel 2017, per la precisione già dopo il primo gol di Dybala nella gara di andata. Messi è stato molto vicino a lasciare il Barcellona la scorsa estate, probabilmente lo avrebbe fatto se i suoi avvocati non gliel’avessero sconsigliato. A breve ripartirà il tormentone. Io spero che rimanga al Barcellona, per una questione di romanticismo, la classica storia dell’ultima bandiera, come Totti, Maldini e Puyol. Ma la cosa più giusta da fare la sa solo lui, ovviamente. Poi chissà magari il teatrino non ci sarà. Di sicuro la traiettoria del suo nuovo anno non può andare peggio del primo tiro che si è preso nel 2021.

Capita anche a lui.
di Alessandro Giura

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.