Szalai, di tacco

Un lampo di genio e estetica di un giocatore più utile che bello.

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
4 min readSep 25, 2022

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Durante l’intervallo di Italia-Inghilterra di Nations League, Daniele Adani e Alessandro Antinelli prima di commentare il primo tempo degli azzurri aggiornano gli spettatori del risultato di Germania-Ungheria, l’altra gara di quel girone. L’Ungheria era passata in vantaggio grazie a Ádám Szalai, autore di un gol per detta di Antinelli “di tacco, alla Roberto Mancini”. Chissà quanti altri spettatori hanno preso in mano lo smartphone per cercare il video del gol dell’attaccante ungherese.

Il gol è effettivamente molto simile a quello che nell’immaginario collettivo tutto italiano associamo all’attuale commissario tecnico della nazionale. Calcio d’angolo di Szoboszlai battuto più che sul primo palo verso il vertice più vicino dell’area piccola, molto basso, che scende ad altezza ginocchio. Szalai ha tagliato verso di lì e fa la cosa più istinitiva possibile: colpisce la palla con il tacco del piede destro e riesce a darle un parabola che termina imparabilmente sul palo più lontano e sopra lo sguardo di tutti gli avversari e compagni. Un gol spettacolare, un lampo a ciel sereno che lascia annichilite tutte le persone tedesche presenti alla Red Bull Arena di Lipsia.

Szalai non si lascia prendere dall’euforia che avrebbe avuto chiunque dopo aver compiuto una prodezza calcistica del genere. Non esulta, sembra quasi voglia essere lasciato indisturbato dai compagni che invece euforici lo sono eccome. Fa cenno di no a Szoboszlai con la mano, per non farsi abbracciare, ma viene ignorato e a ruota tutti i compagni lo avvolgono. Lui quasi li ignora, alza le braccia e punta gli indici al cielo, inginocchiandosi sommerso dalle maglie rosse dei suoi compagni. Aspetta che tutti si dileguino dopo averlo festeggiato e allora mostra il nome sulla maglietta agli spalti. Una celebrazione molto curiosa, un po’ una dedica personale che non riesce a rimanere intima, un po’ anche un momento di pavonaggiamento.

Szalai ha 34 anni ed è capitano dell’Ungheria dall’Europeo del 2021. Quella manifestazione è stata la prima che ha messo l’Ungheria al centro dell’attenzione del calcio internazionale per quanto mostrato in campo dopo un’era stagnante, priva di risultati e giocatori di talento nonostante la grande tradizione del calcio ungherese (il nome Ferenc Puskás dovrebbe dire qualcosa a molti). Ha giocato tutta la sua carriera da professionista in Germania, eccetto un curioso triennio in giovane età con il Real Madrid Castilla, vestendo le maglie di Mainz, Schalke e Hoffenheim. In carriera ha giocato 447 partite, segnando 96 reti. Non sono i numeri di un bomber, ma parliamo di un giocatore che ha avuto una carriera di tutto rispetto, sempre utile in qualsiasi squadra abbia giocato. Con la nazionale ungherese ha segnato 26 gol in 86 partite.

Nel Real Madrid Castilla il suo allenatore era Lopetegui.

Oggi lo vediamo come leader carismatico indiscusso dell’Ungheria allenata da Marco Rossi, una delle squadre in ascesa del calcio europeo, in grado di tener testa alla Francia e alla Germania nel girone dell’ultimo europeo. Eppure ha avuto un momento difficile anche nella voglia di rappresentare il suo paese sportivamente: nel 2013, dopo una pesante sconfitta subita contro l’Olanda per 8–1, Szalai andò ai ferri corti con l’allora CT Egervari, venendo così escluso nelle successive convocazioni. La sua reazione fu annunciare il ritiro dalla nazionale. Tornò su suoi passi a ottobre del 2014 quando fu assunto un nuovo allenatore, Pál Dárdai, che lo convinse a tornare considerandolo la sua personalità da leader fondamentale per il gruppo.

Szalai da quest’anno gioca al Basilea, e in campionato deve ancora trovare la prima rete. Alto 1.93, è il tipo di attaccante lento, ma molto associativo e abile nel gioco aereo. Di quelli che si butta a capofitto nel duello fisico con i difensori avversari e che fa tanto lavoro nel ripulire i palloni per i compagni. Insomma non è esattamente quel tipo di giocatore da cui ci si aspetta colpi di estetica con la palla, ma di quelli che possono tornare molto utile. Contro la Germania su quel calcio d’angolo ha effettivamente fatto la cosa più utile, forse l’unica che poteva fare in quel tipo di situazione: con la palla così bassa poteva creare qualcosa di pericoloso solo re-indirizzandola con il tacco e il suo istinto gli ha parlato talmente bene da renderlo artefice di un gol spettacolare. Ha dato un’immagine da vocabolario vicino alla voce “unire l’utile al dilettevole”.

Con questo gol l’Ungheria è prima nel girone di Nations League e si giocherà con l’Italia la qualificazione alle semifinali di questa strana competizione. Sta tornando sulla mappa del calcio europeo grazie alla compattezza difensiva di Willi Orbán, Peter Gulácsi e Attila Szalai, e al giovane talento di Dominik Szoboszlai e András Schäfer. Ma c’è anche il vecchio Adam Szalai a dirigere l’orchestra, con la sua leadership e la sua consistenza. Ha annunciato da poco che presto si ritirerà dalla nazionale, questa volta probabilmente per davvero. Ha fatto in tempo a realizzare questa perla di tacco simile a quella di altri campioni che identificano il gesto tecnico e farsi associare al colpo di genio per una sera.

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.