Aiutati che Dio t’aiuta

Angelo Moroni
Cristiano Errante
Published in
4 min readJan 9, 2019
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Mi sembra doveroso iniziare questa pubblicazione con un incoraggiamento, anche se tratto dalla cultura popolare. Avrei potuto scegliere un altro detto molto simile e probabilmente più antico visto la sua natura latina— Audentes fortuna iuvat (Il destino favorisce chi osa, o più comunemente la fortuna aiuta gli audaci)- e sarebbe andato bene comunque, ma volevo concentrarmi sul primo sia perché è uno dei primi che ricordo da quando sono bambino, sia perché vorrei sapere se veramente abbia qualche valenza spirituale.

Innanzitutto ragioniamo sul significato: questo detto ci esorta a darci da fare. Ci spinge a prenderci cura di noi stessi e dei nostri interessi e nel caso in cui il Signore gradisse la cosa non ci farà mancare il suo aiuto. Questo include, d’altro canto, che se ciò che abbiamo iniziato a fare non è gradito a Dio verremo bloccati; e credo sia anche giusto.

Ma nella Scrittura, il Signore ci esorta a muoverci per primi?

Qualcuno potrebbe rispondere negativamente e prendere come esempio Re Saul il quale, per non far spazientire ulteriormente il proprio esercito che era fermo a Ghilgal da sette giorni, decise di muoversi nonostante Samuele gli avesse detto di aspettare e decise, dunque, di sacrificare del bestiame per farsi perdonare. Il problema, però, è che il Signore fu molto chiaro: Re Saul avrebbe dovuto aspettare, la parola gli era stata data.

Tuttavia non possiamo neanche rispondere in maniera differente senza battere ciglio perché c’è il rischio di porre la volontà umana prima di quella divina, come se fosse il nostro impegno a condizionare il volere del Signore. Piuttosto sappiamo bene che è il contrario: è la nostra volontà a essere in secondo piano e bisogna fare ciò che Dio ci indica.

Per evitare questa confusione dobbiamo ragionare sul fatto che il detto non è Fai da te che Dio t’aiuta ma Aiutati che Dio t’aiuta. Quindi non ci sta dicendo di prendere iniziativa per conto nostro e che, se ci mettiamo tutto l’impegno possibile, Dio ci aiuterà, ma piuttosto sembra quasi entrare in soccorso laddove l’indicazione c’è, ma mancano risultati o manca chiarezza o ci sono dubbi e non si sa come andare avanti.

La Scrittura, allora, in questo caso ci dà tanti esempi di aiuto e ci esorta molte volte a chiederlo: ci spinge ad aiutare noi stessi chiedendolo al Signore che ce lo darà generosamente senza rinfacciare (Giacomo 1:5).

Non credo sia solo questo, però. Anzi il Signore vuole che noi badiamo a noi stessi: dovremmo avere cura di noi, dovremmo aiutarci.

Nella Prima lettera a Timoteo, Capitolo 4, versetto 16 questo ci viene detto chiaramente:

Bada a te stesso […]; persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano

Immaginiamo, infatti, un uomo che deve accudire la propria famiglia: non potrà dire solamente “Il Signore ci custodirà e sono sicuro che non ci succederà nulla” e lasciare che le cose vadano per conto loro, ma dovrà essere lui stesso il primo attore e il Signore lo aiuterà correggendolo lì dove sbaglia e incoraggiandolo, invece, lì dove sta facendo bene. Infatti la fede non è ottimismo, non è solo dire “andrà tutto bene”, ma piuttosto è prendere in mano la propria vita e agire seguendo la Scrittura.

… e Pane e Croce?

Credo che questo discorso valga anche in tutti quei casi in cui ci sentiamo un po’ fermi e non sappiamo cosa fare e, sicuramente, cominciare ad agire seguendo la Parola, cambiare le nostre abitudini, intensificare i momenti di preghiera o, in altre parole, migliorarci dove siamo (o ci sentiamo) mancanti non può farci che bene e sicuramente il Signore non ci farà mancare il suo aiuto e, magari, ci indicherà la giusta via da percorrere.

Pane e Croce, allora, nasce su questa idea: non nasce secondo un’indicazione particolare, non ho ricevuta nessuna chiamata al riguardo, ma sto unendo la mia passione per la scrittura a quella per il Signore. Lo reputo una buona occasione per riflettere in maniera differente sugli insegnamenti che ricevo per poterli applicare nel quotidiano.

Mi sto aiutando, dunque. Mi sto aiutando a imparare, a ragionare e se tutto questo potrà essere utile a qualcuno (anche in chiave evangelica) ben venga, ne sarei veramente lieto.

Spero, comunque, che Pane e Croce possa, se Dio vorrà, accogliere in futuro altri scrittori, altre persone che vorranno condividere la loro esperienza di fede.

Quindi non resta che salutarvi, ora. Buona giornata.

Approfitto di questo spazio in chiusa di articolo per lasciarvi i contatti della Chiesa di Cristo Re di Biella e colgo l’occasione di ringraziare i pastori per la pazienza dimostrata nei miei confronti.

Che Dio vi benedica.

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Angelo Moroni
Cristiano Errante

Code Monkey #Android per Bemind Interactive e ciarlatano digitale. (Aspirante) Scrittore e Filosofo. http://instagram.com/hooloovoochimi…