Efesini 3:20 e i piani dell’uomo
Spesso ci facciamo prendere dalla superbia di sapere come andranno le cose.
Stavolta il discorso sarà breve. Vado subito al sodo, dunque, dicendovi quello che già ho scritto nel sottotitolo di questo articolo: spesso prentendiamo di sapere come andranno le cose, come andranno i nostri piani o cosa succederà, abbiamo la superbia di dire ciò che è giusto e ciò che è un errore.
Voglio prendere questo discorso perché stavo riflettendo su alcuni avvenimenti che sono successi nella mia chiesa ultimamente, ma non entrerò troppo nel dettaglio perché esula dal discorso che voglio fare. Proverò, invece, solo a farvi capire il periodo di tensione e incomprensioni che abbiamo passato all’interno della comunità.
In poche parole, i pastori (insieme a quelli di altre comunità amiche) volevano organizzare una conferenza riguardante un tema che risulta molto delicato al giorno d’oggi e il titolo del manifesto, che sponsorizzava l’evento, poteva essere preso come provocatorio. Alla fine, però, l’evento non si è svolto perché solo la semplice pubblicizzazione dell’evento ha causato un clamore che non ci saremmo mai aspettati: ci hanno attaccato in moltissimi, da tutta Italia. Nella marasma delle cose dette, hanno fatto la loro comparsa anche testate giornalistiche, blog, trasmissioni radiofoniche nazionali e hanno trasformato il tutto in qualcosa di ben più grande di noi.
La cosa che ci ha fatto piacere, fortunatamente, è che oltre agli attacchi sono arrivate anche tante parole di conforto.
Fatto sta che al posto dell’evento è stata indetta una conferenza stampa privata nella quale sia i pastori che l’ospite hanno chiarito la propria posizione e tutti quei punti oscuri e imprecisi che sono comparsi sui vari articoli e, quindi, hanno risposto, a loro volta, alle domande dei giornalisti in sala.
Nel mentre, all’interno della nostra chiesa sono state tante le discussioni alla vicenda e ci si è divisi orientativamente in due schieramento: chi era concorde con i pastori i quali sostenevano che le scelte, sia lessicali (rispettivamente al titolo del manifesto) che d’azione (l’idea di indire una conferenza stampa o, per esempio, coinvolgere le autorità politiche), fossero tutte giuste e chi, invece, non le condivideva in pieno.
Il risultato di tutta questa storia? Abbiamo avuto molto di più di quanto ci aspettassimo, sia gli uni che gli altri. La chiesa si è ritrovata unita, si è riaccesa.
A livello mediatico abbiamo avuto grande successo e, a livello di comunità, al nostro interno, abbiamo avuto una svolta più che positiva.
La domenica in chiesa subito dopo il trambusto, quando le acque hanno iniziato a calmarsi, si respirava un’aria bellissima perché era piena di amore tra tutti i fratelli, c’era di nuovo il vigore che stavamo perdendo nell’ultimo periodo.
Per arrivare al dunque vi cito un versetto della lettera di Paolo agli Efesini (3:20) che proprio stasera mi è capitato di leggere (chissà poi quanto sia capitato 😜):
Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo e pensiamo
È proprio questo quello che volevo far capire ai miei fratelli, ma credo di non esserci riuscito in pieno: tutti, chi contro e chi a favore, avevano i propri piani, i propri pensieri e con innocente superbia pretendevano di convincere gli altri, ma il Signore si è mostrato, ancora una volta, per quello che è: più grande di noi, in ogni cosa. Più grande delle nostre idee, delle nostre visioni, delle nostre menti e della nostra comprensione.
Ci fermiamo troppo spesso a cercare di capire se un evento sia stato un errore o meno e non ci concentriamo sul piano di Dio. Siamo fermi a trovare nel nostro piano conferma da Dio che perdiamo di vista il Suo, il più importante.
Ma i nostri piani sono umani, quindi imperfetti perché soggetti alle tentazioni e alle paure.
Spero di essere stato chiaro almeno con voi. Che Dio vi benedica.
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