Leggerezza

Angelo Moroni
Cristiano Errante
Published in
6 min readMar 30, 2019

Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.

Italo Calvino

Le parole, con la stessa velocità con cui edificano, distruggono.
Il saperle usare ci mette in mano (o, più propriamente, in bocca) uno strumento potente, ma bisogna tenere a mente che, citando lo zio di Peter Parker, da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Appunto per questo voglio dare vita ad una rubrica in cui parlo delle parole che usiamo ogni giorno nel nostro quotidiano, da cristiani o meno.

Vorrei farvi apprezzare l’importanza di conoscerle e usarle adeguatamente affinché, tutti insieme, possiamo usarle per fare del bene ed edificare piuttosto che distruggere.

Il Signore sa quanto siano importanti le parole e a Babilonia mischiò le lingue per evitare che gli uomini si mettessero al suo pari.

Il Signore scese per osservare la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Disse: «Ecco, tutti quanti formano un sol popolo e parlano la stessa lingua. E questo non è che il principio delle loro imprese! D’ora in poi saranno in grado di fare tutto quel che vogliono! Andiamo a confondere la loro lingua: così non potranno più capirsi tra loro».

Genesi 11:5‭-‬7 ICL00D

La prima parola di cui voglio parlare è Leggerezza.

Per parlarne ci facciamo insegnare da quel grande uomo che è stato Calvino, il quale, in ventuno parole, dice tutto il possibile, tant’è che poche frasi sono mai state così esaustive, ma noi siamo duri a capire e le cose ci devono essere dette più e più volte. In questo club, non tanto esclusivo, mi ci metto anche io.

Noi cristiani dovremmo sapere bene di cosa sto parlando dato che la stessa Bibbia ci ripete più e più volte concetti: la Legge ci è stata donata a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa (Galati 3:19) e invece abbiamo avuto bisogno di Paolo che, senza stancarsi mai, ha scritto a chiunque potesse e tuttavia eccoci qui, dopo circa 2000 anni, immersi in tante divisioni e incomprensioni.

Come ho già detto, in questo club mi ci metto anche io, perché lessi questa frase anni fa, ma solo ora, anche grazie al pastore Paolo e pastore Giacomo, sto iniziando a darle un senso. Allora ho deciso di condividere le mie riflessioni. Mi auguro vi siano utili.

Prendete la vita con leggerezza.

A me, la parola leggerezza, piace perché mi ricorda la libertà. Associo il concetto di libertà al concetto di leggerezza, esatto. Non scopro l’acqua calda se vi dico che una persona libera si sente leggera. Se vi liberate di un problema, non siete alleggeriti? Ecco, appunto.

Calvino ci esorta a prendere tutto con leggerezza, ma potrei dire che bisogna prendere la vita sentendoci liberi che il significato non cambia molto. Inoltre, sono convinto che non intendesse solo che bisogna sentirci liberi, ma esserlo.

Come esserlo? Vi rivelo che noi già lo siamo, grazie a Cristo.

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati
Lettera ai Colossesi 2:13

Gesù, morendo sulla croce ci ha liberati e come se non bastasse ci ha mandato il Suo Spirito e, ancora, spiega a Nicodemo (in Giovanni 3) come, grazie ad Esso, siamo come il vento che soffia dove vuole, che non sai dove va e da dove viene: liberi e leggeri come il vento.

Che leggerezza non è superficialità

Calvino, poi, fa una dovuta precisazione: occhio ad essere superficiali. Per spiegarlo meglio continua, infatti, così:

La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma [ndr l’ultima frase è stata tradotta]

specificando che bisogna essere leggeri come l’uccello che vola e non come la piuma che si fa trasportare dai venti. Allora è facile citare Isaia (capitolo 40 versetto 31) che ci dice che saremo leggeri e liberi come le aquile:

ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze,
si alzano a volo come aquile,
corrono e non si stancano,
camminano e non si affaticano
Isaia 40:31

Altra cosa curiosa da sapere che in ebraico esiste la parola dĕrowr che se usata al maschile significa libertà (o anche purezza), ma se usata al femminile significa rondine.

Santificherete il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti.

Levitico 25:10 NR06

Anche il passero trova una casa e la rondine un nido dove posare i suoi piccini…

Salmi 84:3 NR06

In entrambi i versetti, in ebraico, si usa lo stesso termine[1].

In ogni caso, precisare la distinzione tra il termine leggerezza e superficialità è necessario perché, anche se nei dizionari della lingua italiana sono posti come sinonimi, credo piuttosto che il concetto di leggerezza sia molto più ampio: parlando di insiemistica potremmo dire che la superficialità sia un sottoinsieme di leggerezza.

L’insieme della leggerezza è maggiore della superficialità.

In altre parole, prendere le cose con superficialità è prendere alla leggera, mentre prendere le cose alla leggera non significa per forza prenderle con superficialità.

Facciamo un esempio molto semplice per capire meglio cosa voglio dire: immaginiamo voi siate artisti e dopo aver dipinto un quadro lo fate vedere alle persone. Oltre ai complimenti, riceverete delle critiche: affrontarle tenendo in mente frasi come “va be’ questo non capisce nulla, non me ne frega niente” è prenderle con superficialità; invece, affrontarle con uno spirito tipo “magari non è un pittore, ma potrebbe dirmi qualcosa di buono” è prenderle con leggerezza. In entrambi i casi sembri che non ci tocchino, ma nel primo vengono ignorate, nel secondo vengo pesate nel giusto modo.

Credo sia più chiaro ora.

Senza macigni nel cuore

Ecco il punto forte: cosa sono questi macigni?

Nel Nuovo Testamento, c’è un altro brano significativo nel quale gli uccelli sono presi come esempio di leggerezza. Nel Vangelo di Matteo, capitolo 6, Gesù ci dice di guardarli per prendere spunto di come dovrebbe essere la nostra vita:

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?

Vangelo secondo Matteo 6:26 NR06

Io iniziai a ragionare sulla leggerezza non troppo tempo dopo il mio battesimo, ero in treno e leggevo il Vangelo di Giovanni e mi colpì proprio il dialogo tra Gesù e Nicodemo (che ho citato prima). Mi sono chiesto: io, Angelo, sono come il vento? Leggero?

Non potevo rispondere affermativamente senza pensieri, ma mi misi a fare un confronto tra Angelo prima e quello nuovo e mi sono ritrovato molto alleggerito. Da cosa? Mi sono accorto di essere stato una persona molto arrabbiata, ora, invece, sono più sereno. Prima avevo un senso di affanno inspiegabile che ora è del tutto sparito. Ansia? Via.

I macigni nel nostro cuore, però, non sono solo questi e infatti nella lista troviamo droga, violenza, soldi, paura. Ora vi sconvolgo dicendovi che se andiamo in fondo possiamo trovare anche l’amore per il nostro partner (quando diventa gelosia possessiva), l’amore per i figli (quando diventa iper controllo) e i nostri sogni (se ci tolgono tutto il resto).

Esatto: i macigni, nei nostro cuori, possono essere ogni cosa, anche, apparentemente buona.
Per farvi un esempio, uno dei macigni per gli ebrei era (o, forse, ancora è) la Legge e tutti i rituali a cui erano legati. I nostri, invece, potrebbero essere: fare il culto sempre allo stesso modo; vivere una fede cieca, o, che ne so, arrivare a credere che siamo salvati sempre salvati (come tanti falsi profeti promettono).

Non vi allarmate, il rimedio c’è: Cristo. Ci ha liberato dal peccato, dal suo giogo, dall’idolatria, da tutti questi inganni che ci tengono incatenati e non ci permettono di essere leggeri.

Piuttosto ci fornisce un altro giogo, più leggero appunto, al quale possiamo fare affidamento, sul quale possiamo sempre contare e fare affidamento: il Suo.

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre ; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».
Vangelo secondo Matteo 11:28–30

Termino ringraziando Italo Calvino per la lezione magistrale e vi lascio un video nel quale ascolterete il messaggio del Pastore Giacomo, della Chiesa il Perugino di Perugia, con il quale approfondirete il discorso. Che Dio vi benedica.

Contatti della Chiesa di Cristo Re di Biella:

Note

[1] Qui trovate due link al dizionario Strong che approfondiscono il discorso.

Termine al maschile e termine al femminile

Grazie al Pastore Daniele per la precisazione.

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Angelo Moroni
Cristiano Errante

Code Monkey #Android per Bemind Interactive e ciarlatano digitale. (Aspirante) Scrittore e Filosofo. http://instagram.com/hooloovoochimi…