Troverai il tuo posto nel mondo

Fabio Di Felice
Panino al salame
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6 min readJan 24, 2024

Ultimamente mi sono trovato a chiedermelo guardandomi allo specchio, dritto negli occhi come non facevo da tempo. Sembra che il mondo intero mi stia superando a gran velocità, mi sento un eterno ragazzo che cammina senza meta, che studia, che impara, che si prepara per qualcosa che in fin dei conti non accade mai. Troverò il mio posto nel mondo?

In questi giorni sto giocando nuovamente a Nier: Automata (2017). Non l’ho mai finito completamente, e mi sono detto che questo periodo era l’occasione giusta per colmare la lacuna. Nier: Automata è la storia di un gruppo di androidi che combatte contro esseri robotici per la riconquista del pianeta Terra. Gli androidi seguono gli ordini dei pochi esseri umani rimasti in vita, rintanati sulla Luna; il loro pianeta natio è ormai un luogo devastato, abitato da strane e buffe creature meccaniche e da alieni colonizzatori. Nonostante l’estetica abbastanza sopra le righe, il gioco è in realtà una riflessione sull’insensatezza della vita, sul caos e sull’esistenzialismo. “Controllare gli androidi intrappolati in un ciclo infinito di morte ci ricorda l’indispensabilità dei nostri personaggi nel gioco” ( Wahba, 2018). Per approfondire la questione vi consiglio questo video di Francesco Toniolo (2023) con Marco Seregni sull’argomento.

Torniamo a noi. Questo è uno dei momenti più produttivi della mia vita, a ragion veduta dovrebbe essere anche uno dei più felici. Sto per pubblicare un mio libro con un editore, ve ne parlerò a brevissimo, penso già la prossima settimana. È un sogno che avevo da quando frequentavo l’università. Per quanto futile e narcisista possa essere, che qualcuno abbia trovato di valore qualcosa che ho scritto al punto da investirci sopra, è una delle conferme che ho sempre cercato nella mia vita post-accademica. Sono già al lavoro su un altro libro, che tra l’altro ha a che fare proprio con Panino al Salame. Anche di questo ve ne parlerò poi, più in là.

Eppure mi sento come quei pesci nel vecchio discorso di David Foster Wallace pubblicato in Questa è l’acqua (2009):

‘Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”’ (Wallace, 2009)

Vado avanti senza consapevolezza di quello che mi circonda. A volte mi sembra di sprecare un sacco di tempo, che potrei impiegare per imparare di più, per scrivere di più, per impegnarmi di più. Tutto per essere pronto al grande evento che cambierà per sempre la mia esistenza, quel pezzetto finale del puzzle che, una volta inserito nel disegno della mia vita, mi permetterà di vedere le cose dall’alto e mi svelerà la grande rivelazione.

A volte mi chiedo: perché mi piacciono così tanto le storie? E in particolare perché mi piacciono così tanto i videogiochi? Credo che sia perché i personaggi dei videogiochi nascono con un obiettivo dichiarato. Il loro dio li ha messi al mondo a fare qualcosa di preciso. Non devono mai esaurirsi a trovare lo scopo della loro vita. Gli viene letteralmente consegnato.

Link di The Legend of Zelda è l’eroe della leggenda, oltre il tempo, oltre le storie stesse, il suo destino è trovare la spada, salvare la principessa, e poi ricominciare ancora, secoli dopo. I personaggi di Persona sono adolescenti che hanno trovato il loro perché nel combattere il sistema dall’interno, scardinando pezzo per pezzo tutto ciò che ritengono ingiusto. Cloud, Tifa, Aerith e gli altri protagonisti di Final Fantasy VII si sacrificano per affrontare il loro equivalente della crisi climatica, ovvero Sephiroth. 2B e 9S, per l’appunto i protagonisti di Nier: Automata, combattono una guerra eterna allo scopo di riconquistare il pianeta per gli esseri umani. Sono stati creati per questo. Fa parte del loro sistema operativo, anzi ne è il nucleo. In un videogioco il tuo disegno è ben definito, hai un obiettivo e sai che quello ti appagherà definitivamente (Shi et al, 2019).

Ma perché questo senso di appagamento non arriva anche nella vita vera quando raggiungi certi obiettivi? A volte mi trovo a voler essere come persone che nemmeno mi piacciono perché sui social ho la percezione sbagliata che abbiano capito la loro missione. Li vedo percorrere dritti la loro strada, risoluti. Risolti. Io annaspo da vent’anni in una post adolescenza senza capo né coda, sognando il lavoro che farò domani o magari fantasticando su dove mi porterà scrivere l’articolo o il libro che cambierà il mio destino. È paradossale, perché io odio il culto del sé che i social alimentano. Dove “non sono gli argomenti migliori a prevalere, bensì gli algoritmi più intelligenti” (Han, 2023). Riconosco l’illusione nella perfezione delle vite altrui ma al tempo stesso, essendo un essere umano, è normale vedere me come un ammasso irrisolto di cose e gli altri come realizzati, felici e tutto sommato al posto giusto.

Troverò il mio posto nel mondo? Continuo a mentire a me stesso immaginando che esista un qualche tipo di traguardo. Recentemente ho visto al cinema Perfect Days (2023) di Wim Wenders, la storia di un uomo giapponese che ha rinunciato a tutto pur di vivere la sua libertà, con un lavoro umile e zero ambizione. Sembra che le cose gli vadano bene, trova la felicità nei piccoli attimi di meraviglia quando guarda il cielo o quando cerca di fotografare il komorebi (木漏れ日), ovvero il sole che filtra attraverso gli alberi. Nel corso del film però si scopre che le cose sono molto più complesse di così: non vanno bene o male; vanno e basta. E io mi sento un po’ allo stesso modo: libero, che vado e basta.

Alla fine di Nier: Automata gli androidi scoprono che stanno combattendo da secoli una guerra inutile. Il grande plot twist è che gli esseri umani sono estinti da moltissimi anni, e quindi non c’è più nessuno per cui riconquistare il pianeta Terra. Improvvisamente il senso della loro vita, il senso del loro personaggio, svanisce e si trovano a pezzi, a fare i conti con il non-senso dell’esistenza (Sugiarno, 2023). Persi, soli, incompiuti. Come noi esseri umani che nuotiamo senza una direzione.

Ma Nier: Automata ha quello che in gergo si definisce un true ending, ovvero un finale “definitivo” un po’ più complesso da sbloccare, nel quale mette in discussione il suo stesso messaggio nichilista. Nell’ultima sequenza il giocatore è chiamato a combattere contro il suo impulso autodistruttivo, contro la mancanza di senso della propria esistenza e, a ragion veduta, anche contro la percezione di aver gettato del tempo all’interno del videogioco (Philosophy and Video Games, 2018).

Il commiato finale di 2B, 9S e 2A è il messaggio che Yoko Taro, l’autore di Nier, vuole lasciare al giocatore e che, solipsisticamente, sono convinto voglia lasciare anche a me, alla fine di questo pezzo: “A future is not given to you. It is something you must take for yourself”. Nessuno ti regalerà il futuro. È qualcosa che devi prenderti da solo.

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Bibliografia

Han Byung-Chul (2023), Infocrazia, Torino, Einaudi, 2023

Philosophy and Video Games (2018), Nihilism in Nier: Automata. Disponibile al sito: https://philosophyandvideogamesblog.wordpress.com/2018/03/30/nihilism-in-nier-automata/ [Ultimo accesso: 24/01/2023]

Shi Jing et al (2019), Understanding the lives of problem gamers: The meaning, purpose, and influences of video gaming, Computers in Human Behavior, 97, p 291–303

Sugiarno Kristo (2021), NieR Automata: Meaning & Existential Despair. Disponibile al sito: https://kristoforusas.medium.com/nier-automata-meaning-existential-despair-fe1f457407c1 [Ultimo accesso: 24/01/2023]

Toniolo Francesco, Seregni Marco (2023), NieR: Automata — FILOSOFIA e spiritualità nell’opera di Yoko Taro — con Marco Seregni, Youtube. Disponibile al sito: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&si=k1HzxVkoH5kGFbiF&v=tJDWoe314hc&feature=youtu.be [Ultimo accesso: 24/01/2023]

Wahba Michael (2018), Nier and Nietzsche: Conveying Nihilism Through Mechanics, Scholarly Gamers. Disponibile al sito: https://scholarlygamers.com/feature/2018/06/27/nier-nietzsche-conveying-nihilism-mechanics / [Ultimo accesso: 24/01/2023]

Wallace David Foster (2009), Questa è l’acqua, Torino, Einaudi, 2009

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Fabio Di Felice
Panino al salame

Qualche giorno fa ho pensato “dovrei proprio cambiare la bio del profilo” e poi eccoci qua: non avevo idea di cosa scriverci.