Papille — Menù 19 giugno 2020

Game Happens
Papille: Una fettina di cultura al limone
7 min readJun 19, 2020

Il Menù di questa settimana propone riflessioni su due possibili futuri distopici e alternativi degli Stati Uniti d’America, sul ruolo fondamentale di una buona colonna sonora nei videogiochi e sulla (limitata) diversità nell’industria.

Nei Secondi si parla di come superare una visione binaria del mondo, di monumenti controversi e di arte come strumento di satira politica.

Dessert e caffè sono in compagnia di Mr. Gardiner, protagonista dell’avventura The Night Fisherman, e di Jason Segel con la serie tv Dispatches from Elsewhere.

Primi Piatti
Portate dedicate ai giochi (digitali e non) ricche di approfondimenti su critica, game design, arte e sviluppo.

The Outer Worlds: il mito statunitense con navi spaziali e fucili laser
Nivel Oculto, 11 giugno 2020
Pubblicato nel 2019, The Outer Worlds racconta di un futuro distopico che ha radici nella storia degli Stati Uniti d’America. Il mondo in cui agiamo ha caratteristiche dell’iconografia western, mentre l’etica dei singoli personaggi è sfaccettata e supera il dualismo tra bene e male. Parte integrante della narrativa è la lotta ai valori costituenti della reale società americana, come il corporativismo economico. L’articolo trae spunto dalle numerose riflessioni sulle modalità con cui lo studio di produzione Obsidian rappresenta i paradigmi culturali ambivalenti degli Stati Uniti e della società moderna, inserendo anche considerazioni di carattere politico.
Articolo in spagnolo

Gli spazi simbolici del West — come la chiesa, la strada, la banca o la fattoria — diventano pianeti da visitare e fazioni da conoscere, in dialoghi densi, scritti in modo da sembrare quasi monologhi, e in missioni da portare avanti percorrendo i luoghi che compongono questo western dello Spazio.

Dustborn prende la forza della disinformazione e la usa come un’arma
GamesRadar, 13 giugno 2020
Atteso per il prossimo anno, Dustborn è il nuovo progetto dello studio di sviluppo norvegese Red Thread Games. Ambientato in una versione distopica del 2030, il gioco propone una visione degli Stati Uniti d’America deformata dagli effetti della disinformazione, una realtà centrale attorno alla quale ruotano i destini dei personaggi. Per sottolineare ulteriormente questo aspetto, Dustborn adotta le parole come meccanica di gioco trasformandole — letteralmente — in armi.
Articolo in inglese

Come la musica determina il modo in cui giochiamo
Mashable, 14 giugno 2020
Kellen Beck analizza il ruolo della musica nei videogiochi. Nell’articolo si parla di come la colonna sonora possa enfatizzare o cambiare il significato di una scena e di come questo settore sia tenuto in grande considerazione da parte della comunità dei compositori e delle compositrici. Tra gli artisti intervistati: Grant Kirkhope (GoldenEye 007), Gareth Coker (Ori and the Blind Forest), Lena Raine (Celeste) e Winifred Phillips (Speed Racer).
Articolo in inglese

Diversità e inclusività nei videogiochi — Intervista a Dan Bernardo
IND13 games, 13 giugno 2020
In questa intervista a Dan Bernardo — fondatore e direttore dello studio di sviluppo indipendente inglese Playtra Games — , si parla degli ostacoli che le donne e le minoranze incontrano quando vogliono entrare a far parte dell’industria dei videogiochi. La testimonianza di Dan Bernardo viene raccontata anche attraverso le micro-aggressioni subite nel corso di eventi professionali, rendendo meno astratto il discorso anche agli occhi di chi non subisce ogni giorno quel tipo di discriminazione.
Articolo in inglese

Nel ruolo di fondatore, è difficile che io venga preso sul serio dagli investitori. Una persona nera non viene solitamente considerata come incline all’imprenditoria o al business, perciò devo iniziare le conversazioni elencando i miei successi solo per aver essere ascoltato.

Diversità e inclusività nei videogiochi — Intervista a Dan Bernardo
Una selezione di pietanze per soddisfare gli appetiti culturali più vari, dal cinema alla letteratura, passando per l’architettura, le scienze sociali e la fotografia.

La vita non è binaria, così come non lo è la pandemia da Coronavirus
PopMatters, 12 giugno 2020
A partire dalle esperienze di persone bisessuali o di persone che non si riconoscono nei genere binario, Meg-John Barker e Alex Iantaffi hanno scritto Life Isn’t Binary (Jessica Kingsley, 2019), un saggio dedicato alla valorizzazione delle sfumature che esistono nel mondo. Nulla è immutabile e il primo passo è quello di evitare le semplificazioni binarie che polarizzano come ‘giusto’ e ‘sbagliato’. Lo stesso si può applicare anche alle relazioni, ai corpi e all’identità nel suo insieme. Il punto di forza del libro è proprio quello di dare strumenti critici universali, come dimostra questo articolo di Hans Rollmann in cui lo stesso ragionamento viene applicato all’attuale emergenza sanitaria, superando gli stati opposti e limitanti come ‘infetti’ e ‘non infetti’, ‘noi’ e ‘loro’, ‘positivo’ e ‘negativo’, ‘meglio’ o ‘peggio’.
Articolo in inglese

Le storie problematiche di cinque monumenti recentemente rimossi
artnet, 12 giugno 2020
Tra le conseguenze più recenti della protesta Black Lives Matter, trova posto il dibattito sulla legittimità dei monumenti dedicati a personaggi coinvolti attivamente in azioni del colonialismo e dello schiavismo. Nell’articolo, Katie White ripercorre i fatti principali legati alle statue dedicate a: Jefferson Davis (a Richmond in Virginia), Cristoforo Colombo (a Boston), Leopoldo II (ad Anversa), Frank Rizzo (a Philadelphia) e Edward Colston (a Bristol). La messa in discussione di personaggi discutibili del passato è giunta anche in Italia: in questa analisi (in inglese) pubblicata su Politico, la scrittrice Giulia Blasi raccoglie fatti e opinioni sulla figura di Indro Montanelli.
Articolo in inglese

Le profezie di Deborah Kass
Hyperallergic, 13 giugno 2020
L’irriverente quanto celebre opera “Vote McGovern” (1972) di Andy Warhol è stata spiritualmente riesumata da Deborah Kass, artista che ne ha ripreso l’estetica e l’intento satirico in “Vote Hillary” (2016). Entrambe le litografie ritraggono il viso di un leader politico (rispettivamente Nixon e Trump) contratto in una smorfia, enfatizzata dal forte contrasto che le cromie fosforescenti generano tra loro. Il messaggio politico in calce genera infine un cortocircuito di senso: grazie alle evidenti similitudini e ai riferimenti metatestuali tra i due dipinti, il paragone tra le carriere politiche dei due Presidenti degli Stati Uniti d’America appare chiaro.
Articolo in inglese

Sopra: Deborah Kass, “Vote Hillary” (2016). Sotto: Andy Warhol, “Vote McGovern” (1972).
Bocconcini di gallerie fotografiche, ratatouille di video gustosi e julienne di letture veloci per stuzzicare tutti i sensi.
In The Redemption la fotografa Tawny Chatmon celebra la bellezza dei capelli delle persone nere in una serie di scatti che si ispirano al cosiddetto periodo aureo (1903–1909) dell’artista Gustav Klimt. (via Colossal)
Le fotografie di Oye Diran rappresentano la grazia e la bellezza delle persone di colore evitando di scadere nella sensualità stereotipata.
“Maktub” di Oye Diran (via Colossal)
Un interessante articolo dedicato al dibattito artistico sulla necessità di rimpatriare le opere africane nei loro rispettivi Paesi d’origine, depredati durante la colonizzazione dell’Europa Occidentale. La Francia di Macron ha dichiarato la volontà di restituire l’arte (senza averlo ancora fatto), mentre il British Museum resta inamovibile nella sua posizione colonialista. Fino a quando la narrazione della storia dell’Africa verrà intellettualmente posseduta da istituzioni straniere, essa rimarrà sempre distorta. (via Quartz)
Dessert
Giochi per tutte le tasche e bonbon offerti dalla casa per sollevare l’umore.

The Night Fisherman
Mare aperto, notte, calma piatta. La scena si apre sul delicato beccheggiare di una piccola imbarcazione di legno, ferma e immersa in sfumature di viola e porpora. Mr Gardiner pesca, solitario e taciturno, finché la ronda di notte dell’imbarcazione dell’English Protection Group non lo interrompe. Quel che segue è un dialogo serrato che in dieci minuti vi trascinerà inesorabilmente verso un finale doppio, egualmente devastante.
Si parla di immigrazione clandestina, di pratiche disumane e di derive estreme di realtà contemporanee.

Caffetteria
La nostra miscela per concludere il pasto, selezionata con cura per voi.

Dispatches from Elsewhere (2020)

di Jason Segel

Una serie tv disponibile in Italia su Prime Video che, pur non essendo perfetta, è certamente stimolante per chiunque abbia a che fare con le industrie creative.

Le storie sono manipolazione di tempo, di spazio, di punto di vista. Ci mostrano ciò che vogliono farci vedere.

Per chi cerca intrattenimento
Dispatches from Elsewhere è una serie dal sapore surreale che ricorda Maniac. È una dark comedy che disorienta e che passa due terzi della stagione a non dare spiegazioni, mentre l’ultimo terzo è composto da (fin troppe) spiegazioni.
Una parola per descrivere la serie: meta.

Per chi cerca un messaggio
Dispatches from Elsewhere è un lungo esperimento di self-help a qualsiasi livello di lettura. Si tratta di un percorso terapeutico di riflessione su se stessi e sul rapporto con il mondo e con le altre persone.
Una parola per descrivere la serie: nonchalance.

Per chi cerca creatività
Dispatches from Elsewhere racconta in modo romanzato una storia vera, un esperimento sociale e creativo in cui sono state coinvolte figure come game designer, producer, writer, attori e attrici. Al termine della stagione, vi consigliamo di guardare il documentario The Institute (Spencer McCall, 2013) per riscoprire l’essenza dei giochi urbani.
Una parola per descrivere la serie: ARG.

Digestivo
Tweet da bere tutto d’un fiato per facilitare la digestione.
Ovetto Sorpresa
Curiosità impreviste.

Questo menù è stato curato da Paolo Jansen, con il supporto di Maddalena Grattarola e Marina Rossi. Grazie per aver banchettato con noi. Ci rivediamo giovedì prossimo. Se volete inviarci assaggi imperdibili, potete scrivere a: papille@gamehappens.com

Al momento della pubblicazione di questo menù, nella nostra dispensa sono catalogati 555 titoli di videogiochi, sono collezionate 540 fonti, e sono monitorati 2310 account Twitter.

Legenda

🐣 Pulcini: adatto anche a bambine e bambini a partire dai 7 anni
🌶️️ Piccante: contiene note polemiche
🌾 Allergeni: può contenere tracce di…
❄️ Surgelato: scongelato dagli archivi
📅 Agenda: date da segnare
🌱 Exhibition: gioco già selezionato per uno showcase GH

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Game Happens
Papille: Una fettina di cultura al limone

Game Happens is a nonprofit cultural association based in Genova (Italy) focused on the impact of games. #gamehappens