Il feltro come dopamina naturale!

anna maria volponi
Parkinson a Porte Aperte
4 min readJul 23, 2021

“Vendi le tue capacità e compra stupore” Jalal Ud-DinRumi

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La dopamina è un neurotrasmettitore vitale che viene rilasciato dal nostro cervello in situazioni piacevoli e le cui funzioni sono molteplici.

Recenti studi indicano che la relazione tra la motivazione ed il sistema motorio, la dopamina e la neuroplasticità è molto più sottile di quanto si possa immaginare.

La dopamina è essenziale per “sentire” che vale la pena compiere un movimento, per sentirsi motivati a muoversi.

Non c’è movimento senza motivazione!

Lo voglio fare!

E’ questo il primo motivo per cui noi facciamo un’azione.

Lo voglio ripetere! è il desiderio di replicare un’azione che ci ha dato una sensazione positiva e quindi ci motiva a ripeterla con un processo del tutto naturale che implica un movimento volontario dettato dalla gratificazione che è il fattore chiave della motivazione.

Ci sono dei neuroni che “semplicemente” quando viviamo una gratificazione ed un premio per un risultato raggiunto producono una specie di decodificazione nel nostro cervello di quello che sta succedendo macroscopicamente.

La dopamina è implicata nel movimento volontario anche attraverso la capacità di pianificare una strategia rispetto a quello che ci accade e la creatività porta con sé, connaturate, tutte queste caratteristiche con la potenzialità del loro continuo sviluppo.

Il consolidamento di buone pratiche, soprattutto nell’ambito della prevenzione, nutre quel circolo virtuoso tra motivazione, azione che ripetiamo nel tempo e piacere di creare, che diventa apprendimento e di conseguenza successo nella vita di tutti i giorni.

La creatività, nella multidisciplinarità della riabilitazione, ha un valore prezioso perché il nostro bambino interiore si risveglia, si anima ed entra in gioco!

In questo movimento interiore che fa vibrare i nostri bisogni e le nostre emozioni, siamo portati all’esplorazione di spazi cognitivi nuovi, a nuove modalità di azione e così il nostro sguardo su ciò che ci circonda cambia.

Entrano in gioco altre forze che non vivono più nel campo dei limiti e delle difficoltà ma nello spazio del desiderio e del gioco.

Potremmo non sapere come fare una determinata cosa ma, attraverso la lana, lo sperimentiamo strada facendo affidandoci ad un movimento spontaneo e a tratti guidato, esplorando una nuova esperienza, prendendo così contatto con le cose del mondo.

Si partecipa al flusso del divenire artistico che è sempre nuovo e fresco in quanto realizza le esperienze e le emozioni che riguardano l’istante presente in cui avvengono.

L’atto creativo, seppure nella ripetitività dei gesti propedeutici allo sviluppo della manualità fine e della concentrazione, porta in sé un risultato sempre diverso e pertanto uno stimolo ed una motivazione sempre nuovi che si rinnova in ogni istante.

L’esperienza di trasformazione della lana in feltro, sempre unica a se stessa, stimola e induce a livello pratico e soprattutto simbolico l’esperienza di presa di contatto e di trasformazione del materiale.

La generosità dei molteplici aspetti del dono creativo non favorisce solo l’esercizio motorio e manuale ma tutti gli aspetti che comprendono le aree dell’emozione e dell’umore in un processo del tutto naturale.

La creazione del feltro ci abitua a vedere con gli occhi della meraviglia e aprendo i canali dello stupore, verremo portati a nutrite la percezione tangibile di nuove possibilità, del senso di magia e del Sacro presente in ogni cosa ed ogni evento della vita.

“E’ possibile cambiare abitudini specifiche soltanto con azioni in grado di formare altre abitudini specifiche”

La creatività attraverso il feltro diventa, nella riabilitazione della malattia di Parkinson, un luogo delicato e intimo, attraverso il quale entrare in relazione con noi e con il mondo, manifestando le nostre più personali ed uniche risorse, combinando insieme arte e terapia.

ll movimento e le azioni per l’infeltrimento sono sempre gli stessi e vengono ripetuti nel tempo, ma l’esperienza creativa ed il risultato sono sempre diversi, portando l’organismo ad attivare circuiti neuronali difficilmente misurabili ma i cui effetti ci danno molto di più di quanto riusciamo a calcolare; gli stessi che da sempre accompagnano l’uomo nella sua evoluzione personale e con l’ambiente circostante.

“Le basi neuropsicologiche della creatività attendono ancora il loro scopritore. Il progresso delle neuroscienze ha permesso il raggiungimento di numerosi traguardi sulla strada della comprensione del funzionamento del nostro cervello, e sicuramente potranno offrire contributi importanti anche per quanto riguarda la comprensione di cosa rende alcuni individui maggiormente creativi rispetto ad altri”.

Come sostiene Antonio Preti “Non è detto però che la comprensione completa, se mai lo sarà, del funzionamento del cervello possa dirci qualcosa di definitivo su un tratto così profondamente umano, come é l’essere creativi”.

Bibliografia

- Mandala, Martin Brauen; Sovera Edizioni

-Creatività, La sintesi magica, Pensiero Scientifico Editore di Silvano Arieti

-La vita e l’opera di L. Wittgenstein tra creatività e Melanconia. Neurologia, Psichiatria e Scienze Umane, 1997; XVII: 121–141

-Norman Doidge (2015), Le guarigioni del cervello, Ed. Ponte alle Grazie

-Marianne Cordier (2014), Il colore dell’anima, Ed. Età dell’Acquario

-Albanese, O., & Peserico (2008), Educare alle emozioni con le artiterapie o le tecniche espressive di, M. Ed. Junior: Azzano San Paolo

- Come risvegliare il tuo vero Potenziale di Paramhansa YOGANANDA, Ananada Edizioni

Articoli:

-Montuori e Purser: Deconstructing the lone genius myth: toward a contextual view of creativity. Journal of Humanistic Psychology, 1995; 35: 69–112

-Cohen JD e Servan-Schreiber D (1992): Context, cortex, and dopamine: a connectionist approach to behavior and biology in schizophrenia. Psychological Bulletin, 99: 45–77

-The contribution of psychiatry to the study of creativity di Antonio Preti e Paola Miotto

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