Giordana Volpi
Parkinson a Porte Aperte
3 min readMay 16, 2021

--

OSSERVAZIONE DELL’AZIONE E IMMAGINE MOTORIA: STRUMENTI COGNITIVI INNOVATIVI NELLA RIABILITAZIONE DELLA MALATTIA DI PARKINSON

REVIEW DI G.ABBRUZZESE, L.AVANZINO, R.MARCHESE E E.PELOSIN PUBBLICATA SULLA RIVISTA “PARKINSON’S DISEASE”, NEL 2015.

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da sintomi motori e non motori, che conducono ad un progressivo peggioramento dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana. I pazienti sperimentano difficoltà sempre più ingravescenti nella deambulazione, nei trasferimenti, nell’equilibrio e nel mantenimento di alcune posizioni.

La riabilitazione è un elemento fondamentale di aiuto al trattamento farmacologico (Levodopa) o neurochirurgico (stimolazione cerebrale profonda) e provvede a dare benefici di breve durata, ma significativi clinicamente, come un miglioramento nella velocità della deambulazione e nell’equilibrio.

Purtroppo lo sviluppo di approcci riabilitativi innovativi, supportati da evidenze scientifiche, che diano benefici efficaci e a lungo termine, è ancora insufficiente.

Tradizionalmente la fisioterapia nella malattia di Parkinson è basata su esercizi che migliorano le abilità motorie, come l’allungamento muscolare, la rieducazione dello schema del passo o il miglioramento della coordinazione.

Pic by: “ Neural correlates of action: Comparing meta-analyses of imagery, observation, and execution” Neuroscience & Biobehavioral Reviews. Robert M.Hardwick, Svenja Caspers, Simon B .Eickhoff, Stephan P.Swinnen.

L’immagine motoria (IM)e l’osservazione dell’azione (AO) sono stati proposti recentemente come strumenti riabilitativi promettenti. L’IM e l’AO condividono circuiti neuronali simili, ma non identici. Comunque, sia l’IM che AO sono coinvolti nell’apprendimento motorio e possono migliorare le prestazioni motorie, attraverso cambiamenti plastici nella corteccia motoria.

L’immagine motoria è la capacità di immaginare un movimento senza reale contrazione muscolare, cioè senza eseguirlo. L’immagine motoria può essere VISIVA o CINESTESICA. Nell’immagine visiva il paziente immagina di “vedere se stesso” compiere una determinata azione; nell’immagine cinestesica il paziente immagina di “sentire se stesso” compiere una determinata azione. Durante l’immagine motoria si attivano le stesse reti cortico-sottocorticali che si attiverebbero se il paziente eseguisse realmente quell’azione.

Secondo la letteratura è controversa l’ipotesi che nei pazienti con malattia di Parkinson esista una difficoltà nel creare immagini motorie, legata al deficit di funzionamento dei nuclei della base. Sembra che negli stadi iniziali e medi di patologia sia conservata la capacità di immaginare, ma si dimostra essere più lenta, fattore questo che riflette la “bradicinesia”. Nei pazienti con malattia di Parkinson in stadio avanzato sembra invece più compromessa la capacità di creare immagini motorie.

Nel percorso riabilitativo quindi, effettuare dei Training di immagine motoria può indurre neuroplasticità corticale e migliorare la performance dell’azione scelta, riducendo la bradicinesia. Questo risultato è ancora più efficace se al training si associano esercizi motori.

L’osservazione dell’azione si basa invece sull’attivazione del circuito dei neuroni specchio. L’ azione osservata per attivare questo circuito deve essere familiare per la persona che osserva e presente nel suo repertorio motorio, cioè deve averla già compiuta lui stesso in passato. Il sistema dei neuroni specchio è attivo anche nel paziente con Parkinson, sebbene ci siano studi controversi che mostrano l’anomalia di questo circuito, derivante dal malfunzionamento dei nuclei della base.

Durante la riabilitazione si possono effettuare dei training in cui si chiede al paziente di osservare ed eseguire l’azione che si vuole recuperare. E’ fondamentale che l’esecuzione sia svolta immediatamente dopo l’osservazione di quell’azione. Attraverso questo training si possono migliorare le performance motorie, riducendo la bradicinesia. In particolar modo la letteratura riporta un miglioramento dello schema del passo e una riduzione degli episodi di freezing della marcia, attraverso questi training di Osservazione-esecuzione.

In conclusione si può affermare che la letteratura suggerisce quindi di utilizzare IM e AO come parti dei protocolli nella riabilitazione dei pazienti con Parkinson.

--

--

Giordana Volpi
Parkinson a Porte Aperte

Fisioterapista con laurea magistrale. Specializzata nel trattamento del paziente neurologico attraverso il metodo Perfetti, in adulti e bambini.