L’innamoramento e la dopamina

Quando l’Amore fa bene alla salute

Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte
5 min readNov 14, 2021

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immagine di Rosaria Perini

Penso che tutti siamo stati innamorati almeno una volta. In genere per innamoramento si intende quello verso una persona, ma sono sicura che le sensazioni particolari di questo “stato” emotivo e corporeo molti le avranno riconosciute anche in altri tipi di situazioni. Mi riferisco alle passioni che seguite e soddisfatte ci rendono felici e quindi a tutto ciò che ci fa star bene e da cui possiamo trarre nutrimento per l’anima e per il corpo.

Eccomi, ancora una volta, a proporre una piccola esperienza che sarà unica per ognuno di noi e, ovviamente, coinvolgerà il corpo e la sfera emotiva.

Scegliamo di dedicarci “uno spazio e del tempo di qualità” per respirare ed entrare in contatto con il nostro sentire fisico ed emotivo senza giudizio.

Poi pensiamo ad un momento significativo di innamoramento, a come e a quanto abbia influito, e ancora influisca semplicemente ricordandolo, sul benessere corporeo, sul bagaglio energetico, sulla voglia di fare, sulla possibilità di star bene e, soprattutto, sul percepirci come persone che meritano gratificazioni profonde.

Perché è importante fare questa esperienza?

L’idea mi è venuta leggendo un articolo dal titolo La scienza dell’innamoramento: così l’amore potrebbe alterare la biologia del cervello” , che parla di una ricerca fatta da UniSR (Universita Vita-Salute San Raffaele di Milano) nella quale viene analizzata l’esperienza dell’innamoramento romantico, quello iniziale e passionale nella relazione:

https://www.unisr.it/news/2017/2/la-scienza-dellinnamoramento-cosi-lamore-potrebbe-alterare-la-biologia-del-cervello

Nello studio, invece di analizzare direttamente le cellule del sistema nervoso (i neuroni), operazione complessa e invasiva, come valida alternativa sono state valutate le cellule del sistema immunitario (i linfociti) perché esprimono il medesimo trasportatore DAT per la dopamina. (Nota di Mariam Benslimane Guerrieri)

https://www.unisr.it/news/2017/2/la-scienza-dellinnamoramento-cosi-lamore-potrebbe-alterare-la-biologia-del-cervello
Tabella comparativa tra lo stato neurobiologico in condizioni di normalità e in condizioni di innamoramento (di Mariam Benslimane Guerrieri)

Da questa ricerca risulta che nello stato emotivo dell’innamoramento ci sono concentrazioni cerebrali più elevate di dopamina con conseguente incremento della gioia, dell’energia e del desiderio relazionale.

Io trovo, nel leggerla, la conferma di quanto sia importante provare il piacere che Alexander Lowen definisce come:

A. Lowen e il piacere

Piacere, innamoramento, amore sono quindi connessi tra di loro. Come ci parla Lowen dell’amore?

A. Lowen e l’amore

In modo poetico ed efficace Lowen, nelle righe precedenti e in quelle che seguono, ci parla dell’importanza del sentire emotivo e corporeo e ci fa capire con semplicità quanto sia importante avere capacità propriocettiva per rapportarsi anche con gli altri.

Obiettivo della terapia bioenergetica

Il cuore aperto è collegato con la gioia, con la gioia di vivere e con il mondo esterno.

Come possiamo espandere cuore e mente per andare verso il piacere e provare gioia?

Fin qui sembra chiaro che quando ci innamoriamo e veniamo ricambiati e gratificati dall’amore possiamo stare bene e vivere più sani.

Ma se non abbiamo l’anima gemella con cui avere lo scambio d’amore?

Mi riferisco di nuovo a quanto accennato all’inizio, cioè a quell’innamoramento che è passione per qualcosa che ci piace e che ricerchiamo per stare bene. Non è detto che debba essere necessariamente una persona. Dare spazio ad una passione è poter provare piacere e soddisfazione per nutrire l’anima e il corpo… aumentando i livelli cerebrali di dopamina!

Quando ci attiviamo per coltivare una passione e arriviamo a soddisfarla, ci sentiamo protagonisti e responsabili nella costruzione della nostra gratificazione, dell’autostima, di aspetti della nostra vita che ci sembrerà più ricca e degna di essere vissuta. Saremo, così, più aperti a dare e a ricevere amore.

Scrivendo questo mi rivolgo a tutte le persone che si sentono schiacciate da eventi che non hanno potuto evitare o controllare come, ad esempio, una malattia (il Parkinson!) che sembra rubare la vitalità, l’autonomia, la percezione del poter dare e ricevere amore.

La mia esperienza di “dona-cure” mi ha illuminata sul fatto che sia l’ammalato che chi lo assiste convoglino, molto spesso, tutta l’energia nell’opporsi alla malattia. Se invece la accettassimo (non si può fare altrimenti, visto che c’è) e la esplorassimo per conoscerla meglio, ci accorgeremmo degli spazi che ci lascia: spazi vitali da sfruttare per non permetterle di fagocitarci e di logorare la nostra vita.

Per esempio, invece di pensare con dolore a cosa non è più possibile fare, si potrebbe invertire il pensiero e sentire quanta voglia abbiamo di realizzare un progetto. Utilizziamo, allora, la spinta del desiderio per cercare modalità diverse, accettare tempi di realizzazione più lunghi, apprezzare l’aiuto che ci viene offerto da chi ci ama, accorgerci di essere ricchi perché abbiamo altre potenzialità e altre risorse che non immaginavamo di possedere. Questa progettualità alimenta l’entusiasmo e l’autostima, ci permette di percepirci proattivi e protagonisti, aprendo il nostro cuore che si nutre dell’amore per la passione che stiamo coltivando.

Ma il piacere può nutrirci anche quando arriva da situazioni molto più semplici e quotidiane: quando ci incantiamo a guardare un tramonto, quando ci emozioniamo ascoltando musica, quando ci rigeneriamo passeggiando al parco o ridendo di gusto mentre beviamo un caffè con un amico, quando riusciamo a goderci un abbraccio, uno sguardo d’intesa, un sorriso sincero o la magia di un incontro imprevisto.

Ebbene, tutte queste situazioni mimano neurobiologicamente lo stato di innamoramento vero e proprio e, anche in questo caso i livelli cerebrali di dopamina aumentano!

Bibliografia

A. Lowen — Bioenergetica . Ed. Feltrinelli Aprile 1998

Sitografia

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Rosaria Perini
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