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RIABILITAZIONE DI GRUPPO NELLA MALATTIA DI PARKINSON

Nel percorso riabilitativo della Malattia di Parkinson è di fondamentale importanza considerare il valore del gruppo come elemento che contribuisce in modo significativo al raggiungimento ed alla stabilizzazione degli obiettivi che sono alla base dell’intervento stesso. L’individuo è un essere sociale che, inserito in un determinato contesto sociale, culturale e familiare, di fronte all’esperienza di malattia manifesta un vissuto interno senza dubbio conflittuale determinato da essa e che difficilmente scinde da ciò che i propri significati di vita, i propri valori hanno condizionato nel proprio essere nell’arco della sua esistenza (Principi di Terapia di Gruppo, Eric Berne, Astrolabio, Roma, 1986).

In questo senso, il gruppo rappresenta uno spazio importante per prendersi cura di sé stessi, divenendo protagonisti della propria vita e dove la condivisione, l’affrontare e confrontarsi insieme ad altri con esperienze comuni rispetto il proprio vissuto di malattia generano e promuovono valide risorse nella persona con Malattia di Parkinson. L’isolamento, la solitudine, le paure, le tante, diverse e profonde emozioni riguardo il vissuto del proprio corpo, l’ansia e la depressione rispetto al proprio futuro, l’apatia e mancata motivazione che generano difficoltà nella gestione quotidiana a livello personale, familiare e sociale, possono attraverso la condivisione e la coesione di gruppo dare spazio a nuove possibilità di elaborazione e trasformazione non solo a livello psicologico ma anche a livello neuro-cognitivo che conseguentemente possono agire sull’aspetto motorio, apparentemente più correlato all’esperienza corporea (Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo, Irvin D. Yalom ed altri, Bollati Boringhieri, Torino, 2009).

Nell’utilizzo di un METODO RIABILITATIVO MULTIDIMENSIONALE, e seguendo le indicazioni delle Linee Guida Internazionali (Diagnosi e terapia della malattia di Parkinson, Scottish Intercollegiate Guidelines Network, 2013; KNGF Guidelines for physical therapy in patients with Parkinson’s Disease, Royal Dutch Society for Physical Therapy, 2004) è possibile coinvolgere nel contesto della stessa seduta di gruppo gli aspetti motori, cognitivi ed emozionali o psicologici che la persona con Parkinson si trova ad affrontare nel proprio difficile percorso di malattia, dove risulta concreta la possibilità di un approccio MULTIDISCIPLINARE che comprende ed include in toto l’essere umano affetto da questa malattia rendendo in questo modo possibile il superamento del concetto di riabilitazione di una volta sostanzialmente individuale e di tipo fisioterapico e sostituendolo con un intervento di gruppo.

Consideriamo importante nella formazione di un gruppo di riabilitazione di persone con la malattia di Parkinson l’osservazione di certi criteri tali il grado di autosufficienza delle persone coinvolte, il numero dei partecipanti, così come la necessità di una valutazione iniziale globale del paziente con l’obiettivo di creare dei gruppi omogenei, fattore che faciliterebbe la coesione, l’integrazione e la miglior gestione delle attività.

Rispetto la riabilitazione motoria, questa ha come obiettivo attraverso strategie per il movimento armonico e fluido il lavoro sulla respirazione e la consapevolezza di essa, l’acquisizione di tecniche di gestione delle attività di vita quotidiana riguardo il movimento, la gestione degli spazi, la postura, l’equilibrio, ed in generale la gestione dell’autonomia ridotta.

La stimolazione cognitiva data dalla partecipazione al gruppo e da tecniche in linea con le attuali indicazioni riabilitative della malattia di Parkinson favorisce il potenziamento delle proprie risorse e potenzialità rispetto le funzioni dell’attenzione, concentrazione, memoria, pianificazione, memoria del lavoro, funzioni esecutive tra altre, con l’obiettivo di ridurre la progressione della malattia e promuovere l’autonomia e l’autostima.

L’intervento psicologico, d’altra parte, mirato ad affrontare l’ansia, la depressione, l’elaborazione del vissuto di malattia, la gestione emozionale e l’elaborazione del vissuto del proprio corpo, ha come obiettivo l’esplorare e ritrovare validi significati di vita, promuovere una maggior autostima, una maggior consapevolezza e accettazione di sé che permetta alla persona con Parkinson e a chi le sta vicino una migliore qualità della vita oltre il difficile vissuto della sofferenza.

Dal punto di vista psicologico divengono in questo modo obiettivi cardine della RIABILITAZIONE DI GRUPPO NELLA MALATTIA DI PARKINSON l’acquisizione di una maggior consapevolezza di sé, l’attivazione di valide risorse residue o potenziali, l’elaborazione e gestione delle emozioni “negative”, l’elaborazione del vissuto di malattia attraverso la quale poter trasformare l’esperienza del proprio corpo, l’elaborazione di lutti non risolti o complicati, la gestione dell’apatia e della motivazione, la gestione del sonno, il potenziamento delle funzioni cognitive, portando attenzione ai comportamenti a rischio ed alla promozione dell’autonomia quotidiana, tra altri.

Inoltre, detti gruppi nel contesto di un approccio di intervento multidisciplinare coinvolgerebbero figure professionali specializzate nella riabilitazione della Malattia di Parkinson. L’intervento ed il coordinamento con specialisti nella riabilitazione della persona con malattia di Parkinson dal punto di vista logopedico, dell’alimentazione ed adeguata nutrizione , della terapia occupazionale, così come esperti in attività quali la musicoterapia, attività manuali come la lavorazione del Feltro, il giardinaggio, l’ortoterapia tra altre, permette di integrare l’equipe che fornisce un approccio globale ed integrato al paziente.

E’ proprio attraverso l’ INTERVENTO RIABILITATIVO MULTIDIMENSIONALE E MULTIDISCIPLINARE DI GRUPPO CON PERSONE CON MALATTIA DI PARKINSON che si rende possibile la condivisione di esperienze ed emozioni che nella loro immediatezza “possono convincere il corpo a manifestare nella realtà” una nuova visione nel presente e nel futuro della persona con Parkinson non più con una prospettiva limitante ma dove sia effettivamente possibile rallentare la progressione della malattia, dove sia possibile seguire il flusso della vita con passione e gioia oltre la sofferenza, dove alla PERSONA sia possibile realizzare la propria essenza innata, essenza unica, inimitabile ed irripetibile rispetto le proprie doti fisiche, mentali, emotive e spirituali in un contesto sociale che favorisca l’integrazione oltre l’esperienza di malattia.

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Maria Gabriella Ramirez D'Amato
Parkinson a Porte Aperte

Psicologa Clinica, con esperienza pluriennale nell'assistenza e nella riabilitazione di persone con malattie neurodegenerative in particolare MP