Ti si legge in faccia!

Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte
5 min readSep 6, 2021

Il viso … non ha bisogno di parole.

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Tutti conosciamo e usiamo gli emoticon per spiegare, in messaggi veloci, ciò che proviamo in quel preciso istante senza usare parole. Ogni emoticon è disegnato con pochi tratti essenziali che combinano posizioni di occhi e bocca e decodificano, grossolanamente, le emozioni.

Prima ancora di dare spiegazione sul perché di questo articolo leggiamo quanto scrive la Dott.ssa Maria Stallone Alborghetti a proposito di volto e di esercizi di bioenergetica per il volto: [2]

Se gli esercizi bioenergetici del volto sono la parte più delicata e peculiare dell’Analisi Bioenergetica proviamo a fare una piccola esperienza pratica… adesso!

Giochiamo e impariamo dal gioco, come ci insegnano i bambini, e imitiamo le espressioni degli emoticon.

Facciamolo in compagna, concedendoci un momento di divertimento e condividendo l’esperienza, oppure da soli, cosa ottima soprattutto se vogliamo regalarci più libertà di… movimento!

Se ci va possiamo aiutarci con le mani, dandoci pizzicotti sulle guance, allargando la bocca con le dita o carezzandoci dolcemente e amorevolmente il viso per sentire e riconoscere, sotto la nostra pelle, quali piccoli muscoli ci sono.

Proviamo anche ad aggiungere dei versi che diano senso alle smorfie, ricordando che l’uso della voce in bioenergetica è ciò che facilità lo scioglimento delle tensioni. Questa potrebbe essere la parte più difficile da fare perché la maggior parte di noi adulti ha perso la spontaneità necessaria che invece nei bambini è naturale.

Ma se ci lasciamo andare e ci “arrendiamo al corpo” ciò che sembra inizialmente impossibile da fare ci traghetterà verso il divertimento, il rilassamento, un respiro più profondo e lo scioglimento delle tensioni.

Le prime volte che proveremo a fare questi esercizi, per superare il senso del ridicolo che potrebbe bloccarci, possiamo provare a star sdraiati e fare le varie smorfie e i vari suoni vocalizzati guardando il soffitto e ascoltando, comunque, ciò che succede intorno sintonizzandoci con le altre voci!

Da questa posizione privilegiata che ci protegge dall’idea del giudizio altrui possiamo relazionarci e interagire con chi fa gli esercizi con noi. In un secondo momento guardarsi negli occhi sarà più semplice, divertente, istruttivo e costruttivo (visto che nelle relazioni si impara dagli altri e si costruisce con gli altri).

Ah! Quante domande a cui rispondere senza giudizio potremo porci!

Come mi sento se strizzo gli occhi e tiro fuori la lingua? Se faccio gli occhi storti mentre sorrido? Se butto giù gli angoli della bocca e porto la mandibola avanti? Come sta, cosa sente il mio collo? dove si allenta oppure si “incricca”? Dove e come sento il mio respiro? È fluido, è profondo? Oppure è corto, superficiale e poco soddisfacente? Cosa fa la mia lingua? È facile muoverla? E il mio naso? E la mia voce ? Come la sento? Esce spontanea? Mi sembra “fuori luogo”? Da dove mi arriva, dalla pancia o direttamente dalla gola? Mi sento più libero se sono sdraiato e guardo il soffitto oppure se mi relaziono guardando negli occhi chi fa l’esercizio insieme a me?… E tante altre domande ancora!

Quindi “giochiamo a fare smorfie” ma facendo attenzione a quello che succede mentre le facciamo esercitando la nostra capacità di ascolto interno ed esterno!

Grazie a questi esercizi possiamo finalmente dare importanza al nostro viso e conoscerlo meglio. È la parte del nostro corpo che parla di noi, che comunica all’esterno ciò che sentiamo con espressioni esplicite o con microespressioni di cui molto spesso non ci rendiamo conto.

Quindi per apprezzare meglio le “smorfie” e averne consapevolezza corporea potrebbe essere utile guardare le immagini che seguono perché possiamo renderci conto di quanti muscoli ci sono sul viso.

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Ogni muscolo, anche quello più piccolo, quando si muove esprime un’emozione e se questa viene repressa o ignorata il muscolo si tende e l’energia ristagna (vedi il mio articolo sulla bioenergetica ). Il volto, allora, perde la sua capacità comunicativa e non solo quella.

Nel corpo tutto è connesso! Per esempio lasciar andare la mandibola rilassa il collo, approfondisce la respirazione, modifica la postura, attiva il nervo vago, rilassa l’area dei genitali, le gambe saranno più morbide ma anche più radicate. Il nostro corpo sarà grounded, vibrerà in risonanza con ciò che lo circonda perché avrà energia che circola liberamente e come deve! Insomma se tutto si riallinea noi stiamo meglio e ci sentiamo… più felici!

Forse leggere queste parole fa apparire tutto poeticamente semplice e meraviglioso ma non è così! Soprattutto quando ci sono difficoltà fisiche dovute agli impedimenti di una malattia, per esempio il Parkinson. Quello che posso suggerire a tutti, non solo a chi sta male, è di praticare l’esercizio bioenergetico quanto più spesso è possibile, come si fa con la fisioterapia, con la logopedia o con qualsiasi altro tipo di riabilitazione. E, soprattutto, di fare questa pratica con spirito giocoso!

Non basta praticarlo solo una volta perché OGNI VOLTA sarà la prima e ci farà scoprire sempre cose nuove di noi stessi. Inoltre l’esercizio bioenergetico, non essendo solo meccanico, ci mette in contatto con ciò che abbiamo bisogno di portar fuori e di riconoscere dal punto di vista emotivo. Corpo e mente viaggiano insieme e se c’è beneficio nell’uno ci sarà anche nell’altra e viceversa.

Che consapevolezza corporea sia!

GIOCANDO SERIAMENTE… COME FANNO I BAMBINI!

[1] Emoticon fonte What’s App

[2] Bioenergetica per tutti — Maria Stallone Alborghetti — Ed. Universo Editoriale 2003 p. 196

[3] L’energia dentro di noi — Francesco Padrini — Ed. Mondadori, Milano 1997 pp 46:48

[4] Anatomia — Atlanti Scientifici Giunti p. 43

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Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte

Bioenergetica, Focusing e Shiatsu… Per prevenire lo stress e promuovere la salute!