Vince Cammarata | Fosphoro
ParoleFuoriVia
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2 min readJul 3, 2019

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Sei ancora capace di perderti?

Le parole sono importanti, ammoniva Nanni, ma soprattutto le parole, con la loro etimologia e il loro significato hanno un peso politico, come ci ricorda in un illuminante quanto agile e “utile” libro Marco Balzano.
Da qui, l’idea di raccontare alcune parole che in questi anni ci hanno accompagnato, camminando con noi, lungo la via Egnatia.
Forse la prima parola che vuole rivelarsi è proprio FuoriVia.

/fuò·ri·vì·a/

locuz. avv. [comp. di fuori e via]
Quindi dal latino foris, foras, che sta per “andare all’esterno di una soglia”, di un perimetro o di una casa (tanto che in inglese c’è un certo collegamento con la parola “door”). Di certo implica la presenza di un “dentro” o di un “tracciato” ben delineato.
E poi c’è via che può essere un avverbio che indica allontanamento (e in questa accezione “essere di fuori via” significa già di suo “essere di un paese straniero”) oppure un sostantivo che indica una strada, urbana o di grande comunicazione (come la Francigena, l’Appia o l’Egnatia), oppure, significato a noi più affine, “cammino”: non a caso Via-ggio.
E allora “FuoriVia” significa tutto questo:
significa apertura, mentale prima di tutto, per non essere co-stretti da tracciati preconfezionati, magari più facili e proprio per questo probabilmente molto meno interessanti.
Significa anche però recuperare vie antiche rischiando pure di sbagliare o di tornare sui propri passi.
Significa farsi Via, dove prima non si passava.
Significa ri-disegnare il territorio ascoltandolo, osservandolo, leggendolo, prima di tutto sul campo oltre che su una mappa.
Significa non affidarsi ciecamente alla tecnologia ma affiancarla sempre all’intuito.
Per noi significa anche saper cambiare: idee, certezze, sicurezze, strada.
Perdersi.
Come? Insieme e divertendosi.
E ”divertente”, sarà la prossima Parola FuoriVia che scopriremo.

#parolefuorivia #gofuorivia #fuoriVia

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