#coglioneNo ma #incazzatoNeroSì

Lettera aperta di un progettista

Samir Kharrat
Pensieri da progettista

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“Non esiste oggi parola più oscena e più malsana della parola creatività. Si produce il nulla, la merda, con la parola creatività.”
Enzo Mari

Oramai è qualche anno che ho deciso di dedicare anima e corpo alla progettazione, anni in qui ho avuto la fortuna di lavorare, studiare e conoscere persone dotate di particolare sensibilità verso la culturale progettuale. Grazie a loro ho maturato il mio attuale modus operandi e pensante da progettista.
Uso i termini cultura progettuale e progettista perché sono questi in primis dalla quale mi sento rappresentato a pieno titolo.

La citazione d’apertura vuole essere una provocazione per far comprendere che non basta la sola parola creatività per produrre, la creatività va progettata, perchè solo attraverso la cultura progettuale si fa del buon design.

I viral video prodotti da Zero hanno sollevato una tale confusione e una tale speculazione, con annessa produzione di troll e lettere aperte di m***a, da far risvegliare il cercoterio a nove code in me.

Cercoterio a Nove Code tratto dal manga di Masashi Kishimoto.

Riassumerò il mio pensiero in 4 punti:

1. Sminuire la formazione dei progettisti facendo di tutta l’erba un fascio è poco rispettoso nei confronti di tutte quelle persone che, come me, non hanno l’opportunità d’investire 20,000€ per il proprio percorso di studi e devono fare enormi sacrifici insieme al supporto delle famiglie, per conseguire un titolo di studio, che sia presso un’istituzione privata o pubblica.

2. Io ancora prima d’essere pagato quanto giusto sia, in relazione all’attuale mercato che fino a prova contraria mi sembra faccia della progettazione della comunicazione visiva uno dei suoi punti di forza tra le imprese che vogliono imporsi e trasmettere i propri valori, vorrei essere rispettato e tutelato in quanto individuo contribuente alla sviluppo della società in cui vivo.

3. Personalmente non condivido le raccolte firme che sventolano la rivoluzione creativa, ma appoggio in pieno i gesti concreti di progettazione e sensibilizzazione come la campagna #coglioneNo.

4. Il concetto del “farsi notare creativamente” rispetto alla “jungla di creativi” per ricevere i propri diritti, perché nulla è dato, in quanto non si sta offrendo un servizio spero sia vivamente un troll.
Oggi essere libero progettista e essere agenzia di comunicazione comporta delle responsabilità economiche di non poco conto, come giustamente richiede qualsiasi altra professione/mestiere svolta alla luce della legalità e dell’etica, dal muratore all’avvocato, dal panettiere al medico.

Se la società da me richiede doveri io darò doveri, ma in cambio esigo i diritti e il rispetto verso tutti i progettisti che contribuiscono con la loro sensibilità e la loro conoscenza progettuale allo sviluppo culturale e socio-economico, perché credo che nessuno affiderebbe la costruzione della propria casa a un muratore e ad un architetto improvvisato.

Io progetto.
@samirkharrat

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