I soloni del web e il delivery delle pizze
Vi è mai capitato di cercare la soluzione di un problema sul web?
Tempo fa si trovavano risposte circostanziate date da esperti del settore, ora tutti si sentono esperti e dispensano consigli per la gran parte inutili: lunge liste di soluzioni che terminano con l’includere tutto, quindi inutili.
Spesso prima di arrivare a trovare la soluzione (sempre che si trovi) bisogna leggere paginate di facezie utili solo a incensare il relatore.
I social hanno sdoganato gli ignoranti dipingendoli per esperti che dispensano consigli da bar come fossero perle di saggezza.
I forum sono pieni di persone che anticipano di non essere esperte, ma non fanno la minima fatica per identificare al meglio la causa del problema e chiedono, come ad un oracolo, una soluzione.
Quando la soluzione andava cercata sui libri l’attenzione era massima, oggi invece in questo mondo che va troppo di fretta l’attenzione è diventata minima, ad ogni domanda si vorrebbe un’immediata risposta, ma il mondo è più complesso di quello che appare a costoro.
Un esempio, chiamo in pizzeria “Buongiorno, sono Sceriff, vorrei una pizza alle cipolle, la vengo a prendere io, a che ora passo?”
Ho inviato tre informazioni: chi sono, cosa voglio, vado a prendere io la pizza e ho fatto una domanda: a che ora è pronta la pizza?
Risposta “Una pizza alle cipolle, è pronta verso le 19:30, nome? La viene a prendere lei o gliela portiamo noi?”
Cosa ha catturato l’attenzione di chi ha ricevuto la chiamata? Che pizza voglio e a che ora sarà pronta, il resto delle informazioni sono andate perdute.
Io mi sforzo sempre di dare tutti gli elementi al mio interlocutore per evitare che faccia domande a causa della mia imprecisione eppure trovo sempre più spesso persone che recepiscono solo in parte le mie informazioni, le restanti mi vengono richieste anche se le ho già date.
Facezie?
Il nostro mondo tecnologico funziona così: a domanda risposta, più semplice è la domanda meglio è perché così si potrà ottenere sicuramente una risposta.
E dato che l’attenzione è minima la risposta sarà del tipo FIFO (first in, first out) con un buffer minimo di memoria… se mancano informazioni si richiederanno.
Questo modo di pensare non considera la complessità dell’ambiente in cui viviamo, delle relazioni che abbiamo o che dovremmo avere e del fatto che la complessità è un bene, non un male.
La complessità ci obbliga a pensare, quell’atto che ai giorni nostri appare sempre più strano da fare.