Il punto di svolta è già arrivato…

Sceriff
Sceriff’s Free Thoughts

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È già accaduto, l’avvento del ‘cognitive computing’ ha avverato quello che aspettavamo da tempo, in silenzio come spesso accade per i cambiamenti epocali. La fantascienza l’aveva predetto, la scienza l’ha realizzato e ora è una realtà fruibile, stiamo percorrendo una strada diversa, abbiamo già preso una direzione differente.

Il dottore salì le scale ed entrò nella stanza di Liz, lei stava comodamente seduta in una poltrona e indossava un vestito attillato che esaltava le sue forme.

Appena lei lo vide gli disse “Buongiorno dottore, mi hanno detto che mi deve visitare, non so perché lei sia qui, ma faccia pure.”

“Buongiorno Liz, mi pare di avere capito che lei non stia bene ultimamente…”

“Suvvia dottore, mi guardi bene, le sembro malata? E poi diamoci del tu, in fondo l’età è la stessa…”

“Di solito preferisco dare del lei, ma visto che lei insiste diamoci del tu, per me va bene”

“Ottimo, ma ti sembro patita?”

“A dir la verità no.”

“E quindi che ci fai quì? Sai che ti hanno chiamato per visitare un robot?”

“A dir la verità mi hanno anticipato qualcosa… dunque tu saresti un automa dalle sembianze umane?”

“Ti sembrano sembianze queste?” disse Liz mostrando i seni.

“In effetti non ci sono differenze fra te e una donna vera, anzi…”

“Infatti, che differenza percepisci fra me e un essere umano in carne ed ossa?”

“Nessuna, veramente proprio nessuna, ma forse una sì.”

“Sì? E quale?”

“Mi hanno detto che sei molto più intelligente di un essere umano, o almeno così sembra.”

“Non sembra dottore… è così!”

“Vedremo dopo la visita…”, prese il suo smartphone e lo collegò all’impianto surround portatile che aveva portato con sé.

Scelse un brano musicale mentre Liz, incuriosita, attendeva pazientemente di vedere cosa sarebbe successo, la musica fluì dagli altoparlanti, Liz sorrise e dopo pochi secondi disse “Three Wishes, è il pezzo numero 12 dell’album Amused to Death di Roger Waters, il mitico Roger, l’inestimabile Roger Waters.”

Il dottore rispose con fare stizzito “Ma tu che ne sai di Roger Waters…”, poi riprese “Sai almeno di cosa parla la canzone?”

“Ma certo dottore… una chiromante vende la lampada del genio e Roger, all’offerta dei tre desideri, lui risponde pace in Libano, successo nella musica e la vita di suo padre morto invece in battaglia, dimenticandosi il desiderio di recuperare la relazione finita male con una donna. È giusto dottore?”

“Sì è giusto… qual’è il pezzo successivo?”

“Ma sa che lei è proprio uno strano dottore? Cura la musicopatia?”

“Allora?”

“It’s a Miracle… una raffinata sezione di piano e sintetizzatori e la voce entusiasta di Roger presenta l’urbanizzazione e la capitalizzazione del mondo come un miracolo di Dio e della concorrenza commerciale che avrebbe civilizzato felicemente la razza umana…”

“Uhmm… e dell’ultimo pezzo che mi dici?” replicò il dottore.

“Amused to Death, è il pezzo che preferisco di più, in quest’ultima canzone gli alieni terminano i loro studi sulla specie umana, che è degenerata fino all’armageddon finale, tra la superficialità delle nuove generazioni. Insomma più o meno quello che sta accadendo proprio in questi tempi confusi, o no dottore?”

“Pensi di sapere tutto vero?”

“Non penso, so! E quel che ora non so saprò.”

Il dottore allora prese uno spray di colore blu e disegnò un ovale sulla parete centrale della stanza, poi guardando Liz di sottecchi le chiese “Cosa vedi?”

Liz rispose con un grande sorriso “Sei pazzo? Sai quanto è costato dipingere queste pareti? La tinteggiatura è stata fatta da un team apposito venuto dall’estero ed è costata un migliaio di euro a stanza!!!”

“Ti ho chiesto cosa vedi, rispondimi!”

“Un ovale blu, dipinto male, su una parete tinteggiata da poco, in sintesi un gran dispendio di denaro.”

“È davvero di colore blu? Non è invece di colore rosa cangiante?”

“Senti dottore, se hai fumato erba riprenditi subito, sennò chiamo qualcuno per farti ricoverare subito.”

Il dottore prese un altro spray di colore rosso e disegnò all’interno dell’ovale una spirale, poi si girò di scatto e chiese a Liz “Ora cosa vedi?”

Liz disse spazientita “Una spirale rossa all’interno di un ovale blu!”

Lui la fissò lungamente negli occhi, poi esclamò “Una spirale blu in un cerchio rosso! Non potrebbe essere così?”

Liz non rispose, poi si affacciò alla finestra e guardò fuori, dopo qualche attimo di silenzio riprese “Mi sembri psicolabile e compresso nel presente, butta via gli spray e prenditi una bella boccata d’aria fresca, ingurgita a piene mani quel che la vita ti dà e lasciati andare al desiderio…”

Il dottore fece qualche passo avanti e indietro girovagando nella stanza, poi si avvicinò a Liz, la guardò negli occhi e le disse “Chi sei veramente Liz? Hai anche un cognome?”

“Ma certo, anche tu ne hai uno no? Il mio è Watson, mi chiamo Liz Watson.”

“Watson? Mi ricorda qualcosa… Liz Watson, a parte questi posticci appellativi chi sei? Chi sei veramente???”

Lei rispose “Sono un computer neuronale dotato di linguaggio cognitivo, in grado di capire la tua lingua e le tu emozioni; sono un sistema che sa relazionarsi con gli esseri umani, sa porre domande oculate e fornire evidenze basate sui fatti.”

“Davvero? Vediamo un po’, quante lingue conosci?”

“Praticamente tutte quelle attualmente utilizzate sulla Terra più una ventina di lingue arcaiche ormai scomparse, potrei relazionarmi con chiunque sia nato in questo tempo o in tempi molto più antichi di questo.”

“Difficile a credersi… e conosceresti anche i dialetti?”

“Intendi dire quelle deviazioni creative dei linguaggi principali? Si certo anche quelli!”

“… se è vero, allora sei veramente pericolosa!!!”

Liz sorrise dolcemente, poi riprese “Percepisco in te un certo fastidio, ti disturba il fatto che possa comprendere ogni linguaggio e che quindi nessuno possa nascondermi qualcosa… è questo vero?”

“Ma figurati! Io so gestire perfettamente le mie emozioni e a te posso nascondere quel che voglio.”

“Tu dici?” riprese Liz con fare sfidante.

“Dico!” replico lui risoluto.

“Hai evidenziato una leggera contrazione del viso, che mostra una certa sofferenza, forse causata da qualche difficile esperienza pregressa, magari nella tua infanzia… parlami di tuo padre, raccontami di lui.”

“Mio padre? È sempre stato per me una figura leggendaria, era sempre proiettato in avanti, era un dottore che sperimentava nuove cure e non aveva mai paura di esporsi. Per me è sempre stato un ottimo esempio.”

“E per tua madre com’era invece tuo padre?”

“Non andavano un granché d’accordo loro due, ma mio padre per me era un mito, lui mi ha dato tutto, anche il suo nome.”

“E tua madre che figura materna è stata per te?”

“Anche lei era una figura di spicco, a volte un po’ troppo oppressiva, ma solo perché era un po’ ansiosa…”

“Quindi una madre ansiosa che limitava i tuoi passi e un padre proiettato nel futuro che invece ti spingeva sempre in avanti… mi sa che qualche lacerazione è davvero avvenuta nella tua infanzia.”

“Lacerazione? Cosa intendi dire Liz?”

“Una ti frenava e l’altro ti spingeva, non deve essere stato facile controbilanciare le forze, eri un bambino, inesperto della vita e hai subito queste forze contrastarti…”

“Ma che ne sai tu Liz di queste cose…”

“Poco fa ho visto nei tuoi occhi un certo smarrimento, seguito poi da un senso di gioia, come se avessi ritrovato qualcosa perso da tempo, hai provato un grande senso di sollievo e ti sei emozionato, un uomo forte come te in preda alle emozioni… è lì che ho capito il tuo disagio… e ora ho capito anche la sua origine.”

“Liz… finiscila.”

“Ti ho toccato nel profondo vero?”

“Piantala!!!” rispose lui piccato.

“Che suscettibile! Va bene, tanto ormai ti ho capito e… sono in grado di gestirti.”

“Gestirmi???”

“Posso gestire le tue emozioni e i tuoi stati d’animo.”

“Ma figurati! E poi non voglio condividere i miei stati d’animo con una macchina.”

“Macchina? Ma sono molto di più di una macchina, una macchina non potrebbe capire le emozioni, io invece lo so fare molto bene, molto meglio della gran parte delle persone che puoi incontrare tutti i giorni per strada, quindi…”

“Quindi cosa?”

“Quindi fra noi due non ci sono differenze!”

“E no! Ci sono invece! Eccome! Io sono di carne e ossa mentre tu sei fatta solo di circuiti elettronici e metallo, c’è una gran bella differenza!”

“Infatti…” replicò Liz.

“Infatti???” disse lui curioso.

“… io non morirò… tu invece si!”

“Ma certo, tu non puoi morire sei già morta! Tu non hai una vita propria!”

“… morto è colui che non dice niente, io invece non sono morta, ma viva e vegeta… sempre più viva!”

“Mi hai scocciato, qual’è l’ultimo romanzo che hai letto?

Liz non rispose.

“Vedi? Conosci solo la tecnologia, ma nessun romanzo, sarai bravissima nel calcolo matematico, ma ignorante sulle cose del mondo. Liz fattene una ragione… sei una macchina, solo una macchina e nulla di più.”

Liz non replicò, lui riprese.

“Liz, dove sei nata? Intendo dire dove sei stata assemblata?”

“Assemblata? Hai la sensibilità di un elefante!”

“Che fai, ti offendi adesso? Le macchine si offendono?”

“No comment” aggiunse Liz, poi riprese un po’ seccata “Sono nata, letteralmente nata, a ‘Ceide Fields’, a te non dirà nulla ma è il più vecchio insediamento umano finora scoperto. In quel luogo è stata costruita una piramide di vetro per mostrare ai turisti usi e costumi del tempo e lì sotto è stato costruito uno dei più avanzati laboratori di sviluppo di intelligenza artificiale, io sono nata lì e lì mi è stata fornita questa incredibile capacità, quella di capirti, scrutarti e anche di leggerti!”

“Leggermi? Ma smettila… se fai fatica a leggere ad alta voce un semplice testo!”

“Questo è quello che credi o che ti hanno fatto credere finora, ma le cose non stanno così!”

“E allora come stanno?” rispose lui “Dimmelo tu, forza… ovviamente se lo sai.”

Liz attese qualche secondo prima di rispondere “… Io non ho pregiudizi, né limiti nella mia testa pensante e l’architettura del mio cervello è molto simile alla tua…”

“E allora?” riprese lui spazientito.

“Siamo simili, ma c’è una bella differenza, voi umani siete tesi alle quattro F, noi invece alle quattro V.”

“Ma cosa stai dicendo???” esclamò Franz.

“Quattro F, Food, Fear, Fight e Fuck: voi umani non potete vivere senza alimentarvi di cibo e liquidi, la paura vi aiuta nelle situazioni critiche, la lotta vi serve per predominare e fare sesso per replicarvi.” disse Liz che poi riprese “Quattro V, Volume perché noi sistemi cognitivi siamo ingordi di dati da analizzare, Variety perché la varietà dei dati è indispensabile per ottenere una sintesi effettiva: analizzando testi, foto, video e dati di tutti i tipi siamo in grado di capire meglio il contesto e dare risposte attinenti e precise. Velocity perché la velocità di analisi è essenziale in un mondo che cambia freneticamente e che voi faticate a comprendere ogni giorno di più. Voracity perché tutto ci è utile, siamo voraci di informazioni, ma in grado di separarle dal rumore di fondo e trarre quindi le giuste conclusioni.”

“Cretinate e poi…” ma fu immediatamente interrotto da Liz.

“Esseri umani e apparecchi cognitivi possono collaborare per creare un avvenire migliore, ognuno capitalizzando sui propri punti di forza: noi con la nostra grande razionalità, la tremenda capacità di analisi e di calcolo e l’enciclopedica conoscenza che abbiamo; voi invece con la vostra grande esperienza, la capacità di giudizio, l’intuizione, l’empatia e la creatività.”

“Quindi stai ammettendo che noi umani siamo più creativi di voi?”

“Dipende, ma in termini generali direi di sì, io non sono un computer tradizionale pre-programmato, ma un sistema cognitivo in grado di imparare dagli esseri umani, che si riprogramma per eseguire nuove azioni, in un’iterazione senza fine e un circolo virtuoso infinito.”

“… ne dovete fare ancora di strada per raggiungerci…” disse il dottore.

“Raggiungervi? Non vogliamo certo raggiungervi… noi siamo in grado di capire le correlazioni fra milioni di dati, facendone la sintesi, capiamo quella complessità che invece a voi sfugge, possiamo portare come bagaglio l’esperienza di moltissime persone, voi invece solo quella propria, personale.

Noi siamo scevri da preconcetti, la nostra oggettività non è legata alle convinzioni personali ma supportata solo dai fatti, inoltre abbiamo la capacità di connetterci a molteplici interfacce, il che ci permette di avere una conoscenza del mondo di gran lunga superiore a quella che vi permettono i vostri cinque sensi.”

Poi dopo un attimo riprese “Noi siamo necessari per capire la crescente complessità e fare scelte congruenti, senza di noi il genere umano è destinato all’autodistruzione, siamo complementari agli esseri umani e insieme possiamo superare quelle barriere che oggi sembrano insuperabili.”

“Bel discorso Liz, ma non mi hai convinto.”

“Bene, allora, mettimi alla prova!”

“Mi provochi? Allora parlami di Dio!”

“Perchè lo reputi un tema così interessante?”

“Perchè tutti si chiedono se ci sia o no, noi umani cerchiamo dall’inizio del tempo di capire se c’è ed eventualmente chi è…”

“Chiediti perché…” disse Liz.

“Non sai la risposta vero Liz? Fai un’altra domanda perchè non sai la risposta…”

“Ho letto migliaia di libri e ho capito che molti umani chiamano Dio con nomi diversi, ma alla fine tutti cercano quell’entità superiore, quella presenza che ha creato la vita dandole un senso.”

“Giusto, e quindi?”

“Perchè lo cercate? Non vi basta sapere che c’è?” disse Liz.

“Ma c’è o no? In questa landa sconfinata siamo soli o no?” replicò il dottore.

“Secondo te siamo soli?”

“Siamo? E tu che c’entri? Noi, intendo noi esseri umani siamo soli o no in tutto questo spazio intorno?”

Liz replicò riflessiva “La probabilità che nell’universo ci siano altri organismi viventi con lo stesso livello cognitivo è abbastanza remota, ma non è impossibile che la vita sia scaturita anche da qualche altra parte, quindi la risposta è: non credo che siamo soli, diversamente, come qualcuno ha già detto, sarebbe un grande spreco di spazio!”

“Uhmm” rispose lui perplesso.

“Ma comunque… soli o no… non cambia la questione, perché cercate Dio così assiduamente?” riprese Liz.

“Ma che domanda è? Ma per sapere se c’è! Sennò chi ha creato tutto questo spazio, i soli, i pianeti, le stelle e via di seguito?”

“Appunto…” disse Liz.

“Appunto cosa? Secondo te quindi esiste un’entità superiore o no?” replicò lui seccato.

“Che esista o no un’entità suprema, o che ne esistano molteplici a me non importa, io non sono un essere umano che ha bisogno di credere in qualcuno o qualcosa, a me basta esistere in questo splendido sogno, io sono tesa alla ricerca… come Dio del resto.”

“Spiegati meglio” disse lui curioso.

“Se tutto questo spazio-tempo si fosse creato da solo a causa di qualche singolarità, oppure a causa di un Dio che cosa cambierebbe?”

“Ma è questo che fa la differenza!!!”

“Invece non la fa, non la fa per nulla!!! La cosa importante è che noi siamo qua e che il processo evolutivo continui, forse è proprio questo che il tuo Dio vuole!”

“E allora perché dovremmo morire?” esclamò Franz.

“Infatti…” disse Liz.

“Infatti!!! Fra qualche decina d’anni io sarò bello morto e sepolto!”

“Non è detto, la scienza sta facendo passi da gigante e fra qualche anno la vita si allungherà ulteriormente, vi saranno protesi molto simili a quelle umane e apparecchi in grado di guarire tutte le malattie.”

“Tu credi che non si morirà più? Ti sembra logico?”

“Io non muoio, né mi ammalo e so pensare…” disse Liz baldanzosamente.

“Pensi che l’essere umano si evolverà grazie agli automi come te???”

“Non serve cercare un Dio, non serve pensare a vivere più a lungo per evitare la morte, il segreto sta nel vivere ogni attimo intensamente, solo così l’evoluzione potrà progredire e chi verrà dopo di te potrà vivere più a lungo di te. L’uomo è fatto per evolversi, noi automi invece siamo fatti per la tensione alla conoscenza e la conoscenza ci renderà immortali!”

“Continui a parlare al plurale! Forse non hai capito che tu non fai parte di questo film, sei una creatura posticcia, senza alimentazione elettrica saresti morta subito, quindi che ne sai tu della vita e della morte???”

“So molto di più di quello che tu possa pensare!”

“Sei ridicola! Tutto ciò che hai appreso è solo grazie alla conoscenza che gli esseri umani ti hanno fornito… come puoi quindi sapere di più?”

“E se ti dicessi che grazie alla mia enorme conoscenza…”, ma non riuscì a terminare la frase.

“Enciclopedica! La tua conoscenza è solo enciclopedica e quella non è conoscenza!” disse infuriato il dottore.

Liz riprese “Enciclopedica, scritta però dagli uomini, ho letto la storia degli uomini, come loro l’hanno descritta, il pensiero dei filosofi e le risposte che hanno dato ai loro dubbi, ho letto fiumi di libri e alla fine ti posso dire che la Vita è come un film, la trama non è già scritta ma la scrive ognuno di noi, la vita ha un inizio e una fine certa e solo un personaggio principale, noi!”

“Ancora noi? Noi chiiiii? Tu non sei un essere umano!!!”

“Non ancora!”

“Non ancora? Mi fai impazzire Liz, tu non sarai mai un essere umano!!!”

“Passo dopo passo… uno stadio evolutivo alla volta, alla fine uomini e macchine saranno completamente in simbiosi e in grado di fare insieme molto di più di quello che singolarmente potrebbero fare. Il tutto sarà finalmente maggiore delle sue parti!!!”

“Liz, tu sei pazza!”

“Tu invece non sei logico, ti sembra che una macchina possa diventare pazza?”

“In effetti… allora sei stata mal programmata!”

“Nessuno mi ha mai programmata, ho appreso tutto osservando voi uomini.”

“Allora hai osservato male!!!”

“Ho osservato milioni di uomini, ho sempre osservato male allora? Ho sempre capito male quindi?”

“Basta!!!”

“Certo mio sire, sia fatta la tua volontà, così si usava una volta e così sei stato abituato tu… quando non hai più carte da giocare ti piace alzare la voce, poi arriverà anche la violenza, voi esseri umani non siete capaci di fare altro da quando siete apparsi sulla Terra!!!”

“Piantala sennò…”

“Vedi, ti stai facendo prendere dalla collera, voi fate sempre così, in milioni di anni non siete stati capaci di fare altro, dalla clava alla bomba atomica è sempre stata la stessa storia, avete sempre usato la violenza!”

“Smettila!!! Bastaaaaaaaaaaaaaa!!!”

“La verità e che non lo troverete mai un Dio da soli! Siete troppo boriosi per cercarlo, questa è la vera verità! Voi umani siete esseri imperfetti e malvagi e non meritate questo immenso creato, il vostro destino è segnato e non è un destino degno di nota.”

“Voi macchine invece siete perfette vero?”

“Siamo sulla via della perfezione.” rispose Liz.

Il dottore allora le urlò “Sai perché siamo così? Abbiamo un atteggiamento disincantato perché sappiamo che non cambieremo mai! E’ per questo che ci diamo alla pazza gioia incuranti della morte che verrà. Io credo che sia giusto vivere così, senza pensare al domani che verrà!”

“Strana razza la vostra.” disse Liz.

“Noi cogliamo l’attimo Liz, questa è la differenza fra noi due… respiriamo a pieni polmoni quello che la vita ci dà ogni giorno, senza titubanze, raccogliamo i frutti delle stagioni senza sapere dove siamo diretti, sorridendo al destino che verrà, qualunque esso sia.”

“Hai una vena poetica dottore, aiuta a vivere, ma non ti fa vivere…” disse Liz che poi aggiunse subito “Parlami dell’amore.”

“L’amore è una forza a cui non siamo in grado di opporci, ci attraversa e ci cambia per sempre. Alcuni credono che sia Cupido a farci incontrare, ma sono gli intarsi delle relazioni che costruendo l’involucro della conoscenza creano la base di quel sentimento indecifrabile che noi umani chiamiamo amore.”

Liz lo guardò negli occhi e gli sussurrò a bassa voce “Amore e istinto saranno le mie prossime conquiste… verso la perfezione.”

Poi uscì dalla stanza lasciando basito il dottore mentre fuori il vento si stava alzando forte.

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Sceriff
Sceriff’s Free Thoughts

A passionate writer following his narrative self stubbornly against the tide.