Seduti “dalla parte del torto”

L’ECG (e il fonendoscopio…) nell’ambulatorio pediatrico

salvo fedele
Percorso #NOECM in cardiologia pediatrica
5 min readNov 23, 2016

--

Ovvero: perché ci muoviamo… e facciamo persino pubblicità

Non è facile trovare le parole giuste per divulgare un progetto, non lo è in particolare per chi fa un lavoro come il nostro con tante necessità e tanti mestieri da inventarsi ogni giorno (1), ma mentre stiamo seduti (e tra le altre cose proviamo a scrivere) sempre più spesso capita che per qualche strano “effetto cosmico” la rete della letteratura ci dia una mano. Forse l’astrologia e la letteratura scientifica hanno una cosa in comune: la serendipity dell’incontro…

Restando al modesto incontro di queste ore vi spiego perché questa volta è toccato a Recenti Progressi in Medicina (la vecchia nuova rivista diretta da Luca de Fiore) il premio che il caso ci ha offerto.

La presentazione del numero di dicembre 2014 (2) sembra scritta per darci l’assist di presentazione del nostro “percorso #NOECM in cardiologia pediatrica”:

“Siamo seduti dalla parte del torto, ammette Gabriele Bronzetti suggerendo l’esecuzione di un elettrocardiogramma di controllo nei bambini di sei anni (pag. 457). La questione è complessa e ha implicazioni organizzative ed economiche, oltre che incertezze scientifiche. Certamente “fare di più non significa (necessariamente) fare meglio” ma, a forza di considerare superfluo un numero sempre maggiore di esami e prestazioni sanitarie, qualcuno potrebbe sospettare che ai bambini ci teniamo meno di una volta” (2)

Che potevamo fare se non… restare seduti e precipitarci a leggere?

Pagina 457 della stessa rivista (3):

“Per il pediatra di libera scelta i cardiopatici con diagnosi spaventose, trattate con interventi dagli eponimi esotici, in cura con farmaci inauditi, con qualità e quantità di vita incerte, rappresentano una minoranza. Rimane una maggioranza di bambini presunti sani che devono vivere una vita piena, ostacolata però dal riscontro di un soffio o dalla firma su un certificato. Va detto che un piccolo pediatra può essere un grande cardiologo: una visita “digitale” con le dita che comprenda tutti i polsi e la misurazione della pressione arteriosa, l’ascoltazione “analogica” di storia familiare e soggettiva e dei suoni cardiaci colgono buona parte delle situazioni a rischio. Ma ogni volta che un sospetto si adombra, il pediatra è lasciato solo, impotente di fronte a liste d’attesa, confusione normativa e pavidità dei cardiologi. Partiamo dalla fine: lo stesso cardiologo che irride un pediatra che sente un soffio e non sta tranquillo, non è in grado di refertare l’elettrocardiogramma (ECG) di un bambino, o peggio si rifiuta di farlo”. (3)

Ora purtroppo ogni parola di questa citazione meriterebbe un post e io non posso dirvi tutto e tutto insieme ma aggiungiamo ancora qualche breve citazione di contorno (perché l’articolo da cui è tratto va letto proprio tutto e per intero).

“Se per un bambino non è mai troppo presto per fare un ECG (sei anni sono perfetti), per un cardiologo non è mai troppo tardi per imparare a leggerlo (anche sessant’anni). Per molti ci vorrebbe un maestro Manzi che in una bella lavagna a quadrettini rosa spieghi il PQRST. Una elettro-alfabetizzazione necessaria, almeno per i cardiologi curiosi o quelli con la dislessia dell’ECG, malattia spesso inconsapevole”. (3)

e infine:

Noi crediamo che un foglio rosa di 12 derivazioni, lungo 12 secondi (…) che di solito si fa a 12 anni, possa essere fatto anche prima, a 6 anni. Per ora siamo seduti dalla parte del torto, ma non sarà per sempre. (3)

Ecco, vi anticipo che personalmente sto quattro volte dalla parte del torto e che secondo me un pediatra (non il cardiologo) deve imparare (anche a sessant’anni con il maestro Manzi che si sceglie) non una, ma quattro cose:

  • Imparare a visitare digitalmente (con le mani) un bambino
  • Imparare ad ascoltare il cuore (con l’ausilio di un progetto digitale collaborativo)
  • Imparare a misurare la pressione arteriosa (a cominciare da quella degli arti inferiori)
  • Imparare a saper leggere un ECG

Gabriele Bronzetti ha una modalità di utilizzo della parola scritta molto distante da quella dei miei autori preferiti, ma non posso fare a meno di consigliarvi il suo libro che offre molte dritte utili alla lettura dell’ECG pediatrico e in cui le cose che anticipa nell’articolo citato sono approfondite e spiegate in modo esemplare.

G. Bronzetti — L’ECG nell’età evolutiva, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2014

La struttura del libro è perfetta per introdurre all’alfabetizzazione del ECG
Insomma, il contenuto offerto val bene qualche rigurgito di “citazione colta” e parole a volte troppo “auliche”.

D’altra parte la tolleranza nel nostro mestiere è un’arte che dobbiamo praticare costantemente e la lettura del testo è un ottimo allenamento alla tolleranza. Forse una edizione in inglese permetterebbe di diffondere ai pediatri di tutto il mondo le conoscenze che offre e potrebbe essere emendata facilmente (per necessità linguistiche) di tutto il superfluo.

Conflitti di interesse: l’editore, a bozza quasi completata, ha tentato di corrompermi (per la verità del tutto ignaro di questo scritto) tentando di regalarmi il libro in oggetto. Ho rifiutato mostrando tutto il mio disappunto… soltanto perché (porca miseria) lo avevo già comprato!

--

--

salvo fedele
Percorso #NOECM in cardiologia pediatrica

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)