Nel video, c’è la verità?

Marco Di Sipio
Perugia Giovane
Published in
3 min readApr 6, 2019

Chiunque oggi — non più solo un giornalista — deve prestare attenzione alle fonti informative di cui si avvale per non pubblicare sui propri social bufale e, più in generale, notizie recanti dati ed informazioni sbagliate soprattutto se si comunica come professionisti o come aziende.

Il dilemma è quando si va a esaminare un video, non si sa mai se è veriterio oppure è una “bufala”. Questo è ciò che hanno cercato di spiegare Mark Boas (Cofondatore Trint Ltd) e Tom Trewinnard (Meedan) durate il secondo giorno del Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.

Daremo un’occhiata alle tecniche che ci consentono di segnalare i media come sospetti, come ad esempio l’analisi dei metadati.

OBIETTIVO

La rivoluzione dei media digitali e la convergenza dei social media con la connettività a banda larga via cavo e senza fili stanno portando le ultime notizie sulle piattaforme video online; e le organizzazioni di informazione che forniscono informazioni attraverso i flussi Web e le trasmissioni televisive spesso si affidano alle registrazioni generate dagli utenti di notizie di rottura e lo sviluppo di eventi condivisi dai social media per illustrare la storia. L’accesso a strumenti di editing e gestione dei contenuti sempre più sofisticati e la facilità con cui le informazioni false si diffondono nelle reti elettroniche richiede che le agenzie di stampa affidabili verifichino attentamente i contenuti di terze parti prima di pubblicarli, riducendo la loro capacità di diffondere rapidamente le notizie e aumentando i costi in tempi di budget ristretti.

“In the video there is also the deception”
Nel video c’è anche l’inganno!
(Mark Boas)

TOOL

I tool in informatica sono dei piccoli programmi di ausilio per attività specifiche, in genere fornito a corredo di pacchetti software.

Nello specifico nell’infografica di seguito postata, abbiamo elencato alcuni dei principali tool,spiegati da Mark Boas e Tom Trewinnrd, per la verifica della veridicità dei video messi in rete.

Analizziamoli uno per uno, partendo dal più usato che è VFRAME (Visual Forensics and Metadata Extraction), il quale si basa sulle tecnologie esistenti (OpenCV, TensorFlow, PyTorch, Darknet, FAISS) per la tecnologia di elaborazione delle immagini di base, ma estende le loro capacità sviluppando workflow personalizzati per grandi dataset video e modelli personalizzati di rilevamento di oggetti specifici. E’ una raccolta di strumenti software progettati specificamente per le indagini sui diritti umani che si basano su grandi serie di dati di media visivi.

Dopo abbiamo MONTAGE che aiuta il nostro team ad analizzare giorni di contenuti video attivando la collaborazione. Ci permette di concentrare la nostra attenzione sull’analisi piuttosto che sulla raccolta dei dati.

In più abbiamo anche Hyperaudio è un tool particolare poiché permette di modificare, tagliare, incollare qualsiasi traccia audio/video. Facilita di gran lunga il processo di creazione.

L’ultimo tool, ma non meno importante, è INVID serve per rilevare, autenticare e verificare l’affidabilità e l’accuratezza dei file video e dei contenuti video degni di nota diffusi attraverso i social media. Questa piattaforma consentirà alle agenzie di stampa, giornali ed editori di integrare i contenuti dei social media nella loro produzione di notizie senza difficoltà per sapere se possono fidarsi del materiale o come possono raggiungere l’utente per chiedere il permesso di riutilizzo. Garantirà che i contenuti video verificati e protetti da diritti d’autore siano prontamente disponibili per l’integrazione nei notiziari di cronaca.

Il video integrale dell’incontro è disponibile sul sito del Festival del giornalismo:

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