Oltre le fake news: il futuro nella lotta alla disinformazione online

Martina Sallei
Perugia Giovane
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2 min readApr 8, 2019

“Abbiamo un problema di disinformazione e di come ne stiamo parlando”.

Cosi inizia il discorso di James Ball, alla sala San Francesco, sabato 6 Aprile, all’Arcivescovado di Perugia, durante la XIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo.

Tendiamo ancora oggi a dare la colpa alle fake news o ai computer.

Ma cosa è realmente una falsa notizia, se alcuni dichiarano falso ciò che non rispecchia la propria ideologia? Alle false notizie, inizialmente, era associata la disinformazione. Oggi abbiamo una grande opportunità di scegliere e accedere a determinate notizie alle quali prima, non era possibile attingere. Eppure, nonostante le possibilità e le opportunità di selezione di informazioni offerte dalla rete, la maggior parte delle persone si fa ancora guidare da sentimenti di paura e rabbia, e preferiscono credere a ciò che conviene credere.

Sentimenti che hanno alimentato il fenomeno delle fake news. Sempre più utenti hanno compreso come questi offuschino il giudizio della gente, e come le notizie false siano strumenti per alimentare tali sentimenti. Costruire notizie facendole sembrare veritiere può diventare un vero e proprio business, se vi sono ancora persone che tendono ad accettare qualsiasi “verità” senza aver realmente verificato l’attendibilità.

Ma il vero problema sono le false notizie o la generale misinformazione e la totale indifferenza per i contenuti stessi?

Questa tendenza ad accettare qualsiasi verità, pur che sia allineata con il proprio pensiero, il costante disinteresse nella ricerca delle vere informazioni e la totale assenza di interesse verso contenuti più professionali sono le principali motivazioni della generale disinformazione.

È come un cane che si morde la coda. Più gli utenti sono disinformati, più tenderanno a credere a quello che preferiscono e di conseguenza aumenta la disinformazione generale.

Per contrastare questo fenomeno c’è quindi bisogno di un duplice lavoro: da un lato i cittadini i quali devo esser realmente consapevoli del ruolo che ricoprono i giornalisti in questa era dell’informazione, oltre che iniziare a comprendere l’elevato valore del fact-checking. Dall’altro lato, i giornalisti devo comprendere a pieno la differenza di cosa vuole la gente e cosa vorrebbe per ottimizzare a pieno il lavoro stesso, andando a generare un informazione più veritiera, ma che accontenti comunque i canoni del pubblico di riferimento.

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Martina Sallei
Perugia Giovane

Studentessa in Comunicazione pubblica, digitale e d’impresa presso l’Università degli studi di Perugia