Persa e ritrovata a Perugia

Irina Constantin
Perugia Giovane
Published in
4 min readJan 1, 2017

Un ragazzo che ho conosciuto a Perugia mi ha detto che in questa città, per quanto riguarda le scale, una e poca e due sono troppe. È vero. Si dice che nei momenti migliori della vita si rimane senza fiato, è proprio quello che mi è capitato camminando per le piccole strade di Perugia, salendo e scendendo le sue caratteristiche scalette. Grazie a queste strade puoi fare un viaggio nel tempo, la città di oggi insieme a quella etrusca di tanti secoli fa. Una città antica ma ancora viva, grazie ai tantissimi studenti che la animano di giorno e di notte.

Il mio viaggio nel tempo è l’Erasmus. Sono una ragazza di Bucarest e venendo in Italia, a Perugia ho lasciato la mia casa, la mia famiglia e quello che ero, con l’idea di scoprire meglio chi sono, cosa mi piace, cosa voglio fare della mia vita e mettermi alla prova.

Ogni giorno cammino per le strade di questa nuova città con gli occhi di un bambino, c’è sempre qualcosa da scoprire, scorci semplici come un palazzo o anche solo una finestra mi riempiono di entusiasmo, un entusiamo che mi spinge ad alzarmi ogni mattina con la voglia di capire e di impare dai miei professori, conoscere nuove persone o imparare a cucinare un piatto tipico italiano. Riuscire a fare questo, ogni giorno, mi fa sentire in grado di superare ogni difficoltà che può capitarmi nella via. Ogni giorno cerco di tirar fuori il più possibile da questa esperienza interculturale, sono sicura che conoscere nel modo migliore la cultura italiana possa aiutarmi a vedere ogni cosa in un’altra prospettiva, arricchirmi e “vivere” davvero, mettendo in pratica quello che ho studiato, quando da piccola studiavo la lingua e la cultura italiana nel mio paese. E mi piace tantissimo.

Nel mio secondo giorno a Perugia, trascinando le mie valigie, mi sono persa per una di queste strade, di cui oggi mi sono innamorata, e mi sono ritrovata davanti ad un panorama incredibile, si vedeva tutta la città ed il mio unico pensiero è stato: nessuna fotografia al mondo può riuscire a trasmettere quello che si prova vedendo questo panorama, racchiudere tutta questa bellezza. Dopo tre mesi che vivo e vedo questa bellezza ho imparato a godermi la vita con calma, a prendermi il tempo per vivere davvero ogni momento, ogni panorama, che mi fa sentire insignificante. Ho imparato ad apprezzare ogni opportunità che mi offre la vita.

Ho conosciuto colleghi di università e persone fuori dalle aule con le quali ho fatto amicizia e che sono riuscite a far diventare l’università, un po’ grigia, colorata e allegra. Amici che anche se da poco presenti nella mia vita, sembra che ci siano sempre stati. Gli stessi amici che ti spiegono le parole e correggono il mio modo di parlare, solo per farmi capire meglio. E così imparo ad imparare costantemente a fare attenzione a qualsiasi discorso, cercando di esprimermi meglio. All’inizio le parole sono poche quando la lingua non è tua, ma qualunque sia la tua nazionalità l’esperienza unica che è l’Erasmus, ti fa vivere ogni momento più intensamente perché ti spinge ad uscire dallo spazio protetto in cui vivi e che conosci bene.

Il racconto di una giornata tipica una ragazza che fa l’Erasmus a Perugia riguarda soprattutto la gente che ha conosciuto. Le persone che abbeliscono ogni angolo di questa città sono sempre quelle che ti sorprendono. Quel signore vecchio e gentile che trovi al negozio vicino casa e sa cosa vuoi prima di parlare. Dove trovi tutto quello che ti serve, il più buon prosciutto crudo e un bel sorriso. Quel signore dalla pasticceria che fa i cornetti caldi con la nutella alle tre della mattina, rendendo la notte più dolce per tutti quelli che ritornano a casa.

Il ragazzo che mi è stato accanto quando ho cominciato questa avventura, che mi ha anche fatto prendere una vera e propria dipendenza: mangiare le fette biscottate con la Nutella alle tre di mattina. Quegli amici che ti fanno cucinare le patate fritte a mezza notte, solo perché avevano fame e tu non potevi lasciareli andare a letto con lo stomaco vuoto, riescono a farti sentire in famiglia. Come quelle amiche con le quali pranzo ogni giorno, mangiando la stessa identica pasta per tre mesi, ma che continui a mangiare solo per stare in loro compagnia. L’Erasmus è una grande famiglia.

Perugia per me rimarrà sempre la piccola città di cui rimarrò eternamente innamorata perché mi ha offerto momenti memorabili, gusti e sapori nuovi e mi ha fatto ritrovare la gioia di vivere, di apprezzare anche queste piccole cose che dimentichiamo sempre. Perugia è la città in cui ritornerei ogni volta con un sorriso, per godere del suo fascino particolare.

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