Video fake news: ecco dei modi per contrastarle con efficacia
Nuova ondata di notizie false che sfruttano l’intelligenza artificiale, ma così si possono schivare
“Giornalisti e media devono disporre di solidi processi per l’identificazione delle riprese video di tipo deepfake, al fine di garantire report di notizie di alta qualità”. Questa è la frase che può riassumere l’incontro che si è svolto sabato 6 aprile alla Sala dei Priori dell’Hotel Brufani di Perugia nell’ambito del festival internazionale del giornalismo, dove si è parlato di bufale che girano nel web sotto forma di video.
Questa ondata che sta travolgendo e intasando la rete con filmati non veritieri è molto subdola, in quanto spesso gli stessi sembrano essere pubblicati da testate autorizzate e legittimate a farlo, mentre magari sono prodotti grazie a sofisticati e complessi programmi di intelligenza artificiale (da qui l’appellativo “deepfake”) a scopi commerciali o di propaganda per poi essere diffusi sui social, dove grazie allo share e alle condivisioni degli utenti possono diventare virali e raggiungere un vasto pubblico.
Come possiamo fare, dunque, quando troviamo una ripresa sul web a capire se è vera o se è stata modificata o addirittura inventata? Hazel Baker (responsabile della sezione Ugc newsgatering dell’agenzia Reuters) che ha tenuto la conferenza ha illustrato prima dei video esempi di tipo deepfake che hanno circolato a lungo nella rete. Il più famoso è questo dell’ex presidente Obama:
Hazel Baker ha poi fatto vedere un esperimento fatto in redazione:
Nel video si vede una giornalista che sta conducendo un servizio di news reporting e parla in francese, quando in realtà la donna era inglese!! Ponendo attenzione e osservando attentamente le immagini, si percepiva che c’era qualcosa di strano.
Il primo passo, infatti, per scovare un deepfake è quello di guardare più volte il video e ascoltare i nostri sensi e la nostra intuizione quando notiamo che c’è dell’innaturale; in particolare bisogna fare caso alla sincronizzazione tra audio e video, alla forma della bocca e alla staticità del soggetto.
Ci sono poi altri metodi per verificare i video falsi tra i quali la geolocalizzazione, la consultazione di fonti dirette o soggetti coinvolti, il ricorso a personale esperto, l’esame dei meta data e l’analisi di diverse immagini (per vedere la complementarietà).
Resta il fatto che non ci sono, almeno per il momento, tecnologie adeguate per verificare le deepfake. L’unico metodo valido ad oggi è quello di combinare insieme giudizio umano, esperti e verifica del contesto.
Qui il video integrale dell’incontro al Festival del Giornalismo: