Video fake news: ecco dei modi per contrastarle con efficacia

Nuova ondata di notizie false che sfruttano l’intelligenza artificiale, ma così si possono schivare

Luca Ghigi
Perugia Giovane
2 min readApr 8, 2019

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“Giornalisti e media devono disporre di solidi processi per l’identificazione delle riprese video di tipo deepfake, al fine di garantire report di notizie di alta qualità”. Questa è la frase che può riassumere l’incontro che si è svolto sabato 6 aprile alla Sala dei Priori dell’Hotel Brufani di Perugia nell’ambito del festival internazionale del giornalismo, dove si è parlato di bufale che girano nel web sotto forma di video.

Questa ondata che sta travolgendo e intasando la rete con filmati non veritieri è molto subdola, in quanto spesso gli stessi sembrano essere pubblicati da testate autorizzate e legittimate a farlo, mentre magari sono prodotti grazie a sofisticati e complessi programmi di intelligenza artificiale (da qui l’appellativo “deepfake”) a scopi commerciali o di propaganda per poi essere diffusi sui social, dove grazie allo share e alle condivisioni degli utenti possono diventare virali e raggiungere un vasto pubblico.

Come possiamo fare, dunque, quando troviamo una ripresa sul web a capire se è vera o se è stata modificata o addirittura inventata? Hazel Baker (responsabile della sezione Ugc newsgatering dell’agenzia Reuters) che ha tenuto la conferenza ha illustrato prima dei video esempi di tipo deepfake che hanno circolato a lungo nella rete. Il più famoso è questo dell’ex presidente Obama:

Il video è un esperimento realizzato da Jordan Peele, che ha utilizzato alcuni software come Fakeapp, una tecnologia che permette di “montare” il volto di qualcuno sul corpo di qualcun altro

Hazel Baker ha poi fatto vedere un esperimento fatto in redazione:

Nel video si vede una giornalista che sta conducendo un servizio di news reporting e parla in francese, quando in realtà la donna era inglese!! Ponendo attenzione e osservando attentamente le immagini, si percepiva che c’era qualcosa di strano.

Il primo passo, infatti, per scovare un deepfake è quello di guardare più volte il video e ascoltare i nostri sensi e la nostra intuizione quando notiamo che c’è dell’innaturale; in particolare bisogna fare caso alla sincronizzazione tra audio e video, alla forma della bocca e alla staticità del soggetto.

Ci sono poi altri metodi per verificare i video falsi tra i quali la geolocalizzazione, la consultazione di fonti dirette o soggetti coinvolti, il ricorso a personale esperto, l’esame dei meta data e l’analisi di diverse immagini (per vedere la complementarietà).

Resta il fatto che non ci sono, almeno per il momento, tecnologie adeguate per verificare le deepfake. L’unico metodo valido ad oggi è quello di combinare insieme giudizio umano, esperti e verifica del contesto.

Qui il video integrale dell’incontro al Festival del Giornalismo:

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