Giuseppe Sommario
Piccole Spartenze — Ritorni
2 min readJan 9, 2023

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Giuseppe Moffa in concerto con Manuel Petti alla fisarmonica

Una chiusura in musica, per chi resta e per chi torna

Il concerto “Canzoni di paese per chi resta e chi ritorna” del duo composto da Giuseppe Moffa e Manuel Petti ha concluso ad Agnone una due giorni dedicata al tema delle migrazioni.

Seconda e ultima serata del ‘’Piccolo Festival delle Spartenze”, tenutosi quest’anno nei giorni del 22 e del 23 ottobre nel piccolo centro di Agnone, capitale culturale dell’Alto Molise.

Musica, arte, letteratura, spettacolo, un vortice di emozioni e varietà stimolanti con un unico centro di raccolta, quello dell’autenticità delle radici e dell’importanza di esse, soprattutto per chi proviene da un piccolo centro come questo.

Una vera e propria lezione di musica l’ultima tappa del festival, conclusasi al Teatro Italo-Argentino con il concerto del maestro Giuseppe Moffa dal titolo ‘’Canzoni di paese per chi resta e chi ritorna’’, accompagnato da Manuel Petti alla fisarmonica. Una voce, tre strumenti e tanta musica per riportare l’armonia delle radici sul piccolo palco di Agnone. Suoni etnici, avvolgenti e soprattutto testi di racconti, a metà tra l’autobiografico e il personale, tra il ricordo e la confessione, facendo comunque capo a testi antichi rivisitati in chiave moderna e rivestiti da altri generi.

La musica popolare è in qualche modo la musica della vita; insieme ai migranti viaggiavano le loro canzoni, scritte un tempo non solo per intrattenere ma per uno scopo ben preciso, basti pensare alle serenate d’amore, ai canti di lavoro, alle tarantella per scacciare via i mali o ancora ai canti funebri. Ed è così che una filastrocca recitata dalla nonna può trasformarsi in una canzone a tutti gli effetti, cantata e suonata per le vie del mondo con il doppio intento di divertire, ma anche e soprattutto di non dimenticare una forma di realtà o tradizione che rischia sempre più di scomparire se non coltivata dalle nuove generazioni.

‘’Basta dunque fare festa e chi ‘nsè vist arriverà’’ è quel che hanno cercato di raccontarci i due musicisti attraverso una scaletta di canzoni molisane folcloristiche magistralmente interpretate e accompagnate da pochi strumenti: una chitarra, una fisarmonica e una zampogna, tra gli strumenti molisani per eccellenza, di cui il maestro ha scritto un metodo didattico del tutto nuovo per suonarla. Composta in legno, carbonio e pelle di capra, è il nuovo strumento tradizionale che sta riemergendo tra i giovani molisani.

Un repertorio composto da un mix di canti tradizionali ricercati prevalentemente nel paese di provenienza e in tutto il resto del Molise.

In uscita col prossimo disco dal titolo ‘’UAUÀ,UAUÀ’’ verso onomatopeico per raccontare la quotidianità che si rifà allo schiamazzo dei bambini che giocano nelle piazze, i due musicisti sono riusciti a raccontare e descrivere tracce del passato che convergono nel presente.

Per ricordarci che la nostra identità parte dall’amore verso le proprie tradizioni. Riprendendo il cantastorie Giuseppe Moffa, Chi ama da lontano è vero amante.

Gallace Carmen

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