Italia, una politica estera senza bussola

Piero Fassino
Piero Fassino Official
3 min readAug 2, 2019

La forza, l’affidabilità, il peso di una nazione si giudicano anche dalla politica estera che persegue e dal ruolo internazionale che svolge.

Guardando a come l’attuale maggioranza di governo si muove sulla scena europea e internazionale sconcerta la totale assenza di una visione e di strategie. Ogni giorno abbiamo manifestazioni di una navigazione senza bussola, senza rotta e senza una meta chiara di approdo.

Per un verso il Presidente Conte e il Ministro Moavero ribadiscono la fedeltà ai pilastri che storicamente hanno caratterizzato la politica estera italiana: multilateralismo, alleanza atlantica, integrazione europea, proiezione mediterranea. E contemporaneamente ogni giorno esponenti del governo — a partire dal ministro Salvini — compiono atti che vanno in direzione opposta.

È accaduto al Parlamento Europeo dove la Lega — che ha fatto gruppo con il Front National della LePen e la destra estrema tedesca — ha votato contro la nuova Presidente della Commissione europea, smentendo il favore espresso dal Presidente del Consiglio e contrapponendosi alle altre forze politiche italiane, 5Stelle compresi, che hanno votato a favore. E la stessa divaricazione si è avuta sulla elezione del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli (PD) con la Lega contro e 5Stelle a favore.

Analoga sconcertante divisione sulla Russia, con il ministro Salvini alla ricerca di un rapporto privilegiato con Putin — rapporto reso più opaco da un sottobosco di relazioni affaristiche — e il Presidente del Consiglio che di fronte al Parlamento dichiara di essere all’oscuro delle azioni del suo Vicepresidente del Consiglio.

Altrettanta doppiezza sull’ immigrazione, dove da un lato il governo invoca una assunzione di responsabilità europea e contemporaneamente Salvini diserta tutte le riunioni di Ministri in cui ricercare un accordo. Non solo, ma mentre Francia e Germania accettano il criterio della redistribuzione dei migranti (e hanno accolto i migranti salvati dalle ONG e imbarcati sulle navi Diciotti, See Watch e Gregoretti), Salvini ricerca alleanze con quei governi di Budapest, Praga, Varsavia che rifiutano qualsiasi redistribuzione di migranti.

Peraltro Di Maio e Salvini non perdono occasione per alimentare astiose polemiche contro Bruxelles, Berlino e Parigi, rompendo quel rapporto tra Italia, Francia e Germania che storicamente ha sempre consentito al nostro Paese di essere nella cabina di regia dell’Unione Europea.

Non meno oscillante l’azione nel Mediterraneo, a partire dalla crisi libica dove il va e vieni tra il sostegno a Serraj e le aperture a Haftar ci hanno reso meno credibili. Una doppiezza a cui si accompagna l’assenza di una qualsiasi iniziativa su un’area che — dalla Siria al Sudan, dal Corno d’Africa all’Algeria — è investita da crisi e turbolenze che investono direttamente interessi e sicurezza del nostro Paese.

Non meno contraddittorio l’atteggiamento sul futuro dei Balcani, regione che per prossimità e relazioni economiche e politiche e’ strategica per l’Italia. Mentre il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri ribadiscono il sostegno italiano alla aspirazione di quei Paesi all’integrazione europea — e la Commissione Esteri della Camera approva una Risoluzione che sollecita il Governo a muoversi in quella direzione — la Lega alimenta diffidenze e pregiudizi che rischiano di compromettere gli interessi italiani nella regione.

Insomma, una conduzione una conduzione ambigua e confusa che ha come unico esito di mettere il nostro Paese nell’angolo, marginalizzandolo e isolandolo. Con serio pregiudizio per gli interessi dell’Italia e dei tanti mondi della società italiana che ogni giorno operano sulla scena internazionale e che avrebbero bisogno di essere sostenuti da un Paese riconosciuto e influente.

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Piero Fassino
Piero Fassino Official

Deputato del Pd e vicepresidente Commissione Esteri e membro Consiglio d’Europa. Presiede il CeSPI. Ultimi libri: Pd Davvero (2017) e Tav, perché si (2018).