Serie tv che passione! Ma che pazienza!

Federica Falvino
Plaid&Popcorn
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5 min readMay 7, 2016

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Non si sa di preciso quando il termine “Serie tv” sia entrato nell'uso comune. Sta di fatto che negli ultimi decenni questo fenomeno abbia cavalcato le onde di un grande successo e che tutt'ora continui a cavalcarlo. È opinione comune tra i critici e gli esperti di settore, che furono due eventi ad influenzare questo mondo: il primo fu l’uscita televisiva della serie Soprano, prima serie fatta così bene da sembrare un film, e sicuramente l’arrivo sui teleschermi di Lost, prima serie a far incollare milioni di telespettatori sul divano di casa per sapere come andava a finire. Bisogna spezzare qualche lancia a favore del celebre Twin Peaks, la quale già negli primi anni ’90 aveva sovvertito l’ordine delle cose, ma volendo fare un salto ancora più indietro negli anni ’80 la serie Dallas aveva ricevuto uno share del 76% e catturato 90 milioni di spettatori statunitensi solo per aver sparato al cattivo di turno J.R. (chi fosse stato è diventato un tormentone dagli episodi successivi per tutta la nazione e non solo).

Tralasciando le discussioni sulla paternità dell’evento “Serie tv”, ad oggi è un evento di moda e di notevole portata. Le sue articolazioni sono varie, sia per genere, sia per il loro modus operandi. Si pensi solo alle serie tv “comiche” (quali “Big Bang Teory o “Friends”) con episodi molto brevi e girati negli stessi luoghi; oppure a serie tv girate come se fossero veri e propri film (come ad esempio in campo italiano abbiamo “Romanzo Criminale” o a livello internazionale “Sherlock”).

La domanda che sorge spontanea però è una: Come nasce una serie tv? Caroline Framke, che scrive su Vox, ha provato a ricostruire le varie fasi di realizzazione di una serie tv (The Americans per la cronaca). La scrittrice racconta che solitamente per realizzare una serie tv da 13 episodi di 45 minuti l’uno, servono le stesse ore per realizzare un film blockbuster. Per un singolo episodio ci vogliono circa 8 giorni ed unendo le pagine di sceneggiature di tutti gli episodi si arriva a 600. Framke afferma che se si vuole vedere cosa sia un “caos controllato” basta semplicemente frequentare il set di una serie tv. La Framke prosegue dicendo che esistono 5 momenti nella realizzazione di una serie tv, naturalmente vengono raccolte in questi 5 gruppi tante e troppe fasi per poterle raccontare tutte nel dettaglio, e spesso non tutti seguono questo ordine lineare. Nonostante ciò queste possono essere considerate le 5 fasi che portano a compimento un episodio.

1. L’inizio

Come per tutte le cose ci vuole un’idea. Deve essere chiara, semplice ed efficace: “Un professore scopre di avere il cancro e decide di spacciare”. L’idea non sempre è geniale ed illuminante, ma può essere presa spunto da altre serie: Homeland, per esempio, è adattata alla serie tv israeliana Hatufim.

Una volta che si vuol produrre una serie tv nascono due figure molto importanti: lo show runner e il produttore esecutivo. Il primo è l’ideatore della serie ed ha un ruolo prettamente creativo, il secondo invece è colui che supervisiona l’operato ed è delegato da chi ha investito i soldi nel progetto. Per quanto riguarda il ruolo del regista, non è così importante come in un film, in quanto vi possono essere più registi all'interno di una stagione. Si pensi che in alcuni episodi di House of Cards si trovano tra le file di registi persone del calibro di Jodie Foster e Robin Wright (Claire Underwood).

Una volta che si è pronti per partire bisogna pur convincere che quell'idea sia concretamente geniale, spesso quindi si propone un Episodio Pilota, un episodio zero, che ultimamente diventa e coincide con il primo episodio della serie. In poche parole il cazzo di Pilota è spiegato dall'amico Jules Winnfield.

2. La scrittura della sceneggiatura

In questa fase si crea la vera storia e ha due sviluppi. Il primo in verticale che riguarda il singolo episodio, il secondo in orizzontale che riguarda domande sull'intera serie (Alla fine arriva sta Mamma o no?). Framke dice che sul set gli sceneggiatori riscrivevano la storia circa 6 volte prima che vi fosse l’approvazione e da una riscrittura all'altra passavano solo poche ore. Il risultato finale di questo lavoro di “avanti e indietro” è la sceneggiatura dell’episodio.

3. La pre-produzione

Il clou di questa fase è sicuramente il Table Read, il momento nel quale gli attori sono seduti attorno ad un tavolo e leggono le varie battute dell’intero episodio. Inoltre il quando, il come e il dove girare le varie scene viene tutto scritto nero su bianco, su un documento chiamato White Schedule o tradotto un Ordine del Giorno in cui tutti sanno cosa devono fare e a quale determinata ora farlo.

4. La ripresa dell’episodio

Sembra la parte più semplice, ma in realtà è quella più complessa. Come per i film, pensare di riprendere una scena fatta bene risulta un’impresa (ricordiamo lo strenuo lavoro di Lubezki). Tuttavia il lavoro più complesso è quello di unire le varie scene e di creare una continuità, in quanto nello stesso momento si girano più scene dislocate in posti differenti.

5. La post-produzione

Arriva in ultima, la fase che confeziona il pacchetto completo. In questa fase vengono inseriti gli effetti speciali, vengono puliti i suoni, insomma tutto ciò che può essere considerato superfluo viene eliminato. La prima versione dell’episodio proposta al regista viene chiamata editor’s cut, a quest’ultima metterà mano il regista modificandola e proponendo alla produzione la director’s cut. I produttori a loro volta possono modificarla dando al canale televisivo la loro versione, la cosiddetta producer’s cut. La rete televisiva, invece, però fornisce al pubblico la versione che viene chiamata network’s cut.

Queste cinque fasi durante la realizzazione di una serie tv vengono fatte decine e decine di volte per un solo episodio, quindi immaginatevi lo sforzo nella produzione di una serie tv completa (la sola Scrubs ha 181 episodi). Il tutto deve essere realizzato con una cura e un’attenzione maniacale, per non incorrere in errori e rovinare così un prodotto di qualità.

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Federica Falvino
Plaid&Popcorn

Sono una ragazza appassionata di cinema e musica, quindi scriverò molto su queste due mie passioni