Impara a comunicare e spazza via i parassiti dei Beni Culturali

PlinioNET
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4 min readMar 22, 2018

Sono diversi anni, ormai, che mi occupo di marketing. Ho creato attività che mi danno un reddito e aiutato altre persone, titolari di aziende che stentavano a fare cassa, a comunicare online e offline i propri prodotti e servizi.

Se già mi conosci, sai che non ho una laurea in Marketing, Economia, Scienze della Comunicazione o in cose che riguardano questi temi. Ho imparato a fare marketing studiando per conto mio e sporcandomi le mani lavorando sulla comunicazione di aziende reali.

Ho fallito molte volte in passato, prima di riuscire a ottenere risultati importanti. La scuola del fallimento è la più pratica che conosco, ed è quella che ti insegna più di tutte le nozioni che servono davvero e l’atteggiamento mentale per affrontare le tante situazioni che ti si presentano durante la vita.

Mi sono laureato in Scienze dei Beni Culturali, e sono un archeologo. Apparentemente, la mia laurea non ha nulla a che fare con il marketing. Ma se mi seguirai fino alla fine cercherò di spiegarti che in realtà questi campi sono connessi, e chi cerca di separarli commette un grave errore.

Se anche tu hai una laurea in Beni Culturali, forse lavori in un settore completamente diverso da quello che ti compete, oppure lavori all’estero.

In Italia, infatti, per quelli come noi, non c’è posto nei musei, negli archivi, nei centri di ricerca, nei parchi archeologici, nelle soprintendenze, perché in questi luoghi, in Italia, purtroppo ci lavorano persone che dovrebbero occuparsi di tutt’altro. Così nel 99% dei casi troviamo manager, senza alcuna formazione umanistica, nei grossi musei e volontari (senza stipendio, quindi) nei piccoli musei.

La quantità di soldi stanziati per la ricerca è ridicola. Quindi nei musei scarseggia il personale competente. Negli scavi archeologici, invece, non lavorano figure specializzate, cioè archeologi con tanto di laurea, ma persone che si improvvisano del mestiere, che non sanno realmente come muoversi sul campo, e le loro azioni provocano spesso danni irreversibili a importanti reperti archeologici presenti nei siti.

Se ci troviamo in questa situazione, in parte è colpa dei governi, che da anni hanno dimenticato il contenuto dell’articolo 9 della Costituzione e intrapreso la strada della valorizzazione. Tradotto significa: sfruttiamo il nostro Patrimonio Culturale per ricavare esclusivamente denaro da esso, finché regge; la famosa storia del petrolio d’Italia.

Negli ultimi anni sempre più musei si sono svuotati di storici dell’arte e si sono riempiti di manager o (presunti) esperti di marketing, che non hanno a cuore lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica, ma il numero di biglietti venduti e i soldi incassati dai musei.

Nei musei, ormai, non si fa più ricerca e divulgazione, ma si allestiscono mostre sensazionalistiche prive di valore scientifico e culturale. L’unico scopo è attirare gente in massa con presunti scoop per fare cassa.

Adesso, chiediamoci perché siamo arrivati a questo punto.

Chi opera nel campo dei Beni Culturali ha il compito di studiare e fare ricerca, e il suo lavoro deve servire ai cittadini per prendere coscienza della propria storia.

Perciò, chi lavora nel campo dei Beni Culturali deve saper comunicare e promuovere il proprio lavoro di ricerca, in modo tale che anche un bambino possa percepire il valore delle informazioni.

La gente comune non riesce a percepire il senso e l’importanza del lavoro degli storici e degli archeologi.

Colpa di questi ultimi, quindi, che con la loro comunicazione piatta hanno allontanato i cittadini dai musei e dai luoghi culturali, permettendo a businessmen e markettari, interessati esclusivamente al denaro, di appropriarsi della comunicazione di questi luoghi culturali, perché più capaci di loro a fare fatturato, anche se con metodi che portano musei e città d’arte a diventare solo patetici luna park.

Come ti dicevo, mi occupo di marketing, cioè comunicazione da uno a tanti, ma il mio impegno nel settore dei Beni Culturali non è mai cessato. Essere all’interno di entrambi questi settori mi permette di capire l’enorme impatto positivo che la ricerca storica può avere sull’umanità, se solo venisse comunicata bene.

La comunicazione è il ponte che permette a storici e archeologi di raggiungere i cuori delle persone.

Un ponte però è qualcosa di concreto, altrimenti non esiste.

Il mio consiglio, per te che hai una laurea simile alla mia, è di smetterla di lamentarti delle scelte del governo, che sono solo l’effetto delle azioni che compiono i cittadini. Piuttosto, se vuoi che gli ambienti di ricerca e cultura riprendano a popolarsi di storici e archeologi, impara anche tu a comunicare in modo efficace i tuoi studi, e contribuirai a spazzare via gli abusivi.

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Questo progetto ha lo scopo di divulgare i segreti della comunicazione efficace per storici e archeologi.

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Ti aspetto dall’altra parte.

Alessandro Valenzano

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