Iraq, semplice espressione geografica

João Francisco AM
Politica per passione
2 min readAug 12, 2014

L’Iraq non è mai esistito come Stato, eccetto che nella notte dei tempi, ma sotto forma di dominazioni di etnie differenti.

All’inizio della storia, incontriamo le città-stato sumere, poi fagocitate nell’impero babilonese. Da ultimo studiamo le vicende dell’impero assiro, la dominazione più crudele di tutte, con il quale finisce praticamente l’autonomia politica della regione, conquistata dell’impero persiano. E siamo nel 612 a.C.

La regione diventò una semplice provincia dell’impero persiano, e tale rimase fino alla conquista di Alessandro Magno. Nel periodo dei Diadochi il potere rimane altrove, fino alla conquista romana.

Dopo la conquista araba, il controllo politico della regione passa alternativamente da Damasco all’Egitto, fino a quando la regione passa sotto il dominio turco, seguendone le vicende.

Con la fine dell’Impero Ottomano con la Prima Guerra Mondiale, gli Inglesi si ostinano a farne uno stato autonomo, fondandovi un regno (naturalmente) il 1° ottobre 1919. Le vicende di questa monarchia, tra colpi di stato, continuati anche in regime repubblicano fino all’avvento di Saddam Hussein, non mi interessano.
Ciò che mi preme sottolineare, è il lasso di tempo (612 a.C. — 1° ottobre 1919) in cui non è esistita una organizzazione statale nella regione, ma solo dominazioni etero dirette.

E la cosa non mi suscita alcuna meraviglia: si tratta di piccoli popoli di etnie differenti (caldea, araba, curda), religioni differenti (shiiti, sunniti, per non parlare degli yazidi, di tradizione persiana pre-zoroastriana, e recentemente cristiani). Potrebbero stare insieme in uno Stato solo in una dittatura feroce alla Saddam Hussein o in una democrazia così perfetta ed equilibrata da essere oltre i limiti dell’umano.

La cosa più ragionevole da farsi sarebbe spacchettare la regione nelle sue componenti, fondando uno stato curdo con pezzetti di Turchia, Siria e Iran, che otterrebbe in cambio le zone shiite. Magari con uno staterello yazido e uno sunnita.
Ma ciò che poteva essere fatto alla fine della Prima Guerra Mondiale — e nessuno aveva allora la forza di obiettare qualcosa — non è stato fatto, e ora è impossibile per veti incrociati. Quindi teniamoci il bubbone, sapendo che spesso puzza.

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João Francisco AM
Politica per passione

um homem como muitos, nada de especial, namorado do Brasil, o meu sonho e meta. Em Manaus e Santarém, espero por sempre. Me perguntem vocês se estou feliz!