Cyberbullismo: cosa ne pensano i ragazzi dei Licei Poliziani del caso di Vittoria Martines?

Poliziano News
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3 min readJan 23, 2023

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Al giorno d’oggi i social fanno parte della nostra quotidianità, in particolare per noi giovani. Ma è proprio la nostra generazione che in alcuni casi ne diventa vittima poiché sottovalutiamo gli effetti di un loro utilizzo scorretto portandoci così ad accumulare enormi insicurezze.

Una prima causa di insicurezza deriva dal fatto che i social propongono un’immagine della vita e delle abitudini che spesso è lontana dalla realtà quotidiana e pertanto in alcuni soggetti possono generare sentimenti di inadeguatezza e confronto.

Ma una conseguenza ancora più grave può derivare dalla facilità con cui è possibile pubblicare contenuti; e così determinati utenti malintenzionati diffondono argomenti privati ed intimi di altre persone o cose cattive facendo diventare i social mezzi di bullismo. A questo fenomeno è stata dato un nome preciso: cyber bullismo.

Recentemente è accaduto un episodio ad una giovane Tik Toker, Vittoria Martines, che aveva mandato un audio ai suoi amici per raccontare le sue esperienze intime con un ragazzo. Loro lo hanno diffuso in rete ed è diventato virale provocandole, come è immaginabile, grossi disagi.

Abbiamo intervistato su questo argomento due ragazzi e due ragazze nelle classi 3^, 4^ e 5^ chiedendo loro cosa ne pensassero. Dalle loro interviste è emerso un punto di vista condiviso: pensare che delle persone di cui ti fidi e che ritieni tue amiche possano diffondere qualcosa di tuo, strettamente personale, solo per avere qualche like in più o rendersi più visibili agli “occhi del mondo”, è davvero ripugnante. Anche perché c’è la consapevolezza che le cose che sono state diffuse sono normali, che tutti fanno, ma che attirano l’attenzione se vengono fuori in questo modo. Tutti gli intervistati hanno poi condiviso che da un amico non ci si aspetterebbe un comportamento del genere ma che comunque certi racconti è meglio farli di persona e non inviando video o messaggi che potrebbero arrivare in mani o a occhi sbagliati e quindi indurre in tentazione. Infine è stata opinione comune che la colpa non è stata di Vittoria ma degli amici che evidentemente non erano tali.

Le persone crudeli e poco rispettose sono sempre esistite ed esisteranno sempre; i social le aiutano perché sono il mezzo più facile per diffondere odio e riuscire a far male. L’importante è da un lato condannare immediatamente questi episodi e dall’altro riuscire a non dare importanza al giudizio di persone che nemmeno ci conoscono.

I social sono uno strumento dei nostri tempi e pertanto è normale utilizzarli; l’importante è farlo nella consapevolezza che non sono la realtà. Sono importanti per socializzare, scambiare opinioni, conoscere persone e luoghi nuovi ma non devono prendere il posto della nostra vita reale. E se ci sono fenomeni di cyber bullismo la colpa non è dei social ma delle persone che hanno trovato un nuovo mezzo per colpire, aiutate anche dal fatto che lo possono fare nell’anonimato più completo creando profili fake.

In conclusione, i social fanno parte delle nostre vite e della nostra generazione; non inibiscono la nostra socializzazione né diminuiscono il nostro sano divertimento. Ne sono parte, così come altre cose lo sono state per altre generazioni.

(articolo a cura di Camilla Frassineti e Francesca Santaniello — classe 3ACLS)

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