Infanticidio: un problema presente ancora ai giorni d’oggi

Poliziano News
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2 min readDec 12, 2022

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Mentre guardavamo tranquille al telefono ci è apparso davanti agli occhi il seguente caso di infanticidio, potremmo pensare che queste cose orribili succedono lontane da noi, ma sono in realtà molto più vicine di quanto pensiamo, per esempio il caso successo lo scorso anno a Po’ Bandino.

Ricostruiamo gli avvenimenti: una donna la sera del 2 ottobre 2021 ha accoltellato il figlio di due anni fino alla morte presso Pò Bandino, in provincia di Perugia.

Katalina, donna di 43 anni di origini ungheresi, in pieno stato confusionale, è entrata in un supermercato della piccola frazione di città della Pieve, aveva in braccio il piccolo di soli due anni, Alex Juhasz, che riportava gravi ferite sull’ addome e al petto provocate da un coltello in possesso della madre. In base alle testimonianze ha subito chiesto aiuto dopo aver adagiato il bambino sul nastro trasportatore, ma ormai non c’era più nessuna speranza. Dopo pochi minuti dall’arrivo dei soccorsi ne è stato constatato il decesso.

La donna da poco residente a Chiusi, ospitata da un amico avrebbe poi fornito agli investigatori diverse testimonianze tutte contrastanti tra loro, suscitando il sospetto di tutti e rendendola l’unica indiziata del caso. Avrebbe infatti affermato l’esistenza di un “uomo nero” che avrebbe ucciso il piccolo sul suo passeggino mentre lei era assente, per poi cambiare i protagonisti della storia. Sarebbero anche state ritrovate diverse tracce di sangue sul passeggino che si trovava presso un casolare abbandonato distante poco più di 100 metri dal supermercato.

Quella stessa sera è stato ritrovato un coltello all’interno della borsa della madre, su cui si è indagato sul possibile collegamento all’omicidio e sul perché si trovasse poco lontano da chiusi, in una località molto piccola e tranquilla.

Altra prova schiacciante a sostenere la colpevolezza della donna è che sono stati ritrovati foto e video inviati alla famiglia in Ungheria, dove si trovava l’ex marito e padre di Alex. Alla fine delle indagini Katalina è stata ritenuta colpevole in quanto avrebbe commesso l’ atto per vendetta nei confronti del marito, dopo che le autorità ungheresi le avrebbero tolto l’affidamento.

Rimaniamo quindi stupiti che cose come queste possono succedere ancora al giorno d’oggi e anche se siamo riusciti a combattere per i nostri diritti bisogna difendere anche i diritti dei bambini che ancora non sono capaci a parlare per loro.

(articolo a cura di Camilla Frassineti, Sofia Ippolito, Gaia Lizzini e Francesca Santaniello — classe 3ACLS)

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