Intervista a Marco Mosconi, dirigente scolastico dei Licei Poliziani

Poliziano News
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Il giorno 9 febbraio 2023 la redazione del giornalino studentesco ha avuto l’opportunità di intervistare il preside della nostra scuola, nell’ambito del progetto PCTO. Ringraziamo il dirigente scolastico, che ha risposto alle frequenti domande che vengono fatte solitamente dagli studenti.

Cosa consiglierebbe come padre e come preside a noi ragazzi che frequentiamo questo istituto?

“Il mio consiglio è quello di aprirsi al mondo per apprendere tutto quello che ci aspetta fuori, ma soprattutto seguire il proprio istinto e non perdere mai la voglia di fare.”

Qual è il compito più difficile del suo lavoro?

“I compiti più difficili sono tanti, perché la scuola si sta burocratizzando in maniera incredibile, i più rilevanti sono quelli che riguardano la privacy e la gestione dei social, perché siamo più esposti e ci sono rischi più elevati di ricevere denunce”

Le piace il suo lavoro?

“Si, mi piace il mio lavoro, ricordo la mia prima esperienza lavorativa come supplente di musica in un conservatorio, ho chiesto aiuto a mio padre su come fare , e il suo consiglio è stato di insegnare come avrei voluto che gli insegnanti avessero fatto con me”

Come e quanto ha influito la sua carica nella sua vita?

“Per quanto mi riguarda mi sento sempre la stessa persona di quando facevo il docente o di quando ero studente, cambia un po’ agli occhi degli altri, in quanto c’è un certo rispetto reverenziale, rispetto però che ti devi guadagnare cercando di lavorare nel miglior modo possibile”

Cosa ne pensa della nuova suddivisione dell’anno in bimestre ed eptamestre?

“È stata una mia proposta, ma non è stata recepita bene, né dai docenti,né dagli studenti, né dalle famiglie. La proposta doveva essere fatta per rendere più tranquilli gli studenti nel percorso dell’anno scolastico senza corse, perché che si chiami trimestre o si chiami quadrimestre siamo sempre arrivati a dicembre o a gennaio, quando c’era il quadrimestre, correndo e sommergendo gli alunni di compiti e di interrogazioni e quindi andando contro quello che dovrebbe essere la scuola. Il bimestre sarebbe dovuto servire come test d’ingresso per vedere a che punto sono gli studenti dopo le vacanze estive e da lì programmo lasciando in scioltezza i successivi mesi. Il bimestre non ha funzionato e ora vediamo come il pentamestre verrà inteso, ma di sicuro è stato sbagliato l’approccio come novità. Infatti l’obiettivo non era quello di far accumulare compiti e interrogazioni nei primi due mesi, ma sarebbe dovuto servire da partenza. Perciò quindi come primo impatto non ha funzionato”

Trova giusto il metodo di valutazione al quale gli studenti sono sottoposti?

“All’interno della nostra scuola cerchiamo di avere una valutazione uguale per tutti, e per questa ragione sono stati stabiliti i numeri di prove necessarie che ogni insegnante deve eseguire durante l’anno scolastico, inoltre ritengo che i voti siano dei metodi di valutazione validi”

Come reagirebbe se i suoi studenti facessero uno sciopero?

“Se la motivazione dello sciopero è valida è consentito ma l’importante è cercare di prevenire la motivazione laddove ci sono le possibilità, in ogni caso ognuno si prende le proprie responsabilità e nel caso si arrivasse ad uno sciopero prenderò i provvedimenti necessari da regolamento. Da tanti anni in questo plesso non si sono manifestati scioperi, ci sono state solo discussioni che sono state affrontate perché mi sono sempre mostrato agli studenti disponibile a chiarimenti e discussioni”

Può parlarci di un’esperienza scolastica che ricorda volentieri?

“In generale per me l’esperienza quinquennale degli anni liceali è stata fondamentale, ho passato cinque anni meravigliosi e ritengo infatti che infatti se una persona fa le cose volentieri le fa con piacere”

(articolo a cura di Sofia Del Santo, Youssef Hmaied, Sofia Ippolito, Lorenzo Tonini e Benedetta Verdini — classe 3ACLS)

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