Scuola e attualità, due mondi connessi ma distanti

Poliziano News
Poliziano News
5 min readFeb 25, 2021

--

Intervista al dirigente scolastico Marco Mosconi sull’importanza dell’educazione civica per comprendere le notizie

L’attualità e la storia contemporanea vengono spesso delineate ai margini del programma scolastico, portando a una generale ignoranza dei ragazzi verso la politica nazionale ed estera. Eppure la vita di tutti noi è fortemente connessa ai fatti recenti: la crisi del 2008, la decadenza della democrazia in paesi a noi vicini, l’omicidio di Giulio Regeni, notizie importanti che hanno bisogno di essere comprese.

Il mondo attuale è infatti il risultato di un corso di eventi avvenuti negli anni. Interrompere lo studio della storia alla Guerra fredda o ancora peggio alla Seconda Guerra Mondiale significa rendere impossibile la comprensione del mondo contemporaneo.

Un ragazzo davanti alla fitta mole di notizie che ogni giorno ascolta più o meno di sfuggita si ritrova perso e privo dell’abilità di scorgere l’importanza, le cause e gli effetti di tale notizia. La scuola del resto deve educare alla lettura e alla comprensione di eventi, instaurando un dialogo continuo fra alunni e professori, senza incappare però in scelte politiche. Ma il fatto di escludere la politica dalle scuole per la semplice paura di esporre i ragazzi ad un pensiero troppo di parte è totalmente inaccettabile.

L’educazione civica per comprendere le notizie.

In questo anno così difficile per la didattica è stato fatto comunque un piccolo passo in avanti: riportando in auge un tema ormai da anni accantonato, quello dell’educazione civica. Questa sorta di materia che risulta ormai antipatica a noi studenti è invece il collante imprescindibile fra attualità e scuola. La comprensione delle regole da seguire in rete, i principi della costituzione e del diritto, lo studio delle fondamenta della politica mettono le basi per un dialogo inerente i fatti di attualità, che altrimenti risulterebbe campato in aria.

Ma il passo fatto è stato molto piccolo e gli argomenti di educazione civica appaiono slegati e privi di un filo condutture, risultando molte volte finalizzati ad semplice e “inutile” voto.

Abbiamo così pensato di intervistare il nostro Dirigente scolastico, Marco Mosconi, per capire quanto si può fare e cosa invece è già stato fatto.

Il programma scolastico italiano da grande importanza alle epoche passate, ignorando quasi completamente tematiche attuali. Secondo lei perchè avviene ciò?

“Condivido in pieno quello da voi affermato, i programmi con gli anni si arricchiscono ma non vengono studiati. Studiare le basi di ogni materia e capire come siamo arrivati ai giorni d’oggi è importante, andrebbero snelliti i programmi per poter arrivare a trattare i temi contemporanei. Non esiste più, nell’ambito scolastico, un programma imposto dal Ministero; adesso il programma viene stabilito dai vari dipartimenti e dai singoli docenti. Laddove vi è un maggiore riscontro tra docenti e insegnanti si riesce ad andare avanti e ad arrivare ad argomenti più attuali. Dovrebbero i docenti stessi cercare di tagliare alcune cose e sfrondare la parte iniziale.”

Quest’anno è ritornato in voga il tema della cittadinanza ed è stata introdotta la materia di educazione civica. Non essendoci specializzato, gli argomenti trattati risultano a volte slegati e non si riesce bene a capire il vero programma di questa materia, variando da scuola a scuola.

“Noi come scuola avevamo previsto educazione civica già anni fa, prima che diventasse obbligatoria. I licei di Montepulciano hanno chiesto un insegnante di diritto in più anche se la materia di diritto non è prevista, questo per affrontare tematiche che secondo me sono fondamentali. Noi ci troviamo ad affrontare questa cosa che è stata imposta per legge che già facevamo. L’educazione civica si deve basare su tre parti fondamentali: la costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale. Per questo motivo abbraccia tutte le materie che ruotano intorno a questi tre argomenti. La costituzione, il diritto nazionale è la parte fondamentale su cui si basa la vita, lo sviluppo sostenibile comprende l’educazione ambientale e la cittadinanza digitale, saper utilizzare schermi e computer per migliorare la nostra vita. C’è stato un esempio di mancata educazione alla cittadinanza digitale proprio nell’ultima assemblea d’istituto sostenuta.”

L’ultima assemblea d’istituto ha trattato argomenti di attualità, dove teoricamente gli studenti avrebbero dovuto mostrare più interesse, però ciò non è avvenuto. Secondo lei è un problema che va affrontato a scuola o è un problema di mentalità dei ragazzi stessi?

“Questo segno di maleducazione è globale e innanzitutto mi auguro che non siano stati studenti. C’è stato un errore di organizzazione nel pensare che tutti potessero essere interessati: era aperta a tutti. Quello che è brutto, come abbiamo visto anche negli insulti che ha ricevuto un parlamentare da parte di un professore e gli insulti verso l’ex Ministra Azzolina da parte di un gruppo, è che non esista più un’educazione civica. Non si può offendere così facilmente.

La scuola serve ad educare e ad avere la consapevolezza che quando ci si trova davanti ad uno schermo siamo aperti al mondo e al mondo non possiamo permetterci di fare questo, cose che a tu per tu non avremmo mai detto.

Ciò va affrontato a scuola, a va affrontato sin da piccoli; l’educazione digitale è quindi riferita al comportamento più che alle conoscenze dei vari programmi, l’educazione sta alla base di tutto.

L’introduzione di un voto obbligatorio per educazione civica l’ha resa una “materia normale”, che necessita soltanto di un semplice studio.

“L’educazione civica non è stata mai vista come una materia da studiare. L’educazione civica è una materia che riguarda gli studenti a 360°. Un professore di informatica, ad esempio, può valutare il comportamento di uno studente nel mondo digitale… per come utilizza una certa app. Ovviamente l’introduzione di questa nuova materia poteva essere posticipata al prossimo anno, in quanto questa è un’annata molto complicata, non sapendo se e quando venire a scuola. Quindi i docenti si sono trovati in difficoltà, non riuscendo ad organizzare al meglio il loro piano di lavoro.

Gli studenti hanno notato che i docenti si trovano in difficoltà in quanto nelle loro ore di lezione devono portare avanti un programma molto ricco e, certe volte, pesante. Un’idea condivisa da molti studenti era quella di diminuire, ad esempio, il complesso programma di storia e filosofia, in modo che il docente abbia il tempo per approfondire anche la materia di educazione civica. Lei che ne pensa?

“Questo è il primo anno in cui viene introdotta ufficialmente l’educazione civica, quindi voi studenti siete un po’ come delle cavie e prendiamo da questo anno sia il male che il bene, per poi tendere a un continuo miglioramento negli anni successivi. Detto ciò, concordo sul fatto che, anche a mio parere, il programma di storia sia, ad esempio, eccessivamente ampio. Tant’è che la maggior parte delle volte i docenti si concentrano nei secoli lontani dai nostri e non arrivano mai a trattare con gli studenti degli argomenti che riguardano l’attualità. L’educazione civica viene fatta tutti i giorni. Un docente osserva il modo con cui voi vi comportate, come vi ponete… è questa l’educazione civica. Ed è stato possibile vedere, dalla scorsa assemblea studentesca, che l’educazione civica oggigiorno non c’è. I ragazzi di quinta hanno parlato di argomenti e problematiche decisamente attuali, ma ciò non è stato gradito da molti, e hanno dimostrato la totale mancanza di educazione digitale.”

(a cura di Paolo Polimene, Federico Pellegrini, Tiberio Mazzantini — classe 3B)

--

--