La (lunga) storia delle pensioni italiane

Una timeline per ripercorrere alcune delle tappe salienti della normativa previdenziale nel nostro Paese

Fondenergia
Pre-Visioni
3 min readDec 14, 2018

--

Per capire il presente

e immaginare il futuro

occorre conoscere il passato.

Questa massima si sposa bene con la situazione delle pensionistica italiana, la quale da più di qualche anno appare in crisi, o se non altro sembra non riuscire a tornare agli standard precedenti al 1992 (anno in cui, grazie alle riforme iniziate nel 1992 dal governo Amato e dalla successiva riforma Dini, il disastro è stato parzialmente evitato).

Le ragioni di questa crisi legata a un tema tanto importante quanto dedicato qual è quello delle pensioni sono da ricercarsi in anni di sperequazioni e sprechi di denaro pubblico per fini elettorali, che hanno portato quasi al collasso un sistema che, per com’era stato pensato in principio, doveva essere solido e garantito. A farne le spese sono stati (e sono tuttora) i giovani: quelli degli anni ’70 che oggi si ritrovano a fare i conti con l’innalzamento dell’età di pensionamento, e quelli di oggi che non vedono garanzie sul loro futuro previdenziale, messo fortemente in discussione.

Ma come siamo arrivati a questo punto? Questa timeline potrebbe aiutarci a mettere in ordine le idee.

È evidente, guardando a questo breve “storico previdenziale”, come la scelleratezza politica, nonostante il noto aumento della speranza di vita e gli allarmi tecnici, tra cui quello del CNEL (sì, proprio lui), abbia portato il sistema previdenziale sull’orlo del fallimento, e forse pure più in là. Così, i disavanzi che avevano timidamente iniziato a manifestati già dal 1978–79, quando il rapporto debito pubblico PIL era ancora pari al 58%, sono aumentati a livello esponenziale fino a incidere per circa il 70% del debito pubblico complessivo.

Il motivo di questa crescita lo abbiamo spiegato, in parte, in questo articolo. Ad influire in maniera importante sono state alcune anomalie presenti nel sistema tra cui le cosiddette “baby” pensioni a favore dei dipendenti pubblici e i prepensionamenti del settore privato. Così, per ritornare al metodo di calcolo contributivo e ai 65 anni di età per il pensionamento del 1919, ci sono voluti quasi 100 anni; e ne occorreranno altri, 20 almeno, per ridurre le distorsioni prodotte in questo lungo periodo. Possiamo dire che la partita è ancora tutta da giocare.

E il campo su cui si giocherà la sostenibilità del nostro welfare state, questa volta, non sarà soltanto quello dei diritti, ma anche e soprattutto quello dei doveri e dell’assistenza.

Insomma, una strada tutta in salita che potremo percorrere soltanto se saremo tutti disposti a fare la nostra parte.

--

--

Fondenergia
Pre-Visioni
0 Followers

FONDENERGIA è il fondo pensione complementare a capitalizzazione per i lavoratori del settore energia