ProjectA14 — Part 1 Chapter 11

Valentina Bertani
Project A14
Published in
7 min readAug 21, 2014

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Another Story || Stranded in the Woods

Luca si risvegliò supino nell’erba. Disorientato, si guardò intorno. Si trovava in un campo d’erba alta che digradava dolcemente verso una vallata in cui si trovava una villa dall’aspetto sinistro.
Luca indossava l’uniforme S.T.A.R.T. di Larry Brown in Hazardous, composta da t-shirt a manica corta bianca con lo stemma della S.T.A.R.T. sulla manica sinistra, giubbotto antiproiettile nero dotato di taschini con la scritta POLICE sul retro, una bandoliera cui erano fissati il fodero di un coltello e la fondina di una pistola, un cinturone con due granate, un paio di caricatori e una torcia, un paio di pantaloni neri con i tasconi laterali, il fodero di una seconda pistola agganciato alla gamba destra, un paio di scarponi con la punta rinforzata modello militare.
Accanto a lui, rannicchiata sull’erba, i pugni chiusi come una bambina, c’era sua sorella Anna, anche lei con indosso un’uniforme S.T.A.R.T. La sua era diversa da quella di Luca. La maglietta era verde, il giubbotto bianco e senza tasche, con una croce sulla schiena e la scritta RESCUE, un paio di pantaloni verdi con i tasconi laterali, scarponi militari, un cinturone con una giberna e la fondina di una pistola. Luca riconobbe l’outfit di Rossella Chamberlain in Hazardous.
Anche il setting era quello di Hazardous – un altopiano erboso, circondato da una catena montuosa, che digradava in una pianura, nella quale sorgeva la villa dei Burke.
Luca si chiese se stesse sognando – ma cosa ci faceva Anna nel suo sogno?
Anna si riscosse con un mugolio e si tirò a sedere sfregandosi le palpebre.
“È già mattina? Ma…dove siamo?”
“Monti Archland. Fuori Howling Hollow. Ti dice niente?”
“Stiamo sognando di giocare ad Hazardous? Ma che ci fai nel mio sogno?!”
“Potrebbe anche essere il mio sogno!”
“In effetti, io non sceglierei proprio Hazardous, se dovessi sognare di giocare a un VirtuaGioco.”
“Il tuo Safesleep è attivo?”
“Un Safesleep non si può disattivare da solo, no?”
“Che ne so io! Che c’é?”
“Non riesco a svegliarmi!”
“Come non ci riesci? Non dire stupidaggini! — ???”
“Vedi! Non ci riesci nemmeno tu!”
“È strano.”
Udirono degli ululati.
“Cani mannari” disse Anna. “Che dici, giochiamo?”
“Magari battendo il gioco riusciremo a risvegliarci. Altre idee?”
Anna scosse il capo e allargò le braccia in un gesto di resa.
“Tu?”
“Neanch’io.”
“Allora giochiamo e vediamo quel che succede.”
Il loro sguardo si volse alla villa che giaceva abbandonata e spettrale nella pianura.

Luca e Anna erano sfuggiti ai cani mannari e si trovavano nell’atrio di villa Burke, rischiarato solo dal lucore pallido della luna, che rendeva il setting ancora più spettrale di quanto già non fosse. Era un grande atrio, elegante, con una maestosa scalinata che dava su un ballatoio dal quale si aveva accesso a numerose porte.
Tutta la prima parte di esplorazione della villa era un andare avanti e indietro tra l’atrio e i corridoi della villa, cercando le chiavi per aprire le porte, risolvendo enigmi ed evitando gli zombie che infestavano il fabbricato.
Il pavimento dell’atrio risplendeva lucido come se ci avessero passato appena la cera, le mattonelle disposte a creare un motivo a scacchiera con piastrelle bianche e nere. L’arredamento era antico e antiquato, d’epoca. L’unica stanza cui si aveva accesso all’inizio del gioco era la sala da pranzo, dove avrebbero trovato un cadavere.
Luca e Anna entrarono nella sala da pranzo, un salone occupato, per quasi tutta la sua lunghezza, da un tavolo rettangolare lungo e stretto. Un orologio a pendolo ticchettava sonoramente scandendo il tempo.
Sul tavolo c’erano dei candelieri. Luca utilizzò l’accendino per accenderli. Alla luce morbida della fiamma, i fratelli si diressero nell’angolo dove sapevano trovarsi una grossa pozza di sangue e un cadavere.
“Anna, dimmi qualcosa che sai solo tu” disse Luca, mentre osservavano il cadavere.
Anna gli restituì un’occhiata interrogativa.
“Devo capire se sei davvero tu o se sei un’immagine della mia mente…”
“Okay? Però, Luke, lo sai che con il Safesleep non si può sognare, vero?”
“Anna — ”
“Okay, okay.”
Anna scrollò le spalle.
“Sono stata io a mangiare l’ultima coppetta di gelato alla vaniglia. Sorry!”
“Chissà perché, lo immaginavo” replicò Luca, con un sorrisetto furbo. “Okay, il mio turno.”
“?”
“Chiedimi qualcosa a cui solo io posso rispondere.”
Anna ci pensò su un momento.
“Hai preparato tu i sandwich al burro di arachidi e marmellata di mirtilli del mio pranzo al sacco?”
“Sì, perché?”
“Okay, abbiamo stabilito che noi siamo noi. A questo punto…?”
“A questo punto dovremmo dividerci. Tu alla ricerca di Chris e io di Westwood.”
“Giusto.”
Luca si rialzò e abbracciò la sala da pranzo con un lungo sguardo carico d’esitazione.
“Non ho veramente voglia di lasciarti vagare da sola per i corridoi della villa.”
Anna sollevò gli occhi al cielo.
“Luke! Sono armata! E poi per tutta la prima parte del gioco ci sono solo zombie e qualche cane mannaro.”

Anna e Luca si erano ritrovati in una stanza di salvataggio, dopo aver esplorato un terzo della villa.
Anna nella sua esplorazione aveva incontrato un NPC della S.T.A.R.T. azzannato da un serpente gigante, poi divorato dallo stesso mentre aiutava Anna a uccidere il serpente, che poi si era ritirato nel suo nido per digerire la preda; un altro membro S.T.A.R.T. zombieficato dal morso di un cane mannaro aveva inseguito Anna finché Luca non lo aveva freddato con un colpo di shotgun alla testa, facendogliela esplodere come un melone. Nel frattempo, avevano risolto enigmi, recuperato chiavi, aperto porte, raccolto armi, emblemi, pezzi di meccanismi per risolvere altri enigmi, evitato zombie e fatto un sacco di avanti e indietro tra le varie stanze della villa.
“Non mi ricordavo che questo gioco fosse così noioso!” protestò Anna. “Quanto ci vuole ancora per raggiungere il maledetto laboratorio nei sotterranei della villa?”
“Prima dobbiamo attraversare il cimitero, fare fuori dei ragni giganti nella casa del guardiano, assistere a un dialogo sinistro tra Westwood e un personaggio non meglio identificato (Burke), friggere uno squalo mutante nell’acquario, seccare una pianta gigante mutante, risolvere altri enigmi — ”
Anna scosse la testa, affranta.
“Ho capito. Non c’è bisogno che mi fai l’elenco.”
“…e dividerci di nuovo per poi ritrovarci alla fine del gioco e scappare con l’elicottero.”

Anna aveva raggiunto il laboratorio, dopo aver attraversato il cimitero, la casa del guardiano, l’acquario.
Aveva lottato con Marguerite nella casa del guardiano, disinfestato i corridoi della dependance dai ragni giganti, fritto lo squalo mutante nell’acquario, evitato zombie, cani e corvi mannari mentre attraversava il cimitero, assistito al sinistro dialogo tra Westwood e Burke, intercettato varie chiamate radio da un certo Riccardo. Finalmente, dopo aver risolto una dozzina di enigmi, aveva trovato la scheda magnetica che dava accesso al laboratorio, dove si era riunita con Luca per affrontare l’ultimo livello di gioco.

Luca e Anna avevano quasi terminato l’esplorazione del laboratorio, che si estendeva per chilometri sotto la villa, dove avevano trovato, tra gli altri esperimenti di Burke, numerose orrende creature mannare. Sistemati questi e altri prodotti e sottoprodotti degli esperimenti di Burke su esseri umani, animali e piante, avevano raggiunto la piattaforma dell’elicottero al termine del laboratorio.
Fatto fuori lo STALKER lasciato a guardia del mezzo, si erano impadroniti dell’elicottero.
Mentre Luca controllava che fosse tutto in ordine e accendeva i rotori, avevano intercettato due comunicazioni via radio: una, era il mayday del comandante dei mercenari assoldati dalla Asclepius; l’altra, quella di un comandante di una portaerei che incrociava nel mare lì vicino, che riceveva l’ordine di “Applicare la soluzione finale”.
Luca e Anna si erano guardati, perplessi. L’outbreak di virus θ ad Howling Hollow avrebbe dovuto svolgersi due mesi dopo gli eventi che avevano appena vissuto alla villa. Perché allora avevano intercettato quelle comunicazioni?
“Luca, è quasi l’alba” disse Anna, assorta. “Se mentre eravamo alla villa altri stavano giocando gli eventi che si svolgono in Hazardous 2 e 3, potrebbero essere in attesa di essere salvati da noi.”
Luca decise di seguire l’intuizione di Anna e si diresse verso la città.

Sorvolando la città, Luca si rese conto che effettivamente Howling Hollow aveva subito la devastazione che faceva da scenario agli altri due giochi di Hazardous. Fece rotta per lo stabilimento Asclepius.
Il bagliore rosso di un razzo di segnalazione gli indicò la presenza degli amici sul tetto dello stabilmento.
Anna aveva ragione. Mentre loro giocavano il livello della villa, altri erano intrappolati a Howling Hollow.
Anna si sporse dal portellone.
“Fate presto! Gli F-18 saranno qui a minuti!”
I ragazzi salirono a bordo e, mentre Luca li portava in salvo, Anna fece loro un resoconto della loro avventura a villa Burke.
“Strano, vero? Gli eventi a villa Burke dovrebbero svolgersi due mesi prima rispetto a questo scenario.”
Michael parlò delle loro teorie e delle scoperte fatte nel corso del gioco.
“Sembrerebbe quasi che fossimo vittime di un esperimento. No?” chiese Anna.
Nessuno di loro se la sentì di continuare il discorso. Erano esausti e non vedevano l’ora di risvegliarsi nei propri letti.
Luca portò l’elicottero sui Monti Archland e atterrò in una radura fuori dal raggio dell’esplosione imminente.
“Seguitemi.”
Attraversarono un sentiero di montagna che li condusse su una sporgenza dalla quale era possibile vedere, in lontananza, Howling Hollow. Gli F-18 sfrecciarono in formazione sulle loro teste. Venne sganciata la bomba. Seguirono l’esplosione e il fungo nucleare —

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