Memories #5 Motivi per digitalizzare il proprio heritage oggi stesso

Andrea Montorio
Promemoria
Published in
4 min readJul 2, 2020
“Space Bubble” made by Emilio Pucci (1965–74). From Stiftung Deutsches Technikmuseum Berlin.

Come in ogni ripartenza, vado in cerca di nuove e stimolanti prospettive che possano raccontare le sfide di questo vicinissimo passato con un’energia rinnovata. Per mestiere, le cerco nella storia aziendalemotore di vecchie e nuove imprese, traiettoria per il futuro.

Perché investire in un archivio digitale, oggi, significa capitalizzare la propria esperienza? Quali strumenti e strategie servono a scegliere e valorizzare i contenuti più rilevanti del mio heritage?

Riprendendo gli appunti che scrissi nel 2016, all’avviamento del progetto per la costruzione dell’archivio storico di Emilio Pucci, ho trovato 5 annotazioni sulla digitalizzazione dell’heritage. Ve li riporto di seguito:

1. La memoria (soprattutto digitale) deve essere nutrita

Gli archivi digitali sono come la memoria: selezionano e catalogano immagini, documenti ed esperienze, li organizzano e li rendono fruibili. Utili.

2. Non esiste contenuto senza contenitore

Un’azienda non ci sarebbe senza il suo heritage. L’heritage non esiste senza un archivio storico capace di metterlo a sistema e preservarlo.

3. L’heritage è espressione complessa dell’identità del brand

È difficile parlare in modo coerente di qualcosa, se non se ne conosce la storia. La stessa cosa vale per le imprese.

4. Le idee si trovano, non si creano

L’archivio storico digitale è uno strumento messo al servizio dei team, capace di trasmettere il know-how, la storia e la creatività.

5. Siamo il risultato di tutto ciò che c’è stato sul nostro cammino

Mettere a sistema il proprio patrimonio necessita di competenze tecniche e umanistiche e serve a ottimizzare i saperi che si sono stratificati nel tempo.

Tie of printed silk designed by Emilio Pucci, Italy, 1960s. From Victoria and Albert Museum London.

Cerchiamo esempi nella storia della moda, i cui attori sono sempre stati attenti a preservare l’originalità del proprio marchio. Madeleine Vionnet inventò l’etichetta personalizzata. Subito imitata! Christian Dior approdò negli USA proponendo ai department stores accordi per controllare la produzione di licenced copies. Emilio Pucci ha nascosto la sua firma dentro le sue iconiche fantasie — e mantiene viva la sua originalità grazie all’archivio storico.

L’archivio storico digitale di Emilio Pucci è nato per preservarne la memoria — ma di cosa parla il suo patrimonio d’impresa?

L’heritage di un’impresa è sia storico, che culturale e di contesto: parla delle persone che ne hanno gettato le fondamenta, dei luoghi che sono stati parte dei discorsi giornalieri, degli eventi che hanno trasformato l’azienda in modo irripetibile, del know-how senza il quale l’azienda non sarebbe riuscita a innovarsi e rinnovarsi. Ad ogni elemento, molte volte identificato con un oggetto, è indispensabile dargli il giusto valore. Renderlo leggendario.

Figurini da collezione di Emilio Pucci. Da Pucci Archive, Europeana Fashion Heritage Collections.

Quando il metodo Memories era in fase di formulazione, uno degli obiettivi era restituire rappresentazioni efficaci della storia e cultura delle aziende per rendere tangibili il loro valore ed heritage. La loro bellezza.

Memories è il metodo che permette di mettere a sistema l’heritage d’impresa, attivando una serie di azioni per proteggere, valorizzare e condividere il suo know-how.

Come scriveva la poetessa Maya Angelou: “Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza.”

The butterfly book (1898)

Scopri per primo le storie di Memories.

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Andrea Montorio
Promemoria

CEO of Promemoria Group, Heritage Agency aimed to transform Archives into drivers of Strategic and Cultural Innovations.