New research project on advanced home care

Experientia
Putting People First in Healthcare
2 min readMay 29, 2018

Article published today in Corriere della Sera (Torino ed.) - In Italian

Undici milioni da Regione e privati per l’assistenza sanitaria a casa

Una piattaforma informatizzata monitorerà a distanza il paziente: 18 assunzioni
Lorenza Castagneri - 29 Maggio 2018

Il budget a disposizione è parecchio consistente: undici milioni di euro per «La casa nel Parco», progetto di 30 mesi che metterà a punto nuovi sistemi organizzativi per sviluppare l’ospedalizzazione a domicilio della Città della Salute.

Il servizio, inventato dal lungimirante professor Fabrizio Fabris nel 1985, coinvolge oggi cinquecento torinesi che vivono nella fascia Sud della città. Sono soprattutto anziani, seguiti dal reparto Geriatria delle Molinette, ma anche bambini in cura al Regina Margherita che, su suggerimento dei medici, trascorrono la degenza in casa propria. È un ambiente più familiare, che li fa guarire più in fretta e per cui la sanità pubblica spende 150 euro al giorno, contro i 400 di un posto in reparto.

Ma, soprattutto, l’ospedalizzazione a domicilio è un servizio che dovrà svilupparsi sempre di più in vista della nascita de Parco della Salute, dato che nel presidio che sorgerà all’Oval Lingotto i posti letto saranno decisamente meno degli attuali e limitati alle malattie più complesse.

«Con questo progetto speriamo di poter allargare il nostro raggio d’azione alla zona Nord della città e di esportarlo anche in altri ospedali e zone della nostra Regione», auspica Renata Marinello, una delle dottoresse sul campo.

Anche per questo, il budget a disposizione è consistente: 5 milioni di euro arrivano dalla Regione Piemonte che ha attinto a fondi europei, gli altri 6 sono messi a disposizione da imprese private e da ospedali e centri di ricerca, tra cui Università di Torino, Politecnico, Collegio Carlo Alberto e Fondazione Isi. Peccato che, alla fine, gran parte delle risorse sarà impiegato per assumere il personale che si occuperà del progetto: 18 informatici metteranno a punto nuovi modelli di gestione e, intanto frequenteranno progetti formativi.

«A loro si aggiungerà, poi, personale messo a disposizione dai vari partner del progetto, tra cui docenti universitari, specializzandi e infermieri che seguiranno la parte legata alla sperimentazione clinica, a contatto con pazienti e familiari», spiega il coordinatore Guido Boella, vicedirettore alla Ricerca del Dipartimento di informatica. E puntualizza: «D’altra parte, uno degli obiettivi del progetto è capire come le nuove tecnologie possono migliorare l’ospedalizzazione a domicilio dal punto di vista qualitativo e quantitativo a parità di risorse disponibili».

Più nel dettaglio, «La casa nel Parco» prevede l’impiego di una piattaforma di telemedicina di Reply, tra i partner dell’iniziativa, per monitorare meglio a distanza il paziente e predire, attraverso l’intelligenza artificiale, i suoi comportamenti. A questo si aggiunge l’informatizzazione di tutti i processi amministrativi e sanitari legati alla scelta di essere ricoverati a casa.

«La soluzione è ottima, perché tutti conoscono i vantaggi del non trascorrere troppo tempo in ospedale, ma perché diventi realtà servono più infermieri e medici», rimarca Francesco Cartellà della Cgil. D’accordo anche Claudio Delli Carri del Nursing Up: «Le risorse cliniche non vanno trascurate».

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