Creep

Massimo Lazzari
Quando guardo verso Ovest
5 min readOct 8, 2017
Roccamalatina, Emilia Romagna

“I don’t care if it hurts,

I wanna have control”

[Radiohead, 1993]

Monteveglio è un piccolo paese che si appoggia morbido sui colli bolognesi. Per raggiungerlo si lascia la provinciale all’altezza di Bazzano e si inizia a salire verso l’appennino modenese, in direzione di Porretta Terme e del monte Cimone. Pochi minuti dopo essersi lasciati alle spalle il traffico dell’industriosa periferia bolognese, si apre uno scenario bucolico.

In questo piccolo angolo di paradiso, tra boschi e paesaggi da cartolina, si è rifugiato da qualche mese anche Stefano. Lui ed Eleonora hanno fatto il grande passo. Dopo anni di convivenza in modesti monolocali in affitto, i due hanno deciso di comprare una villetta da ristrutturare alle porte di Monteveglio. L’investimento economico è stato importante, non meno lo è stato quello in termini di tempo. Il loro impegno inoltre, in quegli ultimi mesi, si è concentrato anche su un altro fronte. Anche in questo caso il risultato è stato quello sperato.

Eleonora è incinta.

Mentre guida lungo i tornanti che portano alla casa della coppia, ascoltando Discovery dei Daft Punk, Marco riflette sulla differenza tra la sua vita e quella di Stefano. I due sono amici di infanzia. Cresciuti in riviera, hanno frequentato insieme le stesse scuole. Hanno condiviso anche il percorso universitario, abitando nello stesso appartamento di Bologna e frequentando entrambi la facoltà di ingegneria. Una volta laureati, le loro strade si sono però separate. Sono parecchi mesi che Marco non vede Stefano e, appena saputa la lieta notizia, ha deciso di andare a trovare l’amico.

Raggiunta la villetta, Marco parcheggia l’auto nell’ampio piazzale sterrato. Appena sceso viene subito colpito dall’aria fresca, dal rumore di un ruscello, dai profumi della primavera incombente. In questo stato di stordimento sensoriale, viene accolto da Stefano ed Eleonora che lo attendono sulla soglia.

Marco guarda attentamente la coppia. Eleonora è elegante anche nella sua mise domestica, Stefano indossa una tuta. Marco ha invece un look ricercato e quasi maniacale nell’attenzione ai particolari. Anche il taglio dei capelli sembra seguire logiche diverse da quelle adottate dai comuni mortali. Attento a non sporcare le scarpe, percorre il vialetto che conduce alla casa e saluta i due amici.

Dopo un veloce tour delle stanze, Stefano conduce Marco nella veranda, mentre Eleonora si ritira in cucina per proseguire la preparazione della cena. I due amici, seduti con due birre ghiacciate, iniziano a raccontare le ultime rispettive vicende.

«Allora Ste, quando nasce il pupo?»

«Dovrebbe nascere i primi di settembre, non sappiamo ancora se sarà maschio o femmina».

Marco allarga le braccia a indicare la villa, il paesaggio esterno, il contesto complessivo.

«Beh era inevitabile. Mancava solo un figlio a completare questo perfetto quadretto famigliare».

Nelle sue parole non c’è né ironia né invidia. Soltanto, forse, un certo snobismo. La consapevolezza che valori come la famiglia, i figli, la casa, non possono rientrare nella sua attuale wishlist.

«Si. In effetti era un po’ che ci stavamo provando» risponde Stefano, con entusiasmo.

«E il lavoro come va?»

«Lascia stare. L’azienda è in crisi di liquidità e sta mettendo il personale in cassa integrazione. A me ancora non è successo perché nell’ufficio Ricerca e Sviluppo siamo in pochi. Però è questione di settimane».

Marco rabbrividisce pensando alla situazione economica dell’amico, con un mutuo trentennale da pagare, i lavori di ristrutturazione da finire e un bambino in arrivo.

«Stai cercando qualcos’altro?»

«Sì. Ho già fatto anche un paio di colloqui. Però adesso la situazione è critica ovunque. Ci vorranno mesi per trovare un altro lavoro».

Stefano sospira e, per scacciare le preoccupazioni, apre altre due birre e cerca di cambiare discorso.

«A te invece come va?»

«Il lavoro va abbastanza bene. Adesso abbiamo ripreso anche a lavorare con il nostro principale cliente, dopo i problemi dell’autunno scorso. Non facciamo più gli stessi volumi, però almeno ci paghiamo lo stipendio».

«Siete sempre tu e Lorenzo in società?»

«Si. Da qualche mese abbiamo anche una dipendente».

Stefano guarda Marco con aria interrogativa.

«Non ti fare viaggi strani. È solo una dipendente. E poi adesso ho la ragazza».

«Bene. Sono contento per te. La conosco?»

Marco esita qualche istante prima di rispondere. Pensa sarcastico che Stefano potrebbe conoscerne la madre, o la zia.

«Non la conosci. È molto giovane. Ha appena iniziato l’università».

Stefano sgrana gli occhi. La mente visualizza l’immagine di una ragazzina snella, soda e piena di vitalità. Poi gli appare la figura di Eleonora, per cui prova ancora una forte attrazione. Sa bene tuttavia che la sua silhouette è destinata a mutare nei prossimi mesi. Così come l’attività sessuale è destinata a scemare. Stefano si batte la testa con le sue grandi mani e, ancora una volta, tenta di cambiare discorso.

«E la musica? Suoni ancora?»

«Meno di prima. Comunque ogni tanto mi chiamano a fare qualche serata in disco. A volte mi lasciano anche mettere su la mia musica».

«Quindi ci stai ancora provando a sfondare con la musica?»

«Ovvio. Quello è il “Piano B”. Ho contatti in alcune case discografiche e il mio nome inizia a girare. E comunque, devo continuare a fare musica. È la mia vita».

Stefano sorride dell’entusiasmo dell’amico. Si guarda le mani, le stesse mani che sono in grado di assemblare un circuito elettronico al lavoro e costruire un soppalco di legno a casa. Le stesse con cui poco prima ha accarezzato la pancia di Eleonora.

Questa è la mia vita, riflette con convinzione.

Marco, quasi leggesse i pensieri dell’amico, finisce la birra e, aggiustandosi i capelli, ribatte:

«Vedi Ste, io non sto facendo la stessa vita che facevo dieci anni fa. Sto soltanto cercando di non fare la vita che dieci anni fa tutti si sarebbero aspettati da me».

Questo racconto è tratto da Quando guardo verso Ovest, una raccolta di 33 racconti con titoli ispirati ad altrettante canzoni rock del XX secolo.

Il libro è stato pubblicato da Antonio Tombolini Editore nel 2015 e può essere acquistato qui.

Tutti i proventi derivanti dalle vendite del libro vengono devoluti dall’autore all’Associazione Mondobimbi Onlus, che li usa per aiutare i bambini del Madagascar ad andare a scuola.

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Massimo Lazzari
Quando guardo verso Ovest

Autore di La Storia dell’Acqua (2021), La Fine della Terra (2019), Il libro perfetto (2017), Quando guardo verso Ovest (2015) ed Esprimi un desiderio (2012)