Gatta da pelare

Pietro Adami
Quattro Colonne
Published in
4 min readJan 23, 2018

Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno è stato raggiunto da un avviso di garanzia per la costruzione di un centro polifunzionale ad Ancarano.

di Pietro Adami, Cristiana Mastronicola e Elena Testi

Ha preso in mano il telefono. Ha composto il numero dell’agenzia stampa Ansa e ha denunciato quello che tutti hanno giudicato “inammissibile”. Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, prima che i cronisti di giudiziaria scagliassero la bomba, ha reso pubbliche le accuse formulate dalla procura di Spoleto: “Sono indagato per la costruzione di un centro polifunzionale costruito nella frazione di Ancarano”. Per gli inquirenti quel centro venne realizzato seguendo una procedura sbagliata. Ma per comprendere la vicenda bisogna partire dall'inizio: il 30 ottobre del 2016 una scossa di terremoto devasta la cittadina. La macchina della solidarietà si attiva e viene proposta da parte del presidente della Proloco locale la costruzione di un centro dove i terremotati possano incontrarsi. Presto fatto. In poco tempo raccolgono 800 mila euro, per la maggior parte donati da una fondazione trentina, e si mettono in moto per la messa in opera. Nasce il centro polifunizionale. E fin qui nulla di strano se non fosse che per la procura di Spoleto lo stabile doveva seguire una procedura ordinaria e non d’urgenza.

LE REAZIONI

Indignata la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che con un lungo post Facebook si è detta “esterrefatta”: “Sono 16 mesi che i sindaci, i funzionari comunali e regionali, tanti dipendenti pubblici stanno gestendo quest’anno difficile di fase emergenziale. Ci sono state oltre 70.000 scosse sismiche in questi mesi, di cui ben 7 superiori al quinto grado di magnitudo e ben 1000 tra 4 e 5. La popolazione di Ancarano è stata ricoverata per alcune settimane in una struttura precaria con bagni igienici esterni. Ora grazie a una donazione di privati si sta realizzando una struttura che serve ancora alla fase emergenziale della vita di comunità”. In sintesi un atto ingiusto, secondo la presidente. A finire in mezzo alla vicenda anche il direttore dei lavori Riccardo Tacconi e il presidente della Proloco Venanzo Santucci, che ha auspicato una pronta ripartenza dei lavori.

Ma per la procura la struttura “inciderà fortemente sull'assetto urbanistico e paesaggistico del territorio” e il sindaco il primo agosto scorso non doveva firmare il foglio per il via libera alla realizzazione, perché privo dei documenti necessari. Eppure secondo Alemanno c’erano tutti i presupposti per agire con una procedura d’emergenza in base alle ordinanze del Capo della Protezione civile (le numero 388, 389 e 394 del 2016) che consentono di derogare ai vincoli paesaggistici solo per installazioni provvisorie e che prevedono interventi urgenti e finalizzati ad operazioni di soccorso o allestimento di strutture temporanee per l’assistenza della popolazione e per assicurare la continuità dei servizi pubblici e di culto.

La chiesa di Santa Maria Bianca ad Ancarano

A due giorni di distanza arriva anche la risposta del procuratore Alessandro Cannevale, apparsa su Umbria24: “Non ci si può chiedere di far finta che la legge non esista, né di non applicarla per una questione di opportunità: alla luce dell’attuale quadro normativo la costruzione della centro polivalente di Ancarano, ad avviso della procura, ma anche del gip, dei carabinieri forestali e del Parco dei Sibillini, è un illecito. Tuttavia ci muoviamo in un perimetro di disposizioni molto complesse e un intervento normativo di maggiore chiarezza sarebbe auspicabile”.

RICOSTRUZIONI SOSPETTE

Tra rimpalli, denunce e una popolazione stremata, questa non è la prima inchiesta aperta. La ricostruzione procede nel peggiore dei modi. Già a settembre scorso le indagini dei NAS parlavano di «inquietanti indizi» relativi all'esistenza di una associazione a delinquere che sarebbe stata messa in piedi dalle aziende appaltatrici le quali, stando agli atti della Procura, avrebbero subappaltato i lavori ad aziende con a capo prestanomi: tutti pregiudicati campani. Per poi leggere sempre sugli atti: operai sottopagati, sfruttati e lasciati senza cibo per ore. “Esposti a gravi situazioni di pericolo per la loro incolumità”, si legge ancora nelle carte. Gli indagati avrebbero anche fatto ricorso a false certificazioni mediche e professionali che attestavano il possesso dei requisiti previsti dalle norme in materia di sicurezza. Certificazioni rilasciate secondo gli inquirenti da scuole di formazione e studi professionali compiacenti.

Da ultimo, la procura spoletina ha disposto un sequestro a Valdicara di Norcia, per smaltimento illecito di rifiuti, in un’area che si trova a poca distanza dal cantiere per la realizzazione di otto “Sae”, le Soluzioni Abitative d’Emergenza. Un’altra gatta da pelare per il sindaco Alemanno.

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