Raccontare la resistenza: “buone notizie” da Norcia

Chiara Sivori
Quattro Colonne
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4 min readOct 30, 2017

Il 25 ottobre, a un anno dal terremoto che ha colpito la Valnerina, associazioni, tv e radio locali si sono incontrate al Centro Boeri di Norcia per fare il punto sulla ricostruzione e ragionare sul ruolo dei media

di Giulia Bianconi, Camilla Orsini e Chiara Sivori

Dalla cronaca del disastro al racconto della rinascita, partendo dal punto di vista delle comunità locali: è questo il messaggio di “Raccontare per ricostruire”, il progetto di “Tv di Comunità” curato da Co.Re.Com Umbria. L’edizione 2017 del premio (i vincitori si possono trovare sul sito del Co. Re. Com.) è tutta dedicata al racconto della ripresa della Valnerina dopo il terremoto. Scopo dell’iniziativa è coinvolgere media e associazioni del territorio nella narrazione del ritorno alla normalità dopo i terribili momenti dell’emergenza post-sisma. La prospettiva è però diversa dal solito: ai concorrenti è stato chiesto di presentare dei video che trasmettessero esempi di speranza e rinascita, per distogliere l’attenzione dalle sofferenze del passato e concentrarsi sulla ripresa di Norcia e dintorni.

Alcuni momenti del convegno a Norcia

Per capire e affrontare un evento catastrofico, come i terremoti di agosto e ottobre 2016, non basta descrivere il momento dell’emergenza: le telecamere devono rimanere accese anche dopo, per raccontare la ricostruzione. La narrazione dei giornalisti, spiega monsignor Paolo Giulietti, vescovo della diocesi di Perugia- Città della Pieve, non si deve fermare alla descrizione di scandali e problemi, ma deve essere il punto di partenza per pensare alle possibili soluzioni, ponendosi in un’ottica positiva e propositiva.

Solidarietà e amore per la propria terra: sono queste le buone notizie che arrivano da Norcia, le chiavi di volta che hanno tenuto in piedi le comunità della Valnerina. Nonostante le mille difficoltà e i disagi affrontati, spiega il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, i nursini si sono battuti per rimanere nella loro città, accanto alle loro case, e si sono subito rimboccati le maniche per ripartire. Si tratta di un grande esempio di resistenza che va raccontato per riuscire finalmente a superare la logica dell’emergenza e tenere alta l’attenzione anche su quello che accade dopo le tragedie.

Norcia centro, un anno dopo il sisma

La premiazione di “Raccontare per ricostruire” è stata un’occasione per interrogarsi sul ruolo avuto dai media nel racconto del sisma. In questo i giornalisti hanno una grandissima responsabilità: nel caso dei terremoti del 2016, ad esempio, formule come “terremoto in Italia centrale” e “danni in Umbria”, apparsi molto spesso sia in televisione che sulla stampa, hanno provocato la fuga dei turisti dall’intera regione, provocando gravissimi danni all’economia. La consapevolezza di questo potere deve spingere gli operatori a porsi qualche interrogativo sul loro ruolo e sulle dinamiche della comunicazione. È davvero necessario concentrarsi in modo quasi morboso su danni, morti e feriti? A cosa serve raccontare la distruzione, se poi non si parla della ricostruzione? Secondo Marco Mazzoni, presidente del Co.Re.Com Umbria, per rispondere a queste domande bisogna ripensare al modo di fare comunicazione: i media dovrebbero cercare di trasmettere messaggi positivi, di speranza, senza però trascurare la cronaca degli eventi. È un equilibrio difficile, ma raggiungerlo sarà la sfida del giornalismo del futuro.

La richiesta di notizie “positive”, tuttavia, non deve mai mettere in secondo piano il racconto dei fatti, anche quelli più tragici. Il giornalismo ha il dovere di raccontare la realtà, senza censurare gli aspetti scomodi e dolorosi; va bene evitare la ricerca del “sangue” a tutti i costi, dunque, ma i fatti vanno raccontati senza sconti, spiega Roberto Conticelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti umbri.

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