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Post-verità

Quid est veritas?

Marco Bonifacio
Published in
2 min readNov 14, 2022

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Chiuse lo schermo del portatile con un gesto nervoso e si accasciò sulla sedia. Aveva trascorso più di un’ora a leggere la sua timeline, senza riuscire a staccarsene, con una strana fascinazione. Eppure ora, quando aveva detto basta e aveva abbassato velocemente lo schermo, come se temesse di essere nuovamente ipnotizzato dall’incessante scorrimento delle notizie, era nauseato da quello che aveva letto. Una ridda di opinioni senza costrutto, senza alcun ancoraggio con la realtà. Gente che non si conosceva e che si insultava attraverso uno schermo, vere e proprie guerre tra bande, tizi che sembravano scrivere la prima cosa che passava loro per la mente, senza alcuna dignità, con sprezzo del ridicolo.

Una volta — pensò — non era così. Chi voleva informazioni, sapeva dove rivolgersi. C’erano i giornali, certo, magari di diverso orientamento, magari non tutti affidabili, ma in buona sostanza fonti di notizie per lo più reali, vere. Oggi anche questi — la maggioranza, almeno — partecipavano alla grande corsa al ribasso dell’informazione: opinioni spacciate per fatti, titoli urlati per accalappiare i gonzi o per solleticare gli istinti più bassi dell’animo umano — rabbia, invidia, rancore, financo odio.

Era estenuante ricercare la verità, una verità, in mezzo a questo profluvio di pensieri, di voci, di palesi falsità e di cose sottaciute, distorte, spezzettate e poi rimescolate insieme. Come cercare una pagliuzza d’oro sul fondo di un fiume limaccioso.

Eppure, proprio tutta quella violenza, quelle parole urlate stavano a dimostrare che la ricerca della verità era più viva che mai, mai sopita nel cuore dell’uomo. Del resto — rifletté — perché mai uno dovrebbe alzare la voce se non per difendere la verità? Quando mai si erano visti litigi e scontri per una semplice opinione?

Sorrise. Ognuno difendeva strenuamente la sua verità, convinto che fosse la verità, anzi, quella con la V maiuscola. Nessuno accettava che la Verità fosse stata espulsa dal discorso umano, rimandata nell’iperuranio — cosa che, se ricordava correttamente i suoi appunti di filosofia del liceo, era avvenuta secoli prima, ormai. Non ci si voleva rassegnare che la Verità fosse ormai irraggiungibile per la conoscenza umana, sostituita dalla semplice Opinione. E allora si elevava l’opinione al rango di verità.

Riaprì il PC, immediatamente lo schermo si riaccese con un ronzio. E mentre tornava alle interminabili discussioni del suo social preferito, per un attimo un pensiero attraversò la sua mente, un’idea balzana, che non sapeva da dove venisse: e se lì dentro, proprio oggi, fosse riuscito a trovare la risposta alla domanda che il vecchio governatore di un’oscura provincia romana aveva rivolta a quello strano messia giudeo duemila anni fa — quid est veritas?

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