0x11 — Trump ed il cyberspazio

Riccardo Coluccini
R0b0t0
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4 min readJan 10, 2017

Dopo il sorprendente risultato delle elezioni americane, dobbiamo parlare delle conseguenze che l’elezione di Donald Trump avrà sul cyberspazio. Tra timori ed incertezze cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Dobbiamo cominciare riconoscendo che durante la campagna elettorale americana è stato dato poco spazio alle questioni legate ad internet ed ai diritti digitali. Gli Stati Uniti ricoprono un ruolo fondamentale per quanto riguarda la sicurezza digitale. Come se la sola presenza dell’agenzia di intelligence americana NSA non bastasse per accendere i nostri timori, dobbiamo ricordarci che quasi tutti i colossi tecnologici di cui utilizziamo quotidianamente le applicazioni, ed a cui offriamo i nostri dati personali, risiedono in America.

Come dicevo, in campagna elettorale il tema è stato toccato solamente di striscio da parte dei candidati mentre invece i giornali se ne sono occupati ampiamente, ma fuori fuoco, a causa della diffusione delle mail del server del partito democratico e soprattutto a causa delle teorie di attacchi da parte di hacker russi. Ma una vera e propria discussione informata sul futuro della sorveglianza messo in atto dall’NSA, sulle difficoltà di mantenere internet libera e sulla difesa dei diritti digitali non vi è stata.

Durante uno dei 3 dibattiti delle elezioni, il presidente Trump ha risposto così ad una domanda sulla sicurezza informatica:

Sostanzialmente, dice che la sicurezza informatica è un grosso problema e che gli Stati Uniti devono iniziare a fare sul serio e cercare di essere i migliori. Per poi dilagare parlando del figlio di 10 anni.

E’ bene quindi consultare direttamente la pagina della campagna di Trump sulla sicurezza informatica. Trovate il link alla descrizione dell’episodio. Anche qui, purtroppo, i punti, se pur ampliamente condivisibili, sono scarni, molto generici ed assolutamente frivoli. Propone di effettuare una revisione delle vulnerabilità del sistema informatico, di prevedere delle risposte appropriate a futuri attacchi informatici esterni, e delega al Segretario della Difesa il compito di migliorare la divisione dello US Cyber Command in modo da avere strumenti sia per la difesa che per l’offesa.

Con questi dati in mano, possiamo dire di sapere ben poco delle intenzioni di Donald Trump.

Per cercare qualcosa di più consistente, dobbiamo andare a spulciare alcune sue precedenti interviste. Quando l’FBI aveva richiesto ad Apple di creare un software per sbloccare l’iPhone dell’attentatore della strage di San Bernardino ad inizio 2016, Trump si è dichiarato completamente a favore dell’ingiunzione del FBI, proponendo addirittura di boicottare Apple fino a quando non avesse adempiuto alle richieste.

In questo caso sembra quindi che per Donald Trump la sicurezza nazionale sia sempre più importante della privacy personale dei cittadini.

Questo potrebbe essere un grave segnale per quanto riguarda le riforme apportate da Obama alla NSA, che hanno ridefinito i limiti dei poteri dell’agenzia di spionaggio alla luce delle rivelazioni di Edward Snowden nel 2013. Trump potrebbe decidere di revocarle e conferire addirittura maggiori poteri all’agenzia.

Visto il pessimo rapporto con i giornalisti che Trump ha mostrato durante la campagna elettorale, l’organizzazione Freedom of the Press che si occupa della difesa della libertà di espressione, ha diffuso un comunicato, che trovate linkato nella descrizione all’episodio, in cui dichiara Trump una minaccia assoluta.

Allo stesso modo, l’American Civil Liberties Union ha dichiarato lo stato di allerta perenne, proponendosi di vigilare giornalmente sull’operato del presidente e non tirandosi indietro qual’ora fosse necessario agire per vie legali.

Affermare di sapere con certezza come si comporterà Trump con il cyberspazio al momento è impossibile. Abbiamo alcuni segnali che ci mettono sul chi va là, ma logicamente, come si è visto durante l’arco della campagna elettorale, Trump è in grado di cambiare opinione con mirabili piroette dalla mattina alla sera.

Il mio più grande dubbio è legato, però, alla sua inesperienza nell’ambito digitale. Temo che ci sia il rischio che diventi una marionetta nelle mani di chi lo consiglia. L’NSA, l’FBI e la CIA necessitano di revisioni e riforme. Non si può rischiare che sfuggano ad ogni sorta di controllo approfittando di un presidente incompetente o mal consigliato. Come abbiamo già visto nel caso delle mail dei server di Hillary Clinton, l’FBI è intervenuta pesantemente sulla scena politica quando il suo direttore, James Comey, a pochi giorni dalle elezioni, ha annunciato di aver trovato altre email che avrebbero potuto contenere informazioni rilevanti ai fini dell’indagine contro Clinton. Per poi affermare pochi giorni dopo che non vi era nulla di utile.

Questo intervento scomposto ed apparentemente sconclusionato del FBI, unito alle idee di Trump deve essere un ulteriore campanello di allarme per ciò che ci aspetta nei prossimi 4 anni.

Alcuni link di riferimento:

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Riccardo Coluccini
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Mechatronic engineer. Once I had a close encounter with a quadcopter.