0x14 — Bitcoin

Riccardo Coluccini
R0b0t0
Published in
4 min readJan 10, 2017

Il bitcoin è una moneta pseudoanonima che, grazie alla crittografia, permette di fare acquisti online senza la necessità che vi sia un ente di certificazione a confermare la transazione.

Spieghiamo un po’ meglio: solitamente, che sia una banca od un governo, quando in una transazione online abbiamo un soggetto A che paga una somma a B, esiste un ente C che controlla la validità di questa transazione. In questo caso si parla quindi di una struttura centralizzata poiché tutte le transazioni devono essere vagliate da quei soggetti C.

Inoltre, sia la banca che il governo, richiedono che l’identità del possessore della carta e di chi riceve il denaro siano a loro note. Effettuare una transazione anonimamente è impossibile in questo caso.

Il bitcoin, invece, utilizza una struttura completamente decentralizzata dove non serve la presenza di un ente di certificazione.

Quando paghiamo con le monete reali, una volta rimosse dal nostro portafoglio, sono inevitabilmente inutilizzabili di nuovo, sono scomparse e trasferite.

Il problema principale delle monete digitali, a differenza di quelle fisiche, è che sono intangibili. Ed una delle caratteristiche fondamentali degli oggetti digitali è la possibilità di produrre copie identiche. Nel caso delle monete digitali il rischio è che quando paghiamo un euro, senza la presenza di un ente che certifichi la transazione, noi potremmo spendere di nuovo quell’euro in un altro acquisto. La banca, invece, interviene a detrarre dal nostro conto l’euro speso, aggiorna la somma a disposizione e segnala l’incremento di un euro presso il conto del ricevente.

Bitcoin invece utilizza un database distribuito presso tutti gli utenti che lo utilizzano. Ogni utente, anche detto nodo di questa rete, possiede un registro costantemente aggiornato di tutte le transazioni effettuate. In questo modo, dalla molteplicità di nodi del sistema, e grazie alle funzioni crittografiche che verificano che la transazione sia stata eseguita con successo, si ottiene un sistema che garantisce sicurezza e certificabilità dei movimenti dei bitcoin.

Il registro distribuito e le funzioni crittografiche costituiscono la tecnologia chiamata blockchain alla base del funzionamento dei bitcoin, ideata da Satoshi Nakamoto, pseudonimo dell’inventore dei bitcoin che la pubblicò nel 2008.

La domanda che rimane da rispondere però è: chi produce i bitcoin?

Il sistema prevede la necessità dei cosiddetti minatori, ossia utenti che risolvono le funzioni crittografiche per verificare l’integrità delle transazioni contenute nell’archivio. Poiché la funzione da risolvere è molto complessa, e si ottiene principalmente tramite attacchi di forza bruta cioè per tentativi, il primo utente che ottiene la soluzione corretta riceve una ricompensa in nuovi bitcoin. In questo modo il sistema si auto-sostiene. Logicamente, in base al numero di minatori di bitcoin che stanno provando a risolvere una data funzione, la possibilità di successo varia molto. Allo stesso tempo questo processo richiede ingenti quantità di potere computazionale (e quindi anche di energia elettrica) per cui si stanno creando vere e proprie aziende che svolgono questo ruolo. Ve ne sono di molto grandi in Cina, ad esempio.

La quantità di Bitcoin prodotti però si riduce nel tempo, fino a raggiungere la quantità di 21 milioni di bitcoins. A quel punto non ne verranno più prodotti.

Questo fattore, unito anche ad alcuni attacchi hacker attraverso cui sono stati sottratti diversi migliaia di bitcoin, rendono il valore di questa criptovaluta molto fluttuante nel tempo. Nel periodo di Novembre un bitcoin ha assunto valori compresi fra i 700 ed i 750 dollari.

Per chi fosse interessato ad acquistare bitcoin, consiglio aziende di cambio valute che permettono l’acquisto e la gestione di un portafoglio elettronico in cui convertire euro in bitcoin. Tra queste vi sono Coinbase e Bitstamp, di cui includo i link nella descrizione a questa puntata.

Bitcoin quindi offre la garanzia di anonimato tipica delle banconote. Infatti, se ci pensiamo bene, quando entriamo in un bar e paghiamo un caffè non dobbiamo rilasciare i nostri dati anagrifici al gestore mentre invece se pagassimo con la carta di credito ci sarebbe una registrazione del nostro passaggio. Inoltre i bitcoin offrono la stessa portabilità delle monete digitali che evitano il trasporto fisico di un oggetto.

Come ho detto all’inizio di puntata, i Bitcoin però sono una moneta pseudoanonima poiché tutte le transazioni sono comunque visibili sul registro pubblico, seppur in formato anonimo. E’ quindi possibile seguire il passaggio di bitcoin attraverso lungo tutte le transazioni della catena, tracciandole.

Le autorità hanno la possibilità, attraverso l’uso di un mandato, di richiedere l’identità del possessore di uno specifico account legato ad un’indagine. E’ quello che è avvenuto di recente negli Stati Uniti con l’Internal Revenue Service, l’agenzia che si occupa della riscossione delle tasse.

In questo caso, però, all’azienda Coinbase è stato richiesto di fornire i dati di tutti gli utenti che hanno effettuato transazioni in uno specifico arco di tempo. Fra tutti questi utenti vi potrebbe essere alcuni che hanno compiuto azioni illegali, ma certamente la maggior parte sono cittadini che hanno fatto un utilizzo legale dello strumento. Questa richiesta mette quindi in grave pericolo la privacy di quegli utenti.

Tornando all’uso dei bitcoin, sono certamente una moneta affascinante sia per la struttura decentralizzata sia per il fascino dell’anonimato, seppure pseudo. Diverse aziende stanno offrendo la possibilità di acquistare prodotti utilizzando bitcoin, non solo per acquisti effettuati nel dark web, fra cui Microsoft e Dell.

Non consiglio di convertire tutti i propri euro in bitcoins, poiché il loro valore fluttuante potrebbe causare gravi perdite economiche, però un piccolo investimento potrebbe essere un’ottima idea!

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Riccardo Coluccini
R0b0t0
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Mechatronic engineer. Once I had a close encounter with a quadcopter.