0x16 — Russia e le elezioni americane

Riccardo Coluccini
R0b0t0
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3 min readJan 18, 2017

Il Presidente uscente Barack Obama ha ufficialmente dichiarato la Russia colpevole di aver influenzato le elezioni americane attraverso una campagna di cyberspionaggio e propaganda mirata online. La sua affermazione è supportata da un’analisi effettuata dalla comunità di intelligence americana, ossia dalle tre agenzie: l’NSA, l’FBI e la CIA.

Il report fornito ad Obama è chiaramente un documento top secret ma, il 6 Gennaio, è stata diffusa una seconda versione, questa volta pubblica ed accessibile a tutti. Purtroppo, questo documento ha generato molto malcontento fra esperti di sicurezza informatica e giornalisti che si erano occupati da mesi del caso.

Il problema principale di questo report è la completa assenza di prove incontrovertibili dell’operato della Russia. Non ci sono dati concreti ed oggettivi che possano sostenere quella che, dalle stesse parole ed azioni intraprese da Obama, sembra essere oramai la lettura ufficiale degli eventi.

Obama ha infatti espulso 35 diplomatici russi dagli Stati Uniti, ha chiuso due edifici di proprietà russa che, per quanto affermato dal governo americano, erano sede di attività di intelligence del Cremlino, ed inoltre ha stabilito delle sanzioni economiche per organizzazioni e personaggi di rilievo russi.

La decisione di colpire pubblicamente la Russia è stata accompagnata anche da affermazioni riguardo futuri attacchi di contro spionaggio.

Nel report pubblicato, però, non sembra esserci alcuna pistola fumante, come si dice in gergo tecnico. Cosa sta accadendo quindi?

Come alcuni giornalisti avevano già segnalato, questo report era già da considerarsi come un probabile fallimento. La stessa parte introduttiva dell’analisi chiarisce che, per non arrecare danni alla struttura di intelligence, e quindi per proteggere le fonti e tenere nascosti gli strumenti di spionaggio, è altamente improbabile che si possano rivelare completamente i dati a disposizione.

Nel report però non si allude nemmeno alla presenza di prove solide. Come altri giornalisti hanno fatto notare, sembra che ci si basi più su informazioni circostanziali e non su prove concrete. Sono infatti dedicate diverse pagine a Russia Today, il network televisivo gestito dal governo russo, ed alle sue azioni di contro-propaganda e mistificazione della candidata Hillary Clinton.

Le agenzie di intelligence inoltre confermano il ruolo di Wikileaks nella diffusione di informazioni che, sempre utilizzando formule vaghe, sarebbero state sottratte dai servizi segreti russi al partito democratico. Riconoscono inoltre che la figura di Guccifer2.0, di cui avevamo parlato nella prima puntata del podcast, appartiene anch’essa all’intelligence russa.

Con molta probabilità, questo report non riuscirà a convincere gli scettici sull’interferenza di Putin nelle elezioni americane. Inoltre solleva nuovamente la problematicità dell’attribuzione degli attacchi informatici: svelare le proprie informazioni potrebbe mettere a repentaglio l’intera struttura di spionaggio creata negli anni, compromettendo tutto il lavoro.

Dall’altro lato, però, a fronte di dichiarazione ed azioni così decise ed i cui effetti sulle relazioni internazionali con la Russia sono ancora da valutare, è necessario che i cittadini possano ottenere quante più prove concrete possibili. E’ assurdo richiedere ai cittadini di compiere un atto di fede ed affidarsi ad analisi parziali.

Ad accuse concrete devono corrispondere prove concrete, altrimenti si rischia di essere risucchiati nella narrazione dello Stato senza possibilità alcuna di esercitare il proprio diritto di cittadini informati.

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Riccardo Coluccini
R0b0t0
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Mechatronic engineer. Once I had a close encounter with a quadcopter.