0x7 — La grazia per Snowden

Riccardo Coluccini
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4 min readDec 21, 2016

Nelle sale cinematografiche americane è uscito il film di Oliver Stone, intitolato “Snowden”, ed allo stesso tempo, tre delle più grandi organizzazioni per i diritti umani al mondo hanno iniziato la campagna “Pardon Snowden” per chiedere al presidente Obama di concedere la grazia al whistle-blower. L’American Civil Liberties Union (ACLU), Amnesty International e Human Rights Watch ritengono che Snowden vada difeso per il suo operato a favore del bene pubblico.

Nel 2013 Snowden, che era un collaboratore esterno del governo statunitense, si è rifugiato in una stanza di albergo ad Hong Kong da cui, insieme al aiuto del giornalista Glenn Greenwald ed alla regista Laura Poitras, ha iniziato a fornire i documenti che aveva sottratto al NSA a varie testate giornalistiche, tra cui il Guardian ed il WashingtonPost, avvalendosi quindi dell’aiuto di giornalisti esperti in materia di sicurezza nazionale per valutare quali documenti fossero rilevanti e quali informazioni fossero invece ritenute inutili, se non addirittura pericolose se pubblicate. Il documentario Citizenfour, che ha vinto un premio Oscar, parla di quei momenti e di quegli incontri nel Hotel ad Hong Kong.

Le sue rivelazioni hanno svelato il sistema di sorveglianza globale messo in atto dalla NSA e dalle agenzie dei cosiddetti “Five Eyes” (ossia Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda) con la cooperazione di alcune aziende di telecomunicazione e governi europei.

Alcuni dei programmi di sorveglianza più noti, emersi dai documenti di Snowden, sono PRISM, Upstream ed XKEYSCORE. Il primo permette di raccogliere dati dalle comunicazioni internet attraverso i server di alcune grandi aziende degli Stati Uniti, tra queste ci sono Microsoft, Google, Facebook ed Apple. Upstream, invece, permette di raccogliere i dati direttamente dai cavi in fibra ottica che passano sotto l’oceano. XKEYSCORE, invece, permette di analizzare e cercare informazioni specifiche all’interno della montagna di dati raccolti.

Questi programmi rappresentano una violazione dei diritti civili, si tratta di una raccolta indiscriminata di informazioni personali, senza la necessità che sia richiesto un mandato specifico.

Al momento Snowden è accusato, sulla base del Espionage Act del 1917, di aver sottratto materiale al governo americano ed aver diffuso documenti riservati. Secondo l’Espionage Act, non è possibile difendersi affermando di aver agito nell'interesse del bene pubblico. L’Espionage Act non distingue tra le spie che vendono informazioni riservate al nemico e cittadini che rivelano documenti riguardo violazioni delle leggi da parte del governo in carica.

Il Washington Post, pur avendo vinto un premio Pulitzer grazie ad articoli scritti a partire dai documenti di Snowden, ha recentemente pubblicato un editoriale in cui si chiede che la grazia non venga concessa e che Snowden venga giudicato da un tribunale in quanto ha commesso dei seri crimini, minando le operazioni di intelligence degli Stati Uniti all'estero. L’editoriale, assieme al report stilato dalla House Permanent Select Committee on Intelligence, di cui solo un riassunto di 4 pagine è pubblicamente disponibile poiché il vero report è riservato, cercano di discreditare l’operato di Snowden.

Il giornale non solo attacca una propria fonte, ma commette anche degli errori di lettura dei fatti: il materiale trafugato da Snowden non è stato diffuso pubblicamente ed interamente, come spesso fa Wikileaks, ma è stato offerto a giornalisti competenti per selezionare responsabilmente i contenuti. Nel report della Commissione di Intelligence si attacca direttamente la persona piuttosto che le sue azioni: si cerca di screditare Snowden diffondendo illazioni sulla sua preparazione tecnica e sui suoi problemi fisici (mettendo in dubbio il fatto che lui si fosse dovuto ritirare dall’esercito perchè si era spezzato entrambe le gambe durante un’esercitazione.)

Il report, che ha richiesto 3 anni di preparazione, non riesce nemmeno a presentare prove riguardo l’eventuale danno arrecato dalla diffusione dei documenti.

Obama deve riconoscere il ruolo fondamentale di Snowden nell’aver acceso un dibattito pubblico sui temi della sorveglianza, della privacy e della sicurezza. Pur riconoscendo che la diffusione di tali documenti ha generato alcuni imbarazzi ed inconvenienti (come quando è emerso che venivano spiate anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e la presidentessa del Brasile Dilma Rousseff), le azioni di Snowden devono essere considerate eroiche. Al momento attuale, Snowden è in esilio forzato in Russia, poiché durante il suo trasferimento da Hong Kong verso l’Ecuador è stato annullato il suo passaporto e quindi si è trovato confinato all’interno dell’aeroporto russo a metà del suo viaggio.

Snowden ha messo a repentaglio la propria libertà per la nostra, per quella di tutta l’umanità. L’impossibilità di portare questa argomentazione di difesa presso la corte avrà delle ripercussioni. Non è solo una questione specifica del caso di Edward Snowden. Non c’è alcun tipo di simpatia verso questo ragazzo di 33 anni. Chiunque altro whistle-blower, in futuro, avrà meno desiderio di comunicare gli abusi del governo se dovrà vedersi sbattuto in cella, senza la possibilità di spiegare le proprie motivazioni, per il resto della vita, come sta accadendo ora con Chelsea Manning (l’ufficiale americano che aveva fornito documenti a Wikileaks, tra cui il famoso video “Collateral Murder”).

Un’analisi basata solamente sulla quantità di danni arrecati è un’analisi cieca, la questione in ballo è se queste informazioni hanno portato benefici che sovrastano i problemi causati. E questo è ciò che è accaduto con i documenti di Snowden: alcuni programmi sono stati addirittura considerati illegali ed in violazione dei diritti umani da parte della Corte americana, l’NSA ha subito delle riforme e le aziende tecnologiche stanno introducendo sempre più strumenti per proteggere la nostra privacy basati sulla crittografia.

Edward Snowden deve essere perdonato.

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Riccardo Coluccini
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Mechatronic engineer. Once I had a close encounter with a quadcopter.