Al tempo del coronavirus (seconda puntata)
Continuiamo a condividere i pensieri dei bimbi e le bimbe di quinta A delle scuole primarie Marconi di Monastier raccolte durante il lockdown dalla maestra Michela Berto. Questo martedì è la volta delle considerazioni di Alice, Luna, Greta, Carlo ed Elide.
In questo periodo così difficile passo le mie giornate fuori nel mio piccolo giardino giocando con i cani o facendo attività fisica. Ogni tanto escono nel loro giardino anche i miei vicini: siamo separati dallo scivolo del garage ma riusciamo a vederci, a parlarci, a giocare e anche se sono più piccoli di me, mi diverto lo stesso. Ormai siamo a casa da scuola da circa un mese e vorrei tanto ritornarci per rivedere i miei compagni e le maestre perché mi mancano tantissimo. Nei primi giorni ero felicissima di stare a casa ma adesso non più. A casa sono con la mamma e mio fratello che vedo solo verso le tredici perché è in videolezione. Anche il papà lavora, non sempre però, solo in caso di necessità. Le mie giornate sono organizzate così: per prima cosa faccio colazione e poi mi metto a fare i compiti fino alle undici; poi esco in giardino con i miei cani, attendo mio fratello che termina le lezioni e mangiamo. Quando il tempo è bello e fa caldo vado nel terrazzo a prendere il sole. Poi mi metto i pantaloncini corti, la maglietta con le maniche corte e con i pesetti comincio a fare gli schemi di esercizi che mi manda la mia allenatrice. Dalle sedici e trenta alle diciassette e trenta continuo con i compiti. Anche i miei vicini escono e gioco con loro a distanza per un po’. Ogni tanto faccio le videochiamate con i miei amici fino all’ora di cena. Poi mi preparo per la notte e continuo le videochiamate o mi sento per messaggio con la mia migliore amica.
La scuola virtuale non mi soddisfa molto perché a volte non capisco molto bene la spiegazione e preferisco stare in classe. Mi manca molto non poter vedere i miei amici e anche andare a casa dai miei nonni e magari restare a dormire da loro. Anche se sento tutti in videochiamata non è molto bello perché a volte c’è poca connessione e non capisco quello che dicono. Non vedo l’ora che questa quarantena finisca per ritrovare i miei amici e poter continuare a giocare e vivere in libertà. Per il futuro mi aspetto che trovino il vaccino per combattere questo virus orribile. A tutti coloro che soffrono, mi sento di dire di stare tranquilli: siete in ottime mani! A loro invio un grande abbraccio virtuale in attesa di un affettuoso e vero abbraccio da parte di tutti.
Alice
Sono a casa da un mese e non so più cosa fare! Per colpa di questo maledetto coronavirus, non si può fare niente! Inizialmente ero felice della chiusura della scuola ma dopo alcuni giorni sono diventata più nervosa perché cominciavo ad annoiarmi. Passo le settimane con la mamma o con il papà e lui mi ha promesso che appena termina un suo lavoro, inizierà a dipingere la casa. Sono contenta così lo aiuterò! Vorrei tanto tornare a scuola, mi mancano molto i miei amici anche se li sento attraverso weschool. Non so come sarà il futuro, spero solo che coloro che sono stati male guariscano presto.
Luna
Il tempo passato in questa casa sembra essere un’eternità, invece sono passati solo due mesi. Il motivo per cui siamo a casa è il coronavirus. All’inizio era un piacere stare a casa ma col passare del tempo è diventata una noia mortale. Sono a casa con i miei genitori e i miei due cani e cerco di organizzare le mie giornate giocando all’aperto, facendo i compiti, guardando la tivù e qualche volta cucinando con la mamma. La scuola virtuale mi soddisfa fino ad un certo punto perché mi manca molto lo stare insieme con i miei amici. Riesco a contattare alcuni miei compagni solo tramite videochiamata o telefono. Mi auguro che finisca al più presto questo brutto periodo e che ci possa servire di lezione. Spero che tutti i malati guariscano grazie alle medicine e soprattutto alle cure dei medici e degli infermieri che si sacrificano in questo momento.
Greta
Sono a casa da scuola da circa un mese e precisamente da quando sono iniziate le vacanze di carnevale. Dovevamo rientrare il 27 febbraio, ma in quei giorni è arrivata la notizia che a Lodi un uomo era stato colpito da coronavirus, malattia diffusa solo in Cina.
All’inizio pensavo che la scuola riaprisse dopo alcuni giorni, ma le notizie che continuamente passavano al telegiornale dicevano che il virus si stava diffondendo in tutta Italia e vista la gravità il governo ha deciso la chiusura delle scuole.
Inizialmente ero contento ma poi ho considerato che non potevo più incontrare i miei amici, le mie maestre e svolgere le lezioni in classe.In questo periodo rimango a casa con i miei fratelli più grandi perché i miei genitori continuano ad andare al lavoro. Le mie giornate sono cambiate, riesco a dormire un po’ di più: al mattino guardo la tv, poi esco in giardino a giocare con il cane oppure a calcio, e quando arriva mezzogiorno, con i miei fratelli ci divertiamo a preparare da mangiare.
Solo nel pomeriggio, quando rientra mia mamma, faccio i compiti in una modalità tutta nuova poiché le maestre ce li spediscono tramite internet. Questa scuola virtuale è un po’ scomoda, poiché prima devo stampare le schede e non sempre riesco a farlo perché a casa c’è un solo computer e il più delle volte è occupato da mio fratello, la parte che preferisco sono i giochini e i test.
Una cosa che mi manca di più è la libertà di non poter uscire con la mia bicicletta, andare in palestra a giocare a basket, incontrare i miei amici e parlare con loro, anche se qualche volta con alcuni ci sentiamo tramite un gioco nel computer.
Per il futuro mi aspetto che una cosa così non succeda mai più e mi auguro che gli ammalati possano guarire presto.Carlo