L’Open Day alternativo di Radio Monastier

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8 min readFeb 6, 2021

Quest’anno non ci sono stati Open Day in presenza; una tappa che per molti studenti di terza media è fondamentale quando, non avendo le idee molto chiare, bisogna affrontare la fatidica scelta della scuola superiore.

La nostra Sveva ha deciso di fare qualche domanda ai “nostri” ragazzi che frequentano varie scuole superiori; sia per aiutare nella scelta i più giovani, ma anche per conoscere le diverse realtà scolastiche del nostro territorio.

I tre ragazzi di cui scriviamo oggi appartengo a tre scuole molto diverse, Ilaria frequenta l’istituto Fermi, Giulia frequenta il Duca degli Abruzzi con indirizzo scienze umane e Lorenzo frequenta il liceo linguistico Canova.

Intanto una breve presentazione (nome, età, che scuola frequentate, dove si trova questa scuola, a che anno siete, e tutto quello che volete dire presentarvi)

ILARIA: Ciao, mi chiamo Ilaria Finotto e compirò 18 anni tra qualche mese. Frequento ormai da 4 anni l’ITIS E. Fermi di Treviso che si trova in una “piazzola” in cui sono situate anche altre scuole.

GIULIA: Ciao! Sono Giulia Trovò, ho 17 anni, quasi 18, e frequento il “LiceoDuca” come lo chiamo io. Ebbene sì, la mia scuola è il Duca Degli Abruzzi. Questo istituto è uno tra i più grandi di Treviso, pensate che vanta la bellezza di 1.800 studenti!

“Come mai così tanta gente?” vi chiederete. Beh, dovete sapere che il Duca ha ben cinque diversi indirizzi: Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico, Economico Sociale e, “last but not least”, Scienze Umane, quello che frequento io.

Il Duca, avendo una quantità molto ingente di studenti, ha due sedi: una centrale, e un’altra che noi duchini chiamiamo amichevolmente “Pollaio”.

Se fate parte della categoria di studenti “fortunata”, quindi se scegliete un indirizzo con laboratori, come ad esempio lo Scientifico, state per tutti i cinque anni in centrale, mentre, se scegliete un indirizzo senza, come il mio, per i primi due anni siete in centrale, mentre in seguito, i restanti tre anni, ci si trasferisce al “pollaio”, e ciò non è proprio il massimo, devo essere sincera, poiché per arrivarci si devono prendere anche le navette.

Descrivi brevemente il tuo corso studi (materie ecc)

ILARIA: Il Fermi dà l’opportunità di scegliere tra 4 indirizzi, e quello che ho scelto io è chimica dei materiali. Se sceglierete questo corso preparatevi a sentire termini che possono essere facilmente trovati in un telefilm sulla polizia scientifica perché una delle materie più importanti è proprio chimica analitica, ovvero una materia che ti insegna come analizzare le materie più disparate, dal vino ai capelli. Un’altra materia di indirizzo è chimica organica, che è la mia materia preferita in assoluto. Qua si studia come le molecole si formano da altre molecole, come sintetizzare tu stesso un composto e anche come tutto ciò riguardi il mondo che ci circonda. La terza e ultima materia di indirizzo é impianti chimici industriali. Qui imparerete le varie proprietà dei materiali e come utilizzarli per progettare un impianto, appunto, chimico industriale.

Inoltre, rispetto a un liceo scientifico, questa scuola permette di mettere in pratica la teoria che studi in classe grazie ai laboratori. Attualmente io faccio 8 ore la settimana di laboratorio e posso dire con sicurezza che i migliori ricordi che ho con la mia classe e di tutta la mia carriera scolastica li ho qui. I professori diventano nostri complici mentre analizziamo le varie sostanze (una volta ognuno di noi doveva portare 0.5 L di vino per analizzarlo, ma era un po’ troppo, quindi quello in più l’abbiamo bevuto in compagnia dei professori), oppure ti insegnano, a scopo puramente didattico, come produrre un eccellente limoncello super alcolico per poi berlo assieme.

Oltre a queste materie ci sono tutte quelle che vengono svolte in quasi tutti le altre scuole. Non vi voglio mentire, la matematica è tosta, ma fortunatamente ci sono dei professori che ti accompagnano facendotela sembrare leggera e “semplice” anche con gli argomenti più ostici.

GIULIA: Il mio corso di studi è abbastanza complesso, non lo nego. Al biennio si studia un po’ tutto, compreso diritto (che si fa solo al biennio), latino e scienze umane.

Quest’ultima, in particolare, è composta da quattro discipline più specifiche, ovvero psicologia, pedagogia, sociologia e antropologia.

Vi spiego in particolare di cosa si tratta: a psicologia si studia la mente dell’uomo e del bambino, le varie fasi evolutive, e cose fighe come l’interpretazione dei sogni.

Pedagogia affronta il tema della scuola, quindi si studia quasi una “storia della scuola” e come si è evoluta nel tempo, dagli antichi greci fino ai giorni nostri.

Sociologia, invece, esamina il rapporto dell’uomo con la società e i comportamenti sociali in generale, mentre ad Antropologia si studiano culture selvagge, molto diverse da quelle tipiche nostre occidentali.

Pedagogia e Psicologia si studiano sin dalla prima, mentre Antropologia e Sociologia dal terzo anno in poi. Bisogna dire che anche l’orario è diverso: infatti nel biennio si fanno 27 ore settimanali, mentre dal triennio si fanno solo giornate da cinque ore, poiché aumenta il tempo dedicato alle materie di indirizzo. Inoltre, al triennio si studiano materie nuove, come Filosofia, Storia Dell’Arte e Fisica, e ne vengono rimosse alcune, come Geografia e Diritto.

Perché hai scelto questa scuola? (open day, quando i prof nella pagella scrivevano la scuola consigliata, se si è stati indotti da qualcuno come amici e genitori ecc)

ILARIA: Ho scelto questa scuola perchè sapevo di voler fare qualcosa in ambito scientifico. Ero indecisa se andare ad un liceo (la scelta consigliata a me dai professori) oppure un tecnico, e la scelta è stata dettata dal fatto che scegliendo l’ITIS avrei avuto più flessibilità sulla mia scelta futura di andare all’università o meno. L’open day è stato davvero scenografico, ma non rispecchiava la realtà di ciò che si studiava nella mia scuola, perchè ovviamente non si può far vedere ad un ragazzo di terza media un’esperienza in cui bisogna scaldare un pezzo di ceramica, pesarlo, riscaldarlo di nuovo e ripetere in un loop infinito.

GIULIA: Ho scelto questa scuola perché innanzitutto quando ero alle medie ero molto brava in italiano: infatti, oltre alle materie umanistiche, in questo tipo di scuola, una tra le materie più importanti.

Inoltre, mi piacciono molto i bambini e le loro caratteristiche, e, se si vuole lavorare nelle scuole, o comunque in contatto con i fanciulli, questa scuola è la più adatta, perché ha come scopo primario proprio la formazione di maestri. Un lato positivo dello scegliere questo indirizzo è il fatto che non si è vincolati a frequentare una determinata università dopo il diploma, ma se ne possono scegliere molteplici, grazie alla formazione globale che esso offre.

Un piccolo aneddoto che vi voglio raccontare, e che mi ha aiutato nella mia scelta, è stato il fatto che durante il pomeriggio trascorso con i miei genitori attraverso i corridoi del Duca, ho notato tra i tanti armadi pieni di cartine, dizionari e libri, una teca destinata a contenere gli abiti per gli spettacoli teatrali, e ciò mi ha affascinata.

Tra le tante cose strabilianti che sono presenti all’interno del Duca, ci sono anche un sacco di laboratori pomeridiani. Tra questi c’è un corso di teatro, del quale io faccio parte ormai da quattro anni, che è ormai diventato qualcosa di cui non posso più fare a meno

Ti senti soddisfatto di questa scelta?

ILARIA: Non conoscevo questa scuola, mai sentita nominare prima di essere menzionata dai miei genitori a poche settimane dal limite massimo di tempo per l’iscrizione, ma appena scoperta ho deciso che avrei fatto quella. In realtà la mia è stata perlopiù una decisione alla cieca.

Ero esasperata dal non sapere cosa fare della mia vita e mi sono buttata in un mondo che aveva l’aspetto di qualcosa che avrebbe potuto piacermi. Male. Non fatelo. A me è andata bene, perchè sono stata fortunata, ma non tutti sono come me.

Tornando indietro, cosa avresti voluto sapere prima di compiere questa scelta e che consiglio daresti a chi sta affrontando la scelta?

ILARIA: Se dovessi tornare indietro e avessi la possibilità di cambiare scelta non lo farei, perchè mi piace ciò che faccio, ciò che studio. Anche se ci sono dei periodi in cui mi sembra tutto troppo complicato e di essere troppo stupida per poter capire cose del genere, poi mi ricordo qual è il mio obiettivo: quello di studiare ancora di più (sono una masochista) per poi poter aiutare il mondo, nel mio piccolo o grande che sia, a migliorare, riducendo l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Prima di scegliere la mia scuola avrei voluto sapere che impegnarsi nello studio non è l’unico requisito, ma anche l’essere coordinati fisicamente, perchè in laboratorio, pur con tutte le protezioni, bisogna stare molto attenti a come ci si muove. Si potrebbe per sbaglio fare volare in faccia a un compagno uno schizzo di acido (e i racconti di cose del genere da parte dei professori sicuramente non mancano), oppure si potrebbe far avvenire una reazione dove non si dovrebbe, e quindi impestare tutto il laboratorio di gas non-proprio-salutari. Quindi bisogna anche avere un po’ di sangue freddo quando si entra nei laboratori, ma nonostante ciò saranno proprio questi luoghi e queste esperienze a farvi dire “che figata la chimica

GIULIA: Se potessi tornare indietro e parlare con la me del passato, le direi “non avere paura, buttati”, perché in fondo ho scelto questa scuola senza pensare se era quello che volevo veramente, senza rifletterci molto, solo perché tra tutte quelle che avevo visto era quella che mi era piaciuta di più. Fino all’ultimo ero convinta che sì, la scuola mi piaceva, mi aveva appassionata, ma dentro la mia testa c’era qualcosa che mi turbava, non sapevo cosa, ero un po’ timorosa, sentivo il peso della responsabilità di non deludere i miei genitori e parenti sulle spalle.

Devo dirvelo, fare il passaggio dalle medie alle superiori non è un’esperienza facile, e in più se passi da una piccola scuola di provincia con sei aule a una con cinquanta, se non di più, è ancora più complicato.

Per fortuna è andato tutto alla grande, e, a parte l’inizio un po’ complesso, dove mi sono dovuta rimboccare le maniche, capire come affrontare le prime verifiche e lo studio abbastanza ingente, posso con assoluto orgoglio dire di essere cresciuta e cambiata in meglio. Poi, dopo uno scontro iniziale, le materie mi hanno affascinata sempre di più, con il passare del tempo, quindi lo studio è stato via via sempre più piacevole.

Un consiglio che darei, oltre a quello del buttarsi, è il fare nuove esperienze e cercare di cambiare qualcosa in sé. Riprendendo l’esempio di prima con il laboratorio di teatro: prima di allora non avevo mai recitato, se non una volta alle medie, ma per lo spettacolo di fine anno, quindi non a livello serio. Poi, io ero molto timida, parlavo poco, e quindi questo tipo di attività mi ha aiutato a “sbloccarmi”, a farmi degli amici, a passare da adolescente quasi sempre chiusa in casa a quello che l’uomo è di sua natura, un animale sociale; ora come ora, infatti, esco un sacco, mi diverto, ho un gruppo di amici e un fidanzato che ho conosciuto proprio a teatro!

Quindi, ragazzi, non spaventatevi, non lasciatevi sopraffare dalle incertezze, provate, anche se tutto vi sembra un po’ strano e incerto.

Se sentite che quella è la strada giusta, non abbiate paura di tentare anche se vi sentite insicuri, perché, in fondo, provare non costa nulla, soprattutto se quel qualcosa vi appassiona.

Seguite sempre il vostro cuore, mi raccomando.

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Radio Monastier è l’intento di raccontare le storie di tutti i giorni di un piccolo paese in provincia di Treviso.