Fingerpicking

Celtic tunes for acoustic guitar

Una playlist utile per chi volesse avvicinarsi alla musica tradizionale suonata sulla chitarra acustica

Massimo Giuliani
RadioTarantula

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Fra gli amici di RadioTarantula, Claudio è quello che se ne esce all’improvviso col disco che non conosci, con la novità di cui non sapevi. È quello che alla fine dell’anno stila le classifiche di chitarristi che ti danno un sacco di spunti per i mesi successivi. Era da un po’ che gli chiedevo una delle sue fantastiche playlist ed ora eccola qua, con una bella introduzione (nella quale si riconosceranno in molti).

Di Claudio Giuffrida

Appassionato di chitarra acustica e di folk inglese dagli anni ‘70, insegnante nella formazione professionale ora in pensione ed ex-apicoltore semi-professionista. Attualmente appassionato di flora spontanea e di ambienti naturalistici, e ovviamente ancora di musica.
Ma tutta la storia è raccontata nell’articolo.

Prologo

Classe 1954, molte passioni e molti lavori a contrastare una precoce attrazione per la musica iniziata ai tempi della scuola e passata attraverso centinaia di dischi ascoltati in quella meraviglia degli anni ‘70. È nel 1970 che mi innamoro del fingerpicking con le canzoni di Donovan in dischi strepitosi e poco conosciuti come “A gift from a flower to a garden” e “HMS” (1971) addirittura non edito in Italia…
Grazie ai tributi di Donovan a Bert Jansch scopro questo genere più spiccatamente strumentale e sofisticato. Insieme a Bert suona un certo John Renbourn, che diventa il mio musicista preferito: di lì l’amore per il folk inglese e i Pentangle, che somministro anche ai miei amici chitarristi, contagiandoli. Chitarristicamente, il sogno dei miei anni giovanili. Li ho visti dal vivo più volte e ho recuperato tutte le partiture disponibili.

Cercare le partiture è l’ossessione di quel periodo: grazie a Stefan Grossman e alla sua didattica con la Kicking Mule, nel 1974 scopro chitarristi ancora più estremi: Dave Evans e Peter Finger, fantastici ma difficili da affrontare nel mio studio disordinato di quegli anni.
Nel 1975 nacque la mia chitarra acustica fatta dal liutaio Abele Naldi di Segrate.
È nel 1978 che esce “Double Dose” degli Hot Tuna con dei brani stupendi in acustico che contribuiscono al mio avvicinamento al blues. La scoperta di Bruce Cockburn, su tutti “Circles in the stream” (1978), spinge l’ascolto verso un modo originale di comporre e di suonare la chitarra.
Cockburn e Richard Thompson sono stati i cantautori e chitarristi che maggiormente ho stimato per il loro unico songwriting dove anche la chitarra aveva un ruolo di notevole fascino.

Nel 1988 vedo in un teatro svizzero un chitarrista “emergente”: è Pierre Bensusan e me ne innamoro follemente, tanto da dedicare la mia Naldi al DADGAD. Grazie a quel teatro e ai suoi guitar festival conosco molti chitarristi anche di persona. Bellissime esperienze, di cui ricordo anche un workshop con Duck Baker.
Nello stesso periodo esce “Aerial Boundaries” di Michael Hedges che innova ulteriormente il modo di suonare la chitarra, e a cui hanno seguito negli anni ‘90 i dischi di Peppino D’Agostino e di Franco Morone.
L’amicizia con il pianista Antonio Breschi, che ho conosciuto nel 1996, mi ha riportato ad amare e a riapprofondire la musica irish: questo tributo ad una quindicina di super chitarristi è il frutto di quella influenza. Dove non ho trovato video live dei chitarristi originali ho postato delle buone cover di chitarristi, più o meno noti.
Buon ascolto.

La playlist!

1. Turlough O’Carolan, “The Fairy Queen”

Sicuramente il più importante compositore irlandese di cui è stato tramandato molto del repertorio di grande arpista. O’Carolan (1670–1738), divenuto cieco a 18 anni, morì a 68.
Questa è “The Fairy Queen” nell’esecuzione di un chitarrista reperito in rete. Accordatura DADGAD.

2. Peter Finger , “Hold my hands” (Irische Landschaften)

Il brano che ho più ammirato, fin dal 1990 quando vidi per la prima volta Peter Finger in concerto, è composto da due melodie: una dal sapore triste e malinconico ma molto lirico e l’altra fortemente ritmica e piena di allegria, i due volti del comporre irlandese.
Particolare l’accordatura parzialmente DADGAD, con la V corda in Si e la VI corda invariata rispetto all’accordatura standard: EBDGAD.

3. Franco Morone, “The Star of County Down/Gaelico”

Chitarrista consigliatomi quasi 30 anni fa dallo stesso Peter Finger che ne aveva grande stima. Persona simpaticissima e umile, di grande talento e di cui essere molto fieri nel panorama musicale italiano.
Open Tuning: EADEAD.

4. Pierre Bensusan, “The Last Pint”

Visto la prima volta in concerto nel 1988, come dicevo fu amore a prima vista. Strepitoso il suo metodo di chitarra DADGAD e soprattutto il suo modo di arrangiare irish tunes per chitarra. Questo che ho scelto però è una sua composizione in perfetto stile celtico.

5. John Renbourn, “Tarbolton Reel”

Brano di straordinaria bellezza, trascinante e pieno di energia.
Chitarrista a cui sono arrivato ascoltando Bert Jansch, John è sicuramente quello che ho più seguito e cercato di “studiare” — purtroppo invano — nei seventies. I suoi dischi sono un patrimonio inestimabile. Qui eseguita da Jack Hooker.
Weird tuning: C Bb C F Bb F.

6. Tony McManus, “Ye Banks and Braes”

Tony McManus ha portato un prezioso apporto al fingerstyle celtico-scozzese per bravura e originalità.
Bellissimo e liricissimo brano scottish originariamente composto da Robert Burns nel 1791.
Tuning: dropped D.

7. Ralph McTell, “Willoughby’s Farm”

Londinese, maestro del fingerpicking abbinato al formato canzone, come Donovan ha avuto su di me una grande influenza, sul gusto dei miei ascolti legati al folk inglese e sul sapiente uso della chitarra arpeggiata. Ottimi anche i suoi strumentali che spaziano attraverso vari stili.
Qui la suona Jonny Moscovitch.

8. “Morrison’s jig”

La “double jig” è una danza molto in voga nell’Inghilterra del XVII secolo. Questa è la più celebre, una melodia tradizionale incantevole frequentata da molti chitarristi: a rappresentarli tutti ho scelto questa versione di Jean Banwarth, che la rende perfettamente in un arrangiamento di grande classe.

9. Stephen Wake, “Deireadh Fomhair / Her Golden Hair”

Giovane talento scozzese, formidabile compositore-arrangiatore di melodie celtiche, scoperto su youtube nel 2015 alla sua apparizione, grazie alle sue composizioni e al prezioso materiale didattico.
DADGAD tuning.

10. Clive Carroll, “Irish Tunes”

Eclettico chitarrista inglese, virtuoso e poliedrico capace di trasmettere tutta la sua simpatia nei concerti dal vivo. Debutta nel 2000 con un ottimo disco, “Sixth Sense” recensito da John Renbourn come disco storico per la chitarra acustica.

11. Duck Baker, “The Blarney Pilgrim”

Sopraffino arrangiatore di vari stili musicali, dall’irish tune allo swing, ha pubblicato molto materiale didattico. Negli anni ‘90 riuscimmo ad organizzare un prezioso workshop a Como dopo il suo concerto al Festival Internazionale della chitarra di Ascona. Parla benissimo italiano essendo vissuto tanto in Italia, simpaticissimo e super talentuoso.
Purtroppo su Youtube non c’è una sua versione, ma questa di Michael Neverisky rende bene l’idea.

12. Richard Thompson, “Banish Misfortune”

Sofisticato maestro dell’acustica e dotato di grande carisma nel songwriting può anche permettersi favolosi strumentali.
DADGAD tuning.

13. Martin Simpson, “Medley of Celtic Airs”

Portato spesso in Italia da Gigi Bresciani — Geomusic — , classe 1953, quindi appartenente ad una specie di new age chitarristica inglese, ha spaziato in diversi stili, anche cantautorale con molte influenze americane, blues e da ex-banjoista…

14. Steve Baughman, “Three Celtic Tunes”

Chitarrista americano poco conosciuto da noi, se non tra gli appassionati del fingerstyle, ha sviluppato un repertorio importante intorno alle accordature aperte, in particolare il suo “orkney tune”: CGDGCD.

15. Steve Hicks, “Bohemian Three Step”

Uno dei più importanti virtuosi del british fingerstyle, spesso in concerto con John Renbourn e anche lui ottimo interprete di celtic tunes.
Ancora DADGAD.

Da Youtube

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Massimo Giuliani
RadioTarantula

La cura e la musica sono i miei due punti di vista sul mondo. Sembrano due faccende diverse, ma è sempre questione di suonare insieme.