…e 10 canzoni sull’“altro” 11 settembre. Allende, il Cile, il golpe.

Massimo Giuliani
RadioTarantula
Published in
3 min readSep 11, 2019

“Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.” (Henry Kissinger):
E infatti, l’11 settembre del 1973 l’esercito cileno rovesciò Salvador Allende, eletto tre anni prima in quella che Luis Sepúlveda avrebbe chiamato “la rivoluzione pacifica”, per instaurare il potere di Augusto Pinochet. Allende morì nel colpo di stato.
I fatti di quel giorno sono tuttora un ricordo dolorosissimo. Il golpe e gli anni che seguirono hanno ispirato tanta musica. Qui ci sono solo dieci canzoni, una selezione (ovviamente del tutto parziale) di brani scritti dopo quel giorno e di altri tornati in auge dopo aver accompagnato la stagione che aveva portato Allende alla presidenza: anche stavolta siete invitati a integrare la lista approfittando dei commenti.

1. Pete Seeger: “Estadio Chile”

L’11 settembre Victor Jara fu fatto prigioniero dall’esercito golpista e rinchiuso nell’”Estadio Nacional” insieme a moltissimi altri prigionieri politici. Lì morì nei giorni successivi, con le mani prima spezzate e poi tagliate dai militari che lo schernivano: “Dai, cantaci le tue canzoncine”.
In quei giorni riuscì a scrivere questa canzone incompleta (qualcuno dice che sarebbe stata rinvenuta dalla moglie in un foglietto nelle sue tasche, per altri la affidò lo stesso Victor Jara a un compagno di prigionia).
Il testo lo completò Pete Seeger qualche tempo dopo.

2. Inti Illimani: “Cancion del Poder Popular”

La canzone è precedente i fatti del 1973: ma il gruppo il giorno del golpe era a Roma, dove iniziava il tour europeo e dove aveva appena registrato un album per il mercato italiano. Restarono in Italia in esilio forzato (fino al 1988) e l’album “Viva Chile” uscì subito dopo. “Canción del poder popular” diventò uno degli inni degli anni post-golpe.

3. Quilapayun: “El pueblo unido jamás será vencido”

Anche i Quilapayun vengono sorpresi dal golpe mentre si trovano all’estero. Inizia così il capitolo europeo della loro carriera. Il primo album di quel periodo è del 1974 e contiene il celebre inno scritto da Sergio Ortega.

4. Sting: “Ellas danzan solas”

Versione in lingua spagnola di “They Dance Alone”, che Sting dedica alle donne cilene che immagina ballare la c ueca mentre ricordano i loro cari che non ci sono più.
La voce recitate che interviene è di Rubén Blades.

5. Joan Baez: “Te recuerdo Amanda”

Morto nel colpo di stato dopo giorni di torture, Victor Jara è diventato un simbolo della storia del Cile. Anche Joan Baez gli ha reso omaggio con questa versione di una delle sue canzoni.

6. Bob Dylan: “North Country Blues”

Nel 1974 Bob Dylan, Phil Ochs, Pete Seeger, Arlo Guthrie, Dave Van Ronk e altri suonarono a Madison Square a New York in onore del Cile, di Salvador Allende e di Victor Jara, alla presenza della vedova.
Questa è la canzone che Dylan scelse per il suo set (edit: il video è di Newport, 1963: dall’uscita di questo articolo il video postato non è più reperibile).

7. Fausto Amodei: “Al compagno presidente Salvador Allende”

Fondatore a Torino nel 1958 di Cantacronache, Fausto Amodei è ricordato spesso dallo stesso Francisco Guccini come una fonte di ispirazione.
Studioso della canzone popolare e premio Tenco nel 1975.

8. Léo Ferré: “Allende”

“Quando le bestie sapranno che le si mette nei piatti, quando le donne metteranno il loro sangue alla finestra, e levando il calice in onore del loro maestro diranno allora: “Bevi in memoria di me” (…) Allora andremo a svegliare Allende Allende Allende Allende”. Léo Ferré nel 1977.

9. Moving Hearts: “Allende”

Dall’Irlanda i Moving Hearts di Christy Moore dedicano nel 1982 una canzone al presidente deposto e ucciso.

10. Bruce Springsteen: “Manifiesto”

Se qualcuno trovasse eccessivo che il Boss spunti fuori persino in una playlist sul golpe in Cile, possiamo dire soltanto che la sua carriera è talmente lunga e il raggio d’azione della sua musica talmente ampio, che a Santiago, nel quarantesimo anniversario del colpo di stato, ha mandato questo saluto a Victor Jara e al popolo cileno.

Originally published at http://www.radiotarantula.net on September 11, 2019.

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Massimo Giuliani
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La cura e la musica sono i miei due punti di vista sul mondo. Sembrano due faccende diverse, ma è sempre questione di suonare insieme.