Ventidue per ’22 (ma non solo)

Le cose quest’anno si fanno complicate. 22 album da ricordare per il 2022, più qualche altra categoria di cose memorabili. Con un pensiero per la musica uscita in coda al 2021 e che non ho fatto in tempo ad ascoltare per quest’appuntamento.

Massimo Giuliani
RadioTarantula
9 min readDec 28, 2022

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PROLOGO: TROPPO TARDI PER IL 2021

Una manciata di album che sarebbe stato un peccato lasciar correre: li ho ascoltati quest’anno ma per l’anagrafe hanno già compiuto un anno.
Noto ora che, per qualche ragione, sono tutti italiani.
Attenzione: l’ordine è alfabetico. Nessuna pretesa di classifica.

Luigi “Grechi” De Gregori — Sinarra

Cantautore, chitarrista, narratore, quasi cantastorie: Luigi De Gregori è uscito in coda al 2021 con un album di canzoni suonate e cantate in modo brillante, con qualche riproposizione di suoi pezzi già incisi, come è sua abitudine.
Molto bello.

Paolo Ercoli — Why Not

“Why Not” è una festa dalla prima all’ultima nota. Paolo Ercoli si muove a cavallo dei generi con grande autorevolezza. Una festa, dicevo: il divertimento è anche provare a riconoscere tutti gli invitati illustri, come nel video che segue.

Lovesick Duo — A Country Adventure

È uscito in abbinamento a un fumetto creato dalla matita di Lorenzo Menini. Una specie di viaggio onirico nella musica country, con tanta perizia e tanta gratitudine per i padri (e anche le madri) del genere.

Max Manfredi — Il grido della fata

13 anni dopo “Il regno delle fate”, Manfredi torna sulla metafora delle fate, appunto, con un album di quelli che ti fanno entrare piano piano e poi non ti mollano più. Pensato nei minimi dettagli, anche nell’uso creativo dell’elettronica, “Il grido della fata” è uno dei grandi album di questi anni.

Franco Morone — Strings of Heart

Ridendo e scherzando, Franco Morone è citato come un maestro da un paio di generazioni di strumentisti. Il cd è composto da tredici singoli usciti sulle piattaforme digitali nel corso del 2021, assemblati per riprendere il filo di un discorso rimasto in sospeso per un bel po’ di anni. Un album dove sono l’impronta e lo stile di Morone a costituire un filo conduttore che non si perde.

2022: PREMIO SPECIALE

Beppe Gambetta — Un panino (singolo)

Beppe Gambetta all’apice della seconda parte della sua storia artistica: maestro del flatpicking nella chitarra bluegrass, da anni ha trasposto la sua tecnica formidabile in una musica più mediterranea e nel repertorio di De Andrè. Quest’anno ha prodotto un singolo che, anche da solo, è una vera bonba. Immagina Faber che guarda da lassù e scuote la testa alla vista di tanti tributi ipocriti e finti epigoni. Fantastico Gambetta.

IL MEGLIO DEL 2022: 1 / Gli album

Eccola dunque, una selezione della musica uscita nel 2022 secondo il gusto del ragno.
Ventidue titoli, in ordine alfabetico per autore.

Birkin Tree — 4.0

Quarant’anni di musica per i Birkin Tree, quarant’anni di strada tra la Liguria e l’Irlanda.
Grande lavoro di ricerca e grande cuore per un album molto raffinato in continuità col livello dei lavori del gruppo.

Max De Bernardi — BloosSessions vol. 5

Il quinto volume della collana della Bloos Records è dedicato aMax De Bernardi. Una bella occasione per ascoltare il musicista milanese e, sebbene il cd sia edito in poche copie numerate e già esaurite, è cosa buona sottolineare che scoprirlo nel 2022 è stata una bella esperienza.

Massimo Donno — Lontano

Il viaggio, la partenza, la distanza, sono i temi declinati dalle tredici più una canzone dell’album. Un album ben suonato, ben arrangiato e soprattutto ben scritto, in un linguaggio immaginifico e quasi sensoriale.

Femina Ridens — Kalenda Maya

Francesca Messina e Massimiliano Lo Sardo sono i protagonisti e registi di questa esperienza. Nel terzo cd un repertorio di canzoni medievali, riproposte in un modo che non mette al centro le preoccupazioni filologiche. Molto emozionante.

Get Wet — Deepstorming

Lorenzo Bagnoli, Alessandro Cianferoni e Daniele Cianferoni sono i Get Wet. Divertimento e passione in un album che swinga e intreccia tanti linguaggi da essere difficilmente classificabile.

Andrea Giannoni — At Home Again

Cantante e armonicista fortemente emozionale, suona un blues profondo e toccante ed è un musicista singolare. Unica cover del suo album recente è un classico di Hank Williams.

Francesco Guccini — Canzoni da intorto

C’è un cantautorato prima dei cantautori, c’è una canzone politica e popolare prima degli anni ’70, ci sono i canti anarchici, c’è Fausto Amodei. A quella storia Guccini dedica il ritorno discografico. Che video ci metto per illustrare la sua presenza in questa lista, considerato che l’album non esiste sulle piattaforme streaming? Di ufficiale c’è una serie di interviste sui singoli brani sul canale Youtube della casa discografica. Accontentatevi…

Ben Harper — Bloodline Maintenance

Harper fa tutto da solo in un album che parla del ricordo di chi non c’è più. Perché chi non c’è più lo puoi cercare in tanti posti, ma quello dove hai più probabilità di trovarlo sei tu. Grande cd.

Lyle Lovett — 12th of June

Lyle Lovett è rispettatissimo nel mondo del country e però quando swinga lo fa come pochi. Torna dopo dieci anni dall’album precedente e lo fa così.

Taj Mahal & Ry Cooder — Get On Board

A quasi sessant’anni dai Rising Sons i due grandi artisti blues si ritrovano per un disco formidabile. NOn ce n’è più come loro.

Doug McLeod — A Soul To Claim

McLeod è un musicista dalla storia importante. Torna nel 2022 con “A Soul To Claim”: fra acustico ed elettrico, un album di grande blues.

Luigi Mariano — Mondo acido

Cantautore pugliese dalla vena notevole, si muove fra universi differenti, da Bruce Springsteen a Giorgio Gaber. Nel 2022 ha pubblicato un album suonato con la band di De Gregori, dove trova una unitarietà stilistica pur nella varietà di intenti.

Tia Palomba and The Lazy Folks — Campfire Stories

Tredici canzoni da falò (dodici originali e una cover di Otis Redding). Il secondo album di un gruppo nato in pieno lockdown (di lì il nome “lazy folks”). Delizioso.

Gabriele Priolo — La prigione dei pupazzi

Album musicalmente ricercato, letterariamente complesso, complessivamente molto bello. Gabriele Priolo è ligure, e la Liguria si trova dappertutto in questo suo quarto album. Al primo ascolto ne intuisci lo spessore, agli ascolti successivi piano piano ti coinvolge.

Punch Brothers — Hell on Church Street

I Punch Brothers rifanno Tony Rice, in una operazione rischiosa quanto piena di amore e rispetto. Sesto album del gruppo, contiene ancora una volta tutto quello che ci fa amare i Brothers.

Daniele Sepe — Sepè le Mokò

Omaggio a Antonio De Curtis ma soprattutto agli autori di colonne sonore di quel periodo: Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi e altri compositori ritornano in un album divertente e a suo modo commovente.

Billy Strings — Me/And/Dad

Il maggiore talento chitarristico dell’ultima generazione, Billy Strings, dedica un album all’uomo che più di tutti lo ha influenzato musicalmente: suo padre (per la precisione: quello che lo è diventato, sposando sua madre, quando Billy aveva due anni). Padre e figlio si confrontano, in un album che per forza di cose non è sempre perfetto, ma il bello sta anche lì.

Andrea Tarquini — In fondo al ‘900

Dedicare un disco al passato senza idealizzarlo, parlare del tempo che fu per capire chi si è qui ed ora. Andrea Tarquini ha pubblicato il terzo album in linea con la sua storia musicale e con la migliore tradizione cantautorale italiana.

Richard Thompson — Live From Honolulu

Il problema con questa mania di Richard Thompson di sfornare live a ripetizione è che poi, al momento di fare le selezioni dei migliori dischi dell’anno, ci finisce sempre dentro. Anche quest’anno in questa lista c’è lui. E nel cd c’è anche Danny Thompson. E ho detto tutto.

Alberto N.A. Turra, Peppe Frana — Jinn

Chitarra elettrica e oud, i due strumenti guida di due culture musicali. Un album di grande fascino che richiede all’ascoltatore una certa posizione, ma in cambio dà molto.

Luke Winslow-King — If These Walls Could Talk

Viene dal Michigan, è a proprio agio con vari generi musicali ma al blues più che ad altri ha legato il proprio nome. Il suo settimo album esce nel 2022 ed è una gioia per le orecchie e il cuore.

Ye Vagabonds — Nine Waves

Ballate tradizionali e nuove composizioni per l’album 2022 dei fratelli Mac Gloinn. CD segnato dalle voci riconoscibilissime dei due e dal gusto esecutivo e di arrangiamento che già conosciamo.

IL MEGLIO DEL 2022: 2 / Ristampe e salvataggi

Duck Baker — Wink The Other Eye

In “Wink The Other Eye” raccoglie arrangiamenti di fiddle tunes per chitarra, registrati fra gli anni ’70 e il 2011.
Arrangiare questo genere di tradizionali per chitarra fingerpicking è un po’ come costruire mondi, arte in cui Duck Baker è un vero maestro. (Il video riporta la copertina di un album in cui il medley era già stato pubblicato).

Bruce Cockburn — Rarities

Il cd contiene sedici tracce inedite o pubblicate in cofanetti o versioni limitate. Un Cockburn per niente secondario.

Bob Dylan — Fragments

Diciassettesimo capitolo della “Bootleg Series”, inediti e live da “Time Out Of Mind”. Disponibile in vari formati, dal doppio cd al “formato mutuo”.

Bert Jansch — Bert at the BBC

Sontuosa collezione di otto ore di registrazione dall’archivio BBC, per un artista che è stato notoriamente musicista seminale per una certa musica folk, e in modo meno immediatamente riconoscibile (e riconosciuto) per tanta musica inglese.

Janis Joplin & Jorma Kaukonen — Typewriter Tape

Circolava da anni in edizione bootleg, ora è fruibile in una bella edizione. Janis e Jorma a casa di lui per suonare vecchi blues, col sottofondo della macchina da scrivere della moglie di Jorma (da cui il doppiosenso del titolo: il “nastro della macchina da scrivere” è, come sanno i meno giovani, quello inchiostrato su cui battevano i martelletti dei caratteri).

John Martyn — You can discover the Best of J.M. (live)

Quasi due ore e venti di brani dal vivo e in studio tra il 1975 e il 1993. Fra gli altri appaiono Dave Gilmour, Andy Sheppard, Danny Thompson, Paul Kossoff, Phil Collins.

Mina — The Beatles Songbook

Non amo particolarmente Mina, mi pare un miracolo di voce spesso sciupato da un repertorio banale. Ma è una che si può permettere di mettere insieme i mezzi necessari per arrangiare i Beatles nel formato che le pare. Nel ’93 aveva affrontato il repertorio dei Fab Four, oggi esce una antologia strepitosa di materiale registrato dagli anni ‘60.

The Watersons — Frost and Fire: A Calendar of Ritual and Magical Songs

Torna dal 1967 un album che è stato importantissimo nell’evoluzione del folk revival britannico. Si può dire “seminale”?

Tom Waits — Alice e Blood Money

In ottobre sono uscite le ristampe di due album che compiono vent’anni, con l’aggiunta di qualche registrazione live. Tanto per sopportare il silenzio discografico di Waits che dura da oltre un decennio.

Neil Young — Harvest, 50th Anniversary Edition

Serve aggiungere parole?

IL MEGLIO DEL 2022: 3/ Libri da leggere e da suonare

Anita Camarella & Davide Facchini — La famiglia canterina (libro + mp3)

“La famiglia canterina” era già un cd in cui Anita amarella e Davide Facchini omaggiavano, anzi di più, ricreavano la magia dello swing italiano. Oggi è un libro di racconti di Anita ispirati a quell’epoca, associato a un repertorio di brani scaricabili, registrati dalla “famiglia canterina” (Anita e Davide insieme all loro Isabel, che li segue su tutti i palchi e nei loro viaggi a Nashville).
Sempre più bravi.

Val Bonetti — A World of Lullabies (libro + mp3)

Alla prima uscita di “A World of Lullabies” in tiratura limitata e con uno scopo benefico, lo avevo messo fra i migliori dell’anno. Rieccolo: in versione per il mercato dei cd e streaming, insieme a un preziosissimo libro di trascrizioni. Bello per chi suona, bellissimo per chi impara.

Bob Dylan — Filosofia della canzone moderna

L’arte di scrivere di musica ricomincia da qui.
Terzo libro di Bob Dylan, primo dopo l’assegnazione del Nobel.

Luca Giudici — Abbagliati dalla luce (nuova edizione)

Uscito nel 2019, torna in libreria aggiornato a “Only The Strong Survive”. Lo sguardo critico di Luca Giudici sul Boss è profondo e per niente agiografico. Un libro prezioso per capire l’evoluzione dell’arte di Springsteen.

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Massimo Giuliani
RadioTarantula

La cura e la musica sono i miei due punti di vista sul mondo. Sembrano due faccende diverse, ma è sempre questione di suonare insieme.