Logiche Casiniane

Raffaele Lillo
Homonovus: RL Blog
Published in
2 min readApr 8, 2013
Camera - UDC - conferenza stampa Casini

Dopo più di 40 giorni di silenzio, Casini esprime il suo pensiero sulla debacle elettorale che ha coinvolto il suo partito e l’esperimento Scelta Civica. In molti hanno visto nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera una riflessione profonda sugli errori commessi in campagna elettorale. Luca Sofri su Twitter ne elogia l’unicità della sua autocritica ().

Ma su cosa fa realmente autocritica Casini? Vediamone alcuni stralci.

(La colpa/merito della debacle del centro è di Grillo…)
«..il bipolarismo che io ho sempre combattuto, secondo me con buone ragioni, è stato messo in crisi non dall’irruzione dal centro, ma dall’esplosione di Grillo».

(…Ma anche un po’ di Monti… anzi no, è mia perché l’ho appoggiato)
«Non sono deluso da Monti, sono deluso da una scelta cui anche io ho concorso e che si è rivelata sbagliata. Io ne porto parte di responsabilità: non vado a emendare gli altri, emendo me stesso».

Riporto, infine, un passo che credo riassuma efficacemente, in raffinato e sfuggente politichese, il Casini pensiero.

Colpisce che proprio lei parli di collegi uninominali. Questo implica che il centro scelga dove andare. A destra o a sinistra?
«Il centro cos’è? Una cultura della responsabilità, che vuole le riforme mai fatte per i veti ideologici della sinistra e una certa incapacità della destra. Ora comincia una nuova stagione. È evidente che la prossima volta dovremo schierarci. Faremo una scelta coerente con l’idea che abbiamo della democrazia, dell’Europa, delle riforme sociali. Misureremo le alleanze sul grado di affinità che avremo nel processo costituente».

Ebbene, l’esperienza del terzo polo non ha funzionato, né con l’asse UDC-FLI, né con l’aggiunta di Monti. E non ha funzionato perché i voti non sono arrivati. Non si è vinto. Bene, “prendo atto” dice Casini, e la prossima volta mi alleo con una delle due parti con cui si può vincere. Di parole come vittoria, rivincita e sconfitta l’intervista è piena. Peccato che non c’è un solo accenno a proposte politiche. Non si è perso perché non si è riusciti a parlare con la gente, proponendo una propria ricetta per rivedere la socialità italiana. Oppure perché le idee prese in prestito (da Monti questa volta) non hanno funzionato (o non sono state capite, oppure ancora, come ritengo più probabile, sono state inficiate dal suo repentino snaturamento). Si è perso perché si è fatta una scelta di strategia politica sbagliata, salendo sul carro dei perdenti (lo so, sembra tautologico, ma non saprei come altro riassumere).

Ci si può davvero meravigliare se gli elettori dell’UDC hanno votato altrove, o deciso di votare l’originale (Monti), piuttosto che votare un partito vuoto, senza idee proprie? Ciò che davvero mi sorprende, però, è la persistente incapacità di non riuscire a leggere la voglia di cambiamento della gente. Che non si può banalizzare con il successo di Grillo.

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Raffaele Lillo
Homonovus: RL Blog

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