Programma di Vendola: Economia/Cooperazione e Lavoro

Raffaele Lillo
Homonovus: RL Blog
Published in
7 min readNov 18, 2012

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Disclaimer: Quali sono le proposte degli aspiranti capi di governo impegnati alle primarie? In questa mini serie ci occuperemo di analizzare le intenzioni programmatiche, per capirne gli intenti e valutare la relativa fattibilità.

Guidelines: un documento programmatico mi aspetterei una spiegazione esaustiva di alto livello delle iniziative concrete che si vuole perseguire gli obiettivi proposti. Sarebbe preferibile una chiara individuazione di quali siano i problemi del paese che, secondo il candidato, hanno la priorità, e quali sono gli strumenti e strategie da mettere in atto per la relativa risoluzione. Si renderebbe altresì necessaria una divisione di obiettivi e conseguenti azioni di breve, medio e lungo periodo. Ciò aiuterebbe l’acccountability del programma e migliorerebbe la serietà espressa e comunicata.

Per un approfondimento sulle modalità di valutazione dei programmi analizzati, si rimanda al documento “Il programma che vorrei”.

Vendola: Economia/Cooperazione e Lavoro

In campo economico, il programma di Vendola si articola in 4 documenti: economia e cooperazione, lavoro, finanza, economia e fisco. Nel documento che segue ci concentreremo sui primi due temi.

Economia/Cooperazione

Il fulcro del programma economico di Vendola è la cooperazione internazionale. Il programma sembra molto ambizioso e incentrato su un cambiamento di prospettiva di analisi economica. Si parla di giustizia ambientale, grandi cambiamenti climatici e, di diritti civili. Vendola ricorda i problemi di colonialismo da sfruttamento delle risorse locali effettuato dalla Cina a discapito dei paesi africani. Cito “Il perseguimento della riduzione della povertà attraverso progetti piuttosto che cambiamenti politici e la redistribuzione del potere e del reddito causerebbe la ‘depoliticizzazione delle condizioni strutturali della povertà’. ” Di quali progetti si tratti e di come attuarli, non è dato sapere. Per riassumere le sue intenzioni, Vendola, nel suo possibile quinquiennio da presidente del consiglio, propone di voler cambiare il ‘modello economico di sviluppo mondiale’.

Impressioni: Il programma su economia e cooperazione di Vendola è pieno di passione e idee di alto livello, ma potrebbe peccare di concretezza, focus e chiarezza negli obiettivi. Fa riferimento a punti di vista e obiettivi troppo generici e di altissimo livello. Ciò non sarebbe affatto male se, accanto ad una impostazione di alto livello, una sorta di vision, si dettagli anche il programma concreto che si vuol realizzare per metterla in pratica.

Elenco dei punti toccati nel documento, con commento in corsivo.

  1. Rispetto e promozione dei diritti fondamentali, soddisfacimento e promozione dei diritti economici, finanza solidale, altraeconomia, innovazione tecnologica, partenariati locali, Africa, Mediterraneo… tric e ballac. Scusate, questo l’ho aggiunto io: mentre leggevo pensavo si stesse per concludere così…
  2. Maggior protagonismo al nostro paese nella cooperazione allo sviluppo europea. Maggiore utilizzo di fondi e definizione delle strategie.
    Di nuovo, come? “Maggiore utilizzo di fondi e definizione di strategie”… un po’ generico, non credete? Avrei voluto leggere le sue proposte per utilizzare meglio i fondi, così come avrei voluto conoscere le sue strategie.
  3. Separazione della cooperazione civile da attività militare, sviluppo di progettualità e ipotesi di soluzione delle cause che sono alla base della loro scelta migratoria.
    Questo tema mi sembra ben indirizzato, non generico e con una sensazione di progettualità.
  4. Introduzione di regole di “finanziamento responsabile” per assicurarne la compatibilità con obiettivi di lotta alla povertà, tutela ambientale e diritti umani.
    Cosa si intende per finanziamento responsabile? Quali iniziative prevede? Con quali strumenti? Ha bisogno di un capitolo di spesa? Se si, con quale copertura?
  5. A livello internazionale, rinegoziazione e cancellazione del debito, riconoscimento della priorità dei diritti al cibo e acqua, strumenti innovativi per prevenzione delle speculazioni finanziarie e il finanziamento allo sviluppo. Riforma dei meccanismi di governo globale.
    Un melting pot di temi, il solo pensare alla risoluzione integrata dei quali mi fa venire il mal di mare. Rinegoziazione e cancellazione del debito, ma di quali paesi? In che modo? Molti di quei titoli sono detenuti da piccoli risparmiatori, in portafogli che costituiranno la base della loro pensione. Come faranno i governi a finanziare le proprie attività in modo sano se il mercato del debito sarà così fortemente condizionato dal di fuori? Ma soprattutto, come si intende, in una legislatura, riformare i meccanismi di governo globale? Da solo?
  6. Istituzione di un’Agenzia come strumento operativo di supporto coordinamento e valutazione per i fondo alla cooperazione, con sedi in loco.
    Mi sembra che gli organi deputati alla gestione, utilizzo e controllo dei fondi allo sviluppo ci siano già. Perché non farli funzionare così come previsto dalla legge?!? Perché istituire un altro organo, con addirittura, sedi periferiche in tutta Italia?

Lavoro

“Il Lavoro, dunque, non è una materia di specialisti, un campo del sapere scientifico, un tema da amministrare; il Lavoro è un punto di vista, anzi il punto di vista sulla Politica. ” Dopo una pagina di richiami alla costituzione e belle parole sul diritto-potere del lavoro che rende gli uomini liberi (non fraintendetemi, tutti temi ovviamente pienamente condivisi e condivisibili), vi è la proposta di un piano per il lavoro (un piano all’interno del piano programmatico?) attraverso “investimenti pubblici diretti e leva fiscale”. Ovvero attraverso la spesa pubblica. Poche righe dopo torna indietro: “Tuttavia riteniamo che la prima e più importante misura di politica attiva sia una politica industriale nazionale.”. Poco dopo vi è anche un’interessante disquisizione tra la differenza ontologica tra lavoro e occupazione, su cui mi riprometto di riflettere, ma ritorniamo a ciò che serve, secondo Vendola, al Paese. Punto centrale del programma è instaurare una “contesa politico-culturale con le istituzioni Europee, in raccordo con tutte le forze europee d’ispirazione socialista, per contrastare l’idea che il Lavoro sia soltanto Occupazione o oggetto di Politica Sociale subordinate alle compatibilità economiche”. E ancora “prima ancora di adottare provvedimenti legislativi pur necessari, metta in campo un’azione politica verso il Consiglio d’Europa, la Commissione e le altre istituzioni comunitarie, per orientare il lessico e i valori dell’ordinamento europeo verso il punto di vista del Lavoro”.

Impressioni: Si fa cenno a numerose iniziative, alcune delle quali andrebbero discusse in Europa, dove, probabilmente sarebbero posizioni minoritarie. Altre sono di buon senso, quasi ovvie, ma a cui non si dà accenno ai relativi costi e coperture. In generale, buone intenzioni costose dal punto di vista del bilancio dello stato: la copertura verrebbe da tagli? Nuove tasse?

Riassumiamo i punti:

  1. Armonizzazione degli standard di protezione sociale
    Come obiettivo è fondamentale, così come l’armonizzazione fiscale, per la stabilizzazione del mercato unico. Ciò porrebbe le basi per una crescita armonica e trainata da una competizione sana, non sulle regole del gioco. Bene, ma di quali principi concreti e condivisibili a livello europeo ti faresti portatore per rendere la richiesta credibile e non il solito sogno utopico?
  2. Maggiori protezione e disincentivo al lavoro subordinato. “Chi fa un lavoro stabile deve avere un contratto stabile. Chi fa un lavoro subordinato deve avere un contratto subordinato”.
    Se leggi la versione originaria della proposta di riforma Fornero, è proprio quello che il governo Monti cercava di fare. Sono d’accordo con te, la riforma finale è stata approvata in una forma che, in concreto, non risolve il problema. Ma questo è stato il risultato della concertazione con le parti sociali…
  3. Rendere il contratto a tempo indeterminato meno oneroso di quello determinato, lotta a false partite iva e agli stage truffa, etc.
    Anche questo c’era nella proposta originaria del ministro Fornero. Così come una drastica riduzione del numero dei contratti atipici. Ricordo ci fosse anche l’obbligo del pagamento ai praticanti, prontamente osteggiata dalla fronda di liberi professionisti in Parlamento.
  4. Debellare la piaga del lavoro nero.
    Ovvio, ma come? Un esempio di quanto sia necessario essere concreti? Nella campagna elettorale del mio paese, qualche mese fa, lotta all’evasione e al lavoro nero erano temi sulla bocca di quasi tutti i candidati. A diversi mesi dal voto, ogni volta che chiedo aggiornamento sul tema mi si risponde: “e che gli diciamo a chi lavora solo perché accetta di farlo in nero?”, “come fai a metterti contro esercizi commerciali che, se fatturassero tutto, chiuderebbero?”. Ecco, concretamente, come rispondi a queste domande?
  5. Legge quadro sulla democrazia sindacale
    Su questo punto sono poco preparato, per cui non mi esprimo.
  6. Prevenzione e salute sul lavoro.
    Ovvio, ma come?
  7. Salario minimo
    Quanto costerebbe? Con quali coperture?
  8. Incentivazione per l’assunzione delle donne
  9. Accesso al credito, finanziamenti per progetti di impresa e agevolazioni fiscali.
    Perfetto, con quali soldi? Data la coperta corta, cosa “scopri” ?
  10. Forme mutualistiche (non si capisce bene di che), microcredito e similari.
    Come? Con quali soldi?
  11. Riformare il sistema del walfare in modo da sanare la rottura generazionale esistente, modificare la riforma Monti. Il modello pensionistico va ripensato, altrimenti la precarietà di oggi sarà la certezza della miseria domani, partendo da una rivalutazione delle pensioni che assicuri una vecchiaia dignitosa. Creazione di una rete di protezione sociale e meccanismi di solidarietà alimentati dalla fiscalità generale per integrare le pensioni e portarle a un livello minimo di dignità. Eliminare, per esempio, le condizioni inique con cui viene erogato il sussidio di disoccupazione solo per alcuni lavoratori, estendendo a tutti i lavoratori il diritto di sciopero e l’assistenza in caso di malattia .
    Ovvio, ma come? Cosa intendi modificare della riforma pensionistica introdotta dal governo Monti e con quale copertura? Il tema della copertura in ambito pensionistico è particolarmente importante se si vuole, come tu sostieni, non creare uno squilibrio intergenerazionale. Tale equilibrio non vale solo tra generazioni diverse e coesistenti, ma anche tra stesse generazioni esistenti in periodi temporanei successivi. Se, per risolvere il primo problema crei squilibri finanziari, non fai altro che esacerbare il secondo.
  12. Reddito minimo garantito condizionato alla partecipazione a programmi di riqualificazione professionale. Riqualificazione degli edifici pubblici dismessi, introducendo il concetto di social housing e intervenendo sulla moderazione dei canoni d’affitto.
    Tutto bellissimo, ma come lo realizzi? Con quale copertura?

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Raffaele Lillo
Homonovus: RL Blog

Curious, optimist, interested in data algorithms, and their applications in business and management. I feel like a Business Scientist , currently CDO at Axa ITA