Storia: Rapimento nel 21 secolo

Capitolo 1: A Kevin con Affetto Gery

Simone Paolucci
Rapimento nel 21 secolo
5 min readJun 24, 2014

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Aveva fatto più di trecento chilometri, aveva lasciato un incarico importante a Night City e con esso ben diecimila Euro Dollari, tutto questo soltanto per vedere lei, la sua rocker preferita. Entrò nel night con un’aria veramente trasognante, non vedeva l’ora di rivederla. <Ehi tu damerino, dove credi d’andare senza pagare?> gli chiese evidentemente arrabbiata una guardia all’ingresso. <Oh, mi scusi> fece dandogli due E$ <tenga pure il resto!>. Si aggiustò la sua elegante giacca nera, che si intonava perfettamente con la cravatta blu fantasia e la camicia bianca, così aveva proprio l’aria di un damerino, nessuno qui avrebbe potuto intuire che fosse un duro. Si sedette ad un tavolo, ordinò una birra ed attese ansioso che lo spettacolo iniziasse. Il locale non era male, se non fosse per le chiazze di sangue che avevano sporcato il muro ed il pavimento vicino a lui. Intorno, seduti ai tavoli, c’erano molti ragazzacci agghindati con il look del momento, vestiti succinti, colorati, sporchi e strappati, forse aveva sbagliato a comprare un abito del genere per venire in questo postaccio. L’attesa si stava rivelando lunga, annoiato estrasse dalla tasca una foto che ritraeva la rocker con una sua dedica: “A Kevin con affetto Gery”. Era riuscito ad avere il suo autografo ad una sua apparizione a Manatthan, quando lui ebbe un incarico come sorvegliante del locale, ma oltre a quello non riuscì ad ottenere altro.

<Ecco per la vostra gioia Gery Shell, una delle rocker più in voga del momento, che ci delizierà per un po’ della sua presenza. Ecco a voi Gery>, lo spicher attirò l’attenzione di Kevin che scosse la mente dai ricordi per aprirla allo splendore di quella ragazza. Suoni sintetici, ma allo stesso tempo melodici si allontanavano dal palco dove era salita la rocker, il suo corpo perfetto, il suo volto così affascinante e la sua voce così armoniosa ondeggiava nell’aria come i suoi lunghi capelli rossi. La canzone che intonava era, come molte altre, legate dal disprezzo per le corporazioni, ma questa era motivata dal fatto che quei “maledetti truffatori”, come li definiva lei, gli aveva portato via anche suo fratello.

Assorto nell’ascolto della musica, Kevin non rivolse lo sguardo a due uomini, vestiti molto elegantemente che si sedettero al suo tavolo. Senza minimamente che i due se ne rendessero conto il ronin li squadrò per bene, il primo aveva un braccio cibernetico occultato dalla manica della giacca, l’altro una cyberottica che lo stava scannerizzando da cima a fondo. <Se non mi sbaglio lei dovrebbe essere Kevin Aston, la sua fame da Night City è giunta anche qui a Norft City!> disse l’uomo dall’occhio bionico. <Chi è che mi sta cercando?> fece lui voltandosi verso i due. <Mi scusi per non essermi presentato, sono mister Veyard e lui è Lasso> disse indicando l’altro uomo. <Abbiamo sentito molto delle sue imprese, come l’uccisione di Ferton Dooty, uno dei sicari più in gamba di tutta l’Arasaka Corporation e ci piace il suo stile! Credo proprio che se si unirà a noi le potremmo offrire molte interessanti armi e non solo, credo proprio che la sua popolarità potrebbe aumentare! Ci faccia un pensierino…> disse dandogli un bigliettino da visita. La carta recava la scritta “Cyber Killer, i migliori che puoi trovare per i tuoi sporchi lavori”, fottuti pezzi di merda cibernetizzati pensò. <Mi dispiace, ma non posso accettare, non fa per me!> rispose senza molta grazia Kevin. <Già come immaginavo> dedusse Veyard <dovevo aspettarmelo da lei, abbia superato le soglie del ventesimo secolo ed ancora esiste persone come lei! Persone che credono nell’onore, nella giustizia e nella verità, questo è il motivo perché lei non riesce ad essere il migliore, solo per questo. Se dovesse ripensarci mi chiami> disse mettendo un biglietto sul tavolo davanti a Kevin. <Non ci contare, stronzo! Non mi abbasserò mai a stare con pezzi di ferro senza cervello, lo ricordi sempre mister Veyard, gente come voi non può nemmeno raggiungere il mio livello, per quanto dite sia basso> gli rinfacciò senza mai abbassare lo sguardo. Lasso scattò d’ira e con il cyberbraccio schiantò il tavolo, senza però suscitare reazioni da parte di Kevin. <Basta Lasso!> gli urlò e notando due guardiani che li stavano raggiungendo disse in fretta <non dovete preoccuparvi, è tutto sistemato. Per i danni li metta pure sul mio conto>. Kevin si mise in tasca il biglietto e si spostò su un altro tavolo, le altre persone del locale non si scomposero, evidentemente erano abituate a ben altro.

<Vi ringrazio ancora per la vostra ammirazione!> disse Gery tra lo scrosciare degli applausi. Un ragazzaccio si alzò e gli urlò <ehi puttana! Fammi un succhiotto! Troia! Ah ah!> il ragazzo era evidentemente ubriaco e non fù preso in considerazione da nessuno, tranne che da Kevin. Il ronin si alzò dal tavolo, ormai per lui non c’era più motivo per rimanere lì e, con estrema bravura, si intrufolò, superando due o tre guardie, nel corridoio dei camerini. Rimase qui giusto il tempo per lasciare un regalino a Gery, poi, con molta calma sgusciò in strada attraverso la porta di servizio. E’ un peccato che anche questa volta non abbia avuto il coraggio di dirle qualcosa, pensò. Prima d’andare aspettò un po’, doveva ancora sistemare qualcosa…

<Sei stata fantastica oggi Gery, molto meglio delle altre volte, veramente fantastica> la caricava Franky, il padrone del locale, <ma cos’hai? Non sarà mica per quello che ti ha detto quel ragazzo, vero?>. <Smettila, non ho nessuna voglia di parlare, ti prego!> gli rispose seccata Gery. <E’ naturale che dei mocciosi ubriachi dicano queste cose, anch’io le direi!> fece malizioso Franky. <Ti ho detto che non ho voglia di parlare, voglio rimanere sola, ok?> continuò lei con lo sguardo fisso nel vuoto. <Tutto questo non succederebbe se accanto a te ci fosse qualcuno, voglio dire qualcuno come me!> disse esibendo i muscoli. <Mi fai schifo, va via ti dico e, poi, non mi metterei mai con uno come te, se è questo che intendevi! Scemo!> urlò Gery e dalla porta entrò una delle sue guardie del corpo che portò Franky fuori. La porta era rimasta aperta, Gery si alzò per andarla a chiudere e si accorse di una cosa: attaccata alla porta c’era una rosa rossa con un biglietto. Stava quasi per gettarla a terra, ma rimase perplessa, non era il solito maxi-mazzo di fiori che i fan le mandava; era soltanto una! Chiuse la porta e vi si appoggiò intenta a ricordare: solo un’altra volta era successo, ma non ricordava quando. Prese il biglietto e vi lesse: “Una rosa perché è solo uno il fiore della mia vita TU”. Gery rimase schioccata, era una splendida frase, mai ne aveva sentita una del genere in tutta la sua vita e questa la lusingava molto. Il biglietto, inoltre, era firmato semplicemente “Kevin”.

Intanto fuori dal locale alcune guardie trovarono un ragazzo svenuto, sembrava che fosse stato preso a sberle ed attaccato al collo vi era un biglietto “Per Gery. Mi scuso della mia maleducazione: sono un cattivo ragazzo!>. Le guardie vedendo che intorno non c’era nessuno mandarono semplicemente il biglietto alla rocker dicendogli che il ragazzo che l’aveva insultata era stato punito da qualcuno…

Scritto il: 20/11/2004 (circa)
ispirati dalle storie scritte dal grande scrittore Gibson.

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